DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI AGENTI DELL'ISPETTORATO DI PUBBLICA
SICUREZZA PRESSO IL VATICANO
Sabato, 14 febbraio 1987
Signor ispettore capo,
illustri dirigenti,
signori agenti,
1. Sono lieto di questo incontro, che ogni anno si rinnova offrendoci l’occasione di un colloquio fuori del quadro del servizio quotidiano.
Voglio esprimervi cordialmente il mio apprezzamento per le prestazioni da voi rese, con vigile impegno, nel corso dell’anno passato. La mia riconoscenza è indirizzata al corpo in quanto tale, e personalmente a ciascuno di voi, dirigenti, funzionari, dipendenti, uomini tutti dell’Ispettorato di Polizia operanti in piazza san Pietro.
Intendo riferirmi non soltanto al lavoro di vigilanza in se stesso, già di per sé impegnativo e carico di responsabilità, ma anche, e, vorrei aggiungere, soprattutto allo spirito con il quale voi assolvete a questo vostro compito. Esso è indispensabile per offrire a tutti un senso di sicurezza e di garanzia già con la vostra stessa presenza fisica, sempre così discreta, che si fa sentire senza per nulla pesare.
Mi auguro che le circostanze siano sempre tali da consentirvi di lavorare così.
Qui a Roma arrivano, in ogni stagione, gruppi di pellegrini provenienti da ogni regione d’Italia e da ogni angolo del mondo. Sono uomini, donne, giovani, anziani, bambini, lavoratori, professionisti, persone di ogni ceto e condizione sociale. Vengono a vedere una città dai monumenti ineguagliabili, ma anche a visitare da vicino il centro della fede in Cristo Gesù, diffusa in ogni continente.
Il loro scopo è prevalentemente religioso e spirituale. La vostra presenza è un fattore di tranquillità, un contributo valido a facilitare il raggiungimento di quelle finalità.
2. La mia parola, mentre si rivolge ai dirigenti e agli agenti che nell’anno scorso mi hanno accompagnato nelle visite pastorali nelle diocesi italiane e in quelle domenicali alle diverse parrocchie della città di Roma, vuole essere nello stesso tempo un’esortazione in vista del lavoro che vi attende nei prossimi mesi. Con la novità della celebrazione dell’Anno Mariano, vi toccherà di svolgere un’attività più intensa.
Sono sicuro che voi affronterete i nuovi compiti con l’impegno, la preparazione, la devozione di sempre, nella consapevolezza che il vostro servizio viene reso non soltanto in vista di un bene di ordine puramente civile, ma anche di un bene superiore che tocca la dimensione dell’anima e diventa in certo modo collaborazione alla missione pastorale della Chiesa.
È per questo che io poc’anzi accennavo allo spirito di servizio.
Pertanto, mentre vi ringrazio ancora tutti e ciascuno per la vostra presenza a quest’incontro, v’imparto di cuore la mia benedizione, che volentieri estendo alle vostre mogli, ai vostri figli, a tutti i vostri familiari.
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