PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN FRANCIA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
NELLA CERIMONIA DI CONGEDO
ALL'AEROPORTO DI SATOLAS
Lione (Francia), 7 ottobre 1986
Signor primo ministro, signore, signori, carissimi fratelli e sorelle.
1. Sono felice di esprimere in vostra presenza la mia gratitudine e la mia soddisfazione. La ringrazio, signor primo ministro, di essere venuto personalmente a salutarmi dal momento in cui si conclude questo terzo viaggio pastorale in Francia. Ringrazio il Governo francese di tutto ciò che ha fatto per il felice svolgimento di queste giornate. Mi rendo ben conto dello sforzo e dell’impegno che è stato chiesto alle autorità civili e militari, a tutto il personale preposto alla sicurezza, perché le trasferte e le adunanze si svolgessero con ordine e nella pace, prevenendo i rischi temuti da alcuni per la persona del Papa e per le grandi folle riunite. Alle numerosissime persone che hanno partecipato a questi servizi, con discrezione, voglio esprimere a nome di tutti un caloroso ringraziamento, scusandomi del maggior lavoro e della maggior fatica che sono stati imposti loro. Così è stato raggiunto lo scopo spirituale di questa visita pastorale, con grande gioia dei cattolici di Francia che desideravano ardentemente celebrare la loro fede, insieme a me, in questo paese che ha la fortuna di conoscere la libertà religiosa e il rispetto delle convinzioni, e anche, ritengo, con soddisfazione dei loro concittadini di buona volontà, aperti a ogni messaggio che eleva l’uomo, che dà un senso alla vita, che fortifica la speranza e stimola la fraternità.
La mia gratitudine va naturalmente ai miei confratelli nell’episcopato, in particolare a quelli delle quattro diocesi visitate, a tutti i cristiani che intorno ad essi hanno attivamente preparato questi incontri e si sono fatti carico di tutto quello che era necessario.
Voglio includere nel mio ringraziamento gli operatori delle comunicazioni sociali, della radio, della televisione e della stampa, che si sono sforzati di dare un resoconto di questi avvenimenti spirituali per metterli alla portata del pubblico
2. Signor primo ministro, a lei che ricopre un’altissima carica al servizio dei francesi, assicuro i miei più fervidi auguri per questo amato Paese. Desidero innanzitutto che la Francia conosca la pace alla quale ha diritto, al sicuro dalle aggressioni di un terrorismo internazionale al quale deve andare la riprovazione dell’umanità intera, degli Stati e delle organizzazioni internazionali. Auspico con lei un impegno comune di tutti i cittadini perché non vengano emarginati nuovi poveri. Possa il rispetto degli altri, pur nelle loro differenze, rinforzare un clima di tolleranza e di cooperazione, dove ciascuno accetti i doveri che gli incombono e al tempo stesso rivendichi i propri diritti! Incoraggio anche lo sforzo - che i francesi hanno realizzato così bene nella loro storia - per inventare gesti di solidarietà verso i Paesi meno favoriti di loro, anche quando si sentono più limitati nelle loro possibilità. Mi auguro che la Francia continui a fare onore al genio dello spirito e al genio del cuore.
3. Per ciò che concerne la fede, cari fratelli e sorelle cristiani, credo di essere riuscito a entrare in sintonia con l’anima profonda della Francia i cui figli e le cui figlie non hanno dimenticato la loro storia cristiana, la loro vocazione di battezzati, per quanto circondati dalle nebbie dell’indifferenza religiosa, del dubbio e di un rispetto umano che troppo spesso tende a far ripiegare su se stessi. I giovani hanno manifestato una bella fiducia. Molti sacerdoti, religiosi, laici, riaffermano con forza la loro volontà di rispondere totalmente alla loro vocazione. È possibile un nuovo slancio spirituale e apostolico per la Chiesa in Francia.
“Quando i santi passano, Dio passa con essi . . .”. Avete la fortuna, cari amici, di avere in Francia dei grandi centri di santità. Non vedete che i pellegrini di altri paesi, che il Papa stesso, vengono a ritemprarsi in essi? I santi ci mostrano la via del rinnovamento autentico. Abbiate un cuore di povero, ci dice il beato padre Chevrier. Apritevi alla misericordia e al perdono di Dio, insiste il curato d’Ars. Avvicinatevi al cuore di Cristo, ci suggerisce Marguerite-Marie, per cambiare il vostro cuore di pietra in un cuore di carne. Fate l’esperienza della gioia che ci viene dall’amore di Dio e dalla dolcezza dell’amore fraterno, ci ricorda san Francesco di Sales.
Sono solo alcune sorgenti di santità, accanto a quelle che esistono nelle altre vostre regioni. Esse sono sempre alla vostra portata per la vita di ogni giorno. Possiate aver compreso in queste giornate che la santità non è privilegio di pochi, che la dolcezza evangelica non è debolezza, che parlare del “cuore” secondo Dio non è un effimero sentimentalismo! È un amore forte, della forza di Dio, che cambia il corso di una vita, che solleva il torpore della società. “Se tu conoscessi il dono di Dio!” (Gv 4, 10). Questa è la via che conduce alla vita. Su questa via Cristo vi benedice. E io, con l’affetto e la preghiera, resto vicino a voi. Grazie.
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