PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN BANGLADESH
CERIMONIA DI BENVENUTO
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
Aeroporto Internazionale di Dacca (Bangladesh)
Mercoledì, 19 novembre 1986
Signor presidente, cari amici,
1. Sono veramente felice che la prima tappa del mio viaggio mi porti oggi nel Bangladesh. Come nazione sovrana e indipendente, il Bangladesh è un paese giovane. Come popolo, avete una lunga storia e tradizioni antiche che vi uniscono in una identità comune. Ringrazio l’Altissimo che mi dà la possibilità di compiere questa visita come un fratello: un fratello nella nostra comune umanità; un fratello nella nostra adorazione dell’“unico Dio vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini” (Nostra Aetate, 3); un fratello nella solidarietà umana, in ascolto della voce dell’umanità che implora in tutto il mondo dignità, giustizia e pace.
Sono grato sia al Presidente e al Governo del Bangladesh, che ai vescovi cattolici per il loro cordiale invito e per il loro impegno nel rendere questa visita possibile. Già nel 1979 mi fu rivolto un invito, e da allora ho atteso con impazienza questo momento. Poiché siete una nazione giovane, state cercando di consolidare la vostra identità nazionale, di far sì che il vostro sia un paese in cui tutti possano sentirsi ugualmente a casa propria e avere la possibilità di partecipare alla costruzione della comunità nazionale.
2. Vengo in mezzo a voi come un pellegrino nell’“anima” del popolo del Bangladesh. La vostra antica cultura riflette i contatti con molte religioni, tradizioni, razze e lingue. Siete a buon diritto orgogliosi del vostro ricco patrimonio artistico, specialmente nel campo della letteratura e in quello della musica. Il vostro popolo è sostenuto da una solida fede in Dio. Nella Provvidenza esso cerca il senso della propria vita e la forza per vivere in armonia gli uni con gli altri e nel rispetto della sua volontà.
Molti gruppi linguistici culturali e religiosi vivono fianco a fianco. Siete dunque chiamati a dare esempio tra di voi di tolleranza e di apertura. Del resto, la storia recente del cammino verso l’indipendenza da parte della vostra nazione è la miglior prova che tutti i settori della popolazione possono vantaggiosamente unirsi nel conseguimento degli obiettivi di una società giusta e pacifica.
3. La mia visita ha soprattutto un significato religioso. Vengo come un pellegrino religioso in uno spirito di amore fraterno e di stima per tutti. Saluto i miei fratelli della fede islamica, consapevole dei legami che ci uniscono nell’ubbidienza all’unico, onnipotente Dio Creatore, Signore delle nostre vite. Saluto cordialmente i seguaci delle tradizioni induista e buddista, e tutti gli uomini e le donne di buona volontà. Possa il nostro incontro essere contrassegnato da uno spirito di armonia, di pace e di fratellanza.
Nell’adempimento delle mie responsabilità in seno alla Chiesa cattolica, vengo come testimone della fede cristiana e come garante dell’unità tra i miei fratelli e le mie sorelle cattolici. La mia missione è più particolarmente quella di confermare nella fede i miei fratelli vescovi e i sacerdoti, i religiosi e i laici della comunità cattolica. Nell’amore del nostro Signore Gesù Cristo saluto anche i membri delle altre comunità cristiane. Nello spirito di amicizia che il Vangelo c’insegna, vi incoraggio tutti a perseverare nel servizio gioioso della nazione e in una collaborazione responsabile con i vostri concittadini nel compito immenso dello sviluppo.
4. Al cospetto di tutti voi qui presenti, e al cospetto di tutto il popolo del Bangladesh, esprimo la fervida speranza e preghiera affinché il vostro paese possa proseguire con sicurezza sulla sua strada: nel rispetto della dignità di ogni individuo, nella salute e nella felicità delle vostre famiglie, nel rafforzamento delle sane istituzioni e delle strutture sociali del paese, nell’impegno di tutti i suoi cittadini per il bene comune, nel culto di Dio misericordioso nella verità, nella libertà e nell’amore.
Che Dio onnipotente e misericordioso benedica il Bangladesh!
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