SALUTO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI PELLEGRINI DELLA JUGOSLAVIA
Sabato, 3 maggio 1986
Sia lodato Gesù e Maria. Cordialmente saluto tutti voi qui presenti pellegrini provenienti dalla Jugoslavia e precisamente da Spalato e Zagabria. Benvenuti a Roma, patria comune di tutti i cristiani! Come tanti vostri antenati durante secoli passati anche voi siete venuti a visitare le tombe dei principi degli apostoli Pietro e Paolo per rinnovare e testimoniare la vostra fede cristiana. Il vostro pellegrinaggio è, nello stesso tempo, l’espressione della cultura plurisecolare del vostro popolo croato che - come per gli altri popoli europei - ha comuni radici proprio nella fede cristiana.
La fede e la cultura sono due realtà che si compenetrano a vicenda. La fede che non diventa cultura è una fede che non è accettata sufficientemente e non è vissuta in modo completo. La fedeltà alla propria cultura è di grande importanza per la vita delle persone singole, delle famiglie e per la salvaguardia dell’identità del popolo. Come mostrano gli esempi storici, la cultura è fonte di grande forza. Di questo ho parlato, in modo particolare, nel mio discorso all’Unesco il 2 giugno 1980 (n. 14).
Approfondite e ulteriormente sviluppate la vostra cultura cristiana, anche con il canto come fa qui ora il coro-ottetto di Spalato, il cui impegno per la Chiesa è ben noto e degno di lode. Il Cristo Signore, che con la sua incarnazione ha accettato la nostra realtà umana ha dato il senso a ogni cultura, sia il centro della vostra vita e delle vostre famiglie. Veneratelo in modo speciale con la preghiera in famiglia. La famiglia che prega unita rimane unita. A voi, alle vostre famiglie e a tutti i vostri connazionali in patria e nel mondo, che conservano la stessa vostra eredità, di cuore imparto la mia benedizione apostolica.
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