VIAGGIO APOSTOLICO IN COREA, PAPUA NUOVA GUINEA,
ISOLE SALOMONE E THAILANDIA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLE AUTORITÀ E AI CITTADINI DURANTE
LA SOSTA ALL'AEROPORTO DI FAIRBANKS
Aeroporto di Fairbanks (Alaska)
Mercoledì, 2 maggio 1984
Sia lodato Gesù Cristo!
Signor presidente, caro popolo dell’Alaska, stimati cittadini d’America.
1. Sono molto lieto di visitare l’Alaska ancora una volta, e di inviare da questo Stato settentrionale un saluto particolarmente caloroso e pieno di affetto a tutti i cittadini degli Stati Uniti d’America. Come sapete, oggi ho cominciato una visita pastorale che mi porterà in Corea, in Papua Nuova Guinea, nelle isole Salomone e nella Thailandia.
E sono assai lieto che questo pellegrinaggio mi consenta di fermarmi qui a Fairbanks e di trattenermi in mezzo a voi! Sono molto onorato per la presenza del presidente Reagan, il quale è appena rientrato da un importante viaggio in Cina. Signor presidente, la ringrazio per il suo gentile benvenuto al mio arrivo, e desidero ribadire, attraverso la sua persona, la mia amicizia e stima per tutti i cittadini della sua grande nazione.
I miei ringraziamenti vanno altresì al vescovo Whelan per il suo invito, molto gradito, nella diocesi di Fairbanks. Estendo inoltre i miei auguri al vescovo Kaniecki e prego il Signore affinché gli conceda molti anni sereni al servizio della Chiesa. Vorrei inoltre dedicare qualche parola di saluto ai vescovi della Conferenza episcopale degli Stati Uniti, i quali hanno mostrato la loro fraterna unione con me, venendo qui in questa felice occasione.
2. Nella mia prima visita al vostro bel Paese, quando arrivai, caro popolo dell’Alaska, mi ricordo di essere stato accolto da una piccola graziosa bambina, Mollie Marie, che mi stese la mano porgendomi un mazzetto di non-ti-scordar-di-me, il vostro fiore nazionale. Poco tempo dopo, quella piccola fanciulla fu chiamata alla casa del Padre, ma il suo gesto d’amore non è stato dimenticato e la sua memoria è benedetta.
Dal suo gesto di quel giorno ho scoperto una profonda verità circa il popolo del vasto territorio d’Alaska: che voi ricordate il Papa nei vostri pensieri e nelle preghiere. Oggi sono qui di persona per assicurarvi che non vi ho dimenticati. E anche quando sono molte migliaia lontano da qui, tengo sempre vicini al mio cuore gli abitanti dell’Alaska e tutti gli altri degli Stati Uniti d’America. Non vi dimentico perché siamo legati assieme da vincoli di amicizia, di fede, e d’amore.
3. In qualche modo l’Alaska si può considerare oggi come un crocevia del mondo. Il presidente Reagan è ritornato dalla visita al caro popolo di Cina, e io mi sto recando in una terra dell’Estremo Oriente vicina ad essa. La città di Fairbanks ci ricorda anche un altro motivo per il quale è chiamata “Il cuore del Nord dorato”. Qui, in questo grande Stato, si parlano 65 lingue e le persone delle più diverse estrazioni sociali vivono insieme con gli Aleuti, con gli Esquimesi, e con gli Amerindi.
Questa magnifica diversità fornisce il contesto nel quale ogni persona, ogni famiglia, ogni gruppo etnico è sfidato a vivere in armonia e in concordia reciproca.
4. Raggiungere questo scopo richiede una costante apertura di ciascuno verso l’altro, individualmente e come gruppo. Un’apertura di cuore, una disponibilità ad accettare le differenze, e una attitudine ad ascoltare l’uno i punti di vista dell’altro, senza pregiudizi. L’apertura verso gli altri, per sua stessa natura, esclude ogni sorta di egoismo. Si esprime in un dialogo onesto e leale: un dialogo fondato sul rispetto reciproco, l’apertura verso gli altri nasce nel cuore.
Come ho affermato all’inizio di quest’anno nel mio messaggio per la Giornata mondiale della pace, se gli uomini e le donne sperano di migliorare la società, essi devono cominciare per prima cosa a trasformare i loro cuori. Solo con un “nuovo cuore” si può riscoprire “la chiaroveggenza, la perspicacia e l’imparzialità insieme con la libertà di spirito, il senso della giustizia insieme col rispetto dei diritti dell’uomo, il senso dell’equità con la solidarietà mondiale tra ricchi e poveri, la fiducia reciproca e l’amore fraterno” (Ioannis Pauli PP. II, Nuntius scripto datus ob diem I mensis Ianuarii anni MCMLXXXIV, paci inter nationes fovendae dicatum, 3, die 8 dec. 1983: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, VI, 2 [1983] 1282).
Qui a Fairbanks voi avete la possibilità di riscoprire tali valori e di esprimerli in armoniosi rapporti col vostro vicino, il che riflette la stupenda armonia della natura che pervade questa regione.
Possa Dio darvi la forza di esprimere questa armonia nelle vostre vite, nei vostri rapporti con gli altri. Possa darvi il coraggio di dividere generosamente e altruisticamente le benedizioni che voi avete ricevuto in abbondanza.
Dio benedica l’America!
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