PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN AUSTRALIA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RAPPRESENTANTI DEI MEZZI
DELLA COMUNICAZIONE SOCIALE
Brisbane (Australia), 25 novembre 1986
Amici carissimi.
1. Ho atteso con impazienza il momento di questo incontro con i rappresentanti dei mezzi di comunicazione di massa. Vi do il benvenuto e vi porgo un caloroso e fraterno saluto non solo a nome mio personale ma anche a nome di coloro che hanno compiuto questo lungo viaggio con me da Roma in queste terre meridionali distanti ma ospitali. Alcuni di voi sono vecchi amici che incontro spesso a Roma e che mi hanno accompagnato nelle mie visite pastorali attraverso il mondo. Altri sono amici nuovi, appartenenti a organizzazioni per le comunicazioni nell’Australasia.
Sono lieto della vostra presenza qui. Desidero esprimere anche il mio apprezzamento per l’attenzione dedicata dalle vostre organizzazioni a questa visita, il cui primo obiettivo è di proclamare il perenne messaggio di Gesù Cristo, messaggio di riconciliazione, di pace e di unità tra tutti i figli di Dio.
2. Come sapete, la Chiesa cattolica si rende conto molto chiaramente dell’importanza dei mezzi di comunicazione. Ne fanno fede uno dei decreti del Concilio Vaticano II e molte misure pratiche adottate dalla Chiesa a Roma e in tutto il mondo. La Chiesa non solo deve servirsi dei mezzi di comunicazione per proclamare il Vangelo, ma ha anche la responsabilità di unirsi ad altri nell’affermare certi principi che devono essere osservati dai detentori e dagli operatori dei mezzi di comunicazione per il benessere morale e fisico della società.
Il decreto del Concilio Vaticano II afferma l’esistenza, all’interno della società umana di “un diritto all’informazione su quanto, secondo le rispettive condizioni, convenga alle persone sia singole sia associate” (Inter Mirifica, 5). Avete quindi un ruolo centrale nel garantire che da una parte non venga negato alla comunità questo diritto all’informazione, e che d’altra parte la comunicazione dell’informazione sia pienamente conforme ai principi morali, particolarmente a quelli della verità, della carità e della giustizia.
3. I progressi tecnici degli ultimi venticinque anni hanno aumentato ancor più la capacità dei mezzi di comunicazione d’influenzare gli eventi attraverso le opinioni e le azioni di un gran numero di persone. Un grande potere si trova dunque nelle mani di coloro che possiedono, che controllano o che operano nei mezzi di comunicazione. Se hanno una profonda comprensione e un grande rispetto per la dignità e i diritti di ogni individuo in quanto figlio di Dio, il loro uso di quel potere può contribuire a portare pace a un mondo che ne ha tanto bisogno. Se mancano di questa preoccupazione per i diritti e la dignità di ogni individuo, questo potere può allora essere utilizzato per ingannare, opprimere e dividere.
4. Il mio messaggio a voi oggi è una parafrasi della sfida di Papa san Leone Magno ai cristiani. Io vi dico: “Specialisti delle comunicazioni: siate consapevoli della vostra dignità”. Siate coscienti dell’opportunità che avete non solo di riferire sul male ma anche di contribuire a eliminarlo. Siate coscienti della responsabilità che avete non solo di riferire sulla sofferenza, ma anche di contribuire ad alleviarla. Siate coscienti della sfida che v’invita non solo a riferire su opere buone ma anche a incoraggiarle. Siate coscienti della vostra dignità: essere testimoni del mondo in avvenimenti che possono influenzare il suo destino; essere la lente attraverso cui gli altri mettono a fuoco la realtà; essere la lampada che illumina non solo gli angoli bui della vita umana, ma anche la via del pellegrinaggio umano per offrire guida, orientamento e certezza a coloro che cercano di camminare con sicurezza in compagnia dei loro fratelli e sorelle verso l’unione con Dio.
5. Molti di voi - forse la maggior parte di voi - hanno già fatto questo, e vi elogio a nome di un mondo che vi è grato. Ma tutti possiamo scoraggiarci; tutti possiamo perdere la giusta prospettiva quando concentriamo la nostra attenzione su un appuntamento vicino e dimentichiamo il significato, l’importanza, l’impatto durevole di ogni parola che scriviamo o pronunciamo e di ogni immagine che trasmettiamo.
Quanto è prezioso ognuno di voi agli occhi di Dio! Quanto importante è il vostro lavoro quando partecipate con lui al compito di comunicare verità e amore al mondo! Ho ammirazione per voi; vi sono grato; prego per voi. E vi chiedo sinceramente di non limitarvi a riferire sulla mia visita, ma anche di pregare per me in quello che è in realtà il nostro comune lavoro, quello di diffondere la verità.
Tra pochi giorni tornerò a Roma, ma conserverò il felice ricordo di questa visita pastorale, come quella della mia prima visita quasi quattordici anni fa. I bellissimi paesi e le popolazioni meravigliose del Sud Pacifico resteranno sempre nelle mie preghiere, come resterete tutti voi con i vostri cari, sui quali invoco ora con gratitudine le benedizioni del Signore.
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