DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI POLACCHI PRESENTI ALLE MANIFESTAZIONI PER
L’ANNIVERSARIO DEL «BATTESIMO» DELLA LITUANIA
Lunedì, 29 giugno 1987
Do il benvenuto ai pellegrini venuti dalla Polonia in questa giornata solenne - in un certo senso la più solenne per la Chiesa romana - la festa dei Santi Pietro e Paolo. Sono lieto che siate qui oggi e sono lieto che siate stati qui anche ieri quando, insieme con i nostri fratelli lituani, in Lituania e in tutto iI mondo, abbiamo ringraziato la Santissima Trinità per il dono del Battesimo avvenuto 600 anni or sono. Questo ringraziamento è stato celebrato nella loro Patria, e nello stesso tempo è stato celebrato qui, a Roma, poiché la Chiesa che è in Lituania, così come la Chiesa che è in Polonia o in qualsiasi altro Paese del mondo, e unita con la Chiesa che è a Roma. E’ unita per mezzo dell’eredita dei Santi Apostoli e soprattutto dei Santi Pietro e Paolo. Questi due giorni hanno pertanto un contenuto molto profondo. Sono legati con la nostra fede nella Santa Chiesa.
In questa giornata vorrei mettete in rilievo soprattutto il fatto che in occasione del 600° anniversario del Battesimo della Lituania è stato innalzato agli altari il figlio di questa nazione. Proprio ieri si è svolta la solenne beatificazione del Servo di Dio Giorgio Matulaitis o Matulewicz. Oggi desidero rivolgere la nostra attenzione su questo personaggio. L’uomo di Dio, ebbe nel nostro secolo dei grandi meriti verso Dio e verso la Chiesa. Grandi furono la sua fede, la sua speranza, il suo amore verso Dio e verso gli uomini, tutti indistintamente. Il suo amore superava sempre tutte le divisioni e le tensioni tra le quali gli è capitato di vivere. Proprio da questo amore scaturivano tutte le sue sofferenze e tutto il servizio della sua vita relativamente breve (56 anni). Siamo lieti che in occasione del 600° anniversario del Battesimo della Lituania sia stato innalzato agli altari questo figlio del popolo lituano, figlio della nazione lituana, grande figlio, e nello stesso tempo grande figlio della Chiesa di Cristo. Unito per la sua nascita e per il suo servizio con la propria nazione, era anche legato con Polonia, con la Chiesa polacca, e soprattutto con alcune diocesi polacche. Penso soprattutto alla diocesi di Kielce dove si svolse la sua preparazione al sacerdozio; anche se la sua ordinazione avvenne a Pietroburgo, egli fu ordinato sacerdote della diocesi di Kielce con la quale rimase legato finché, con i voti religiosi emessi nella Congregazione dei Mariani, non entrò in questa Congregazione cessando l’attività di sacerdote diocesano Fu anche vescovo di Vilna, nominato a questa carica dalla Santa Sede, dopo la riconquista dell’indipendenza nel 1918, per 1’opera di Achille Ratti, allora visitatore apostolico in Polonia e in Lituania, e successivamente Papa Pio XI. Giorgio Matulewicz e un personaggio che ci è vicino non solo nel senso storico, non solo nel tempo, ma più che altro perché era partecipe degli avvenimenti, della storia, e soprattutto perché era un uomo di Dio; ci è vicino per la sua santità. Sappiamo che egli ha rinnovato la Congregazione dei Mariani e insieme con questa Congregazione esprimiamo la nostra gioia, sia in Lituania che in Polonia, e anche negli ambienti di emigrazione dove i Mariani lavorano, compiono la loro missione religiosa ed apostolica; siamo tutti lieti della beatificazione di Giorgio, Arcivescovo e nello stesso tempo Padre Mariano e rinnovatore della Congregazione dei Mariani nel nostro secolo. Sono lieto che vi siano presenti i Vescovi sotto la guida del Cardinale Metropolita di Breslavia. Li saluto tutti di cuore e 1i invito a impartire con me la benedizione ai nostri pellegrini, compatrioti venuti da diverse parti della Polonia Preghiamo oggi, così come abbiamo pregato ieri, per la nazione lituana e per la Chiesa che è in Lituania, che ci sono così care, così vicine e a noi legate per tanti secoli, affinché la beatificazione, che si è svolta ieri, del figlio di questa Nazione corrobori la fede, la speranza e l’amore in questo popolo che in quelle terre estese al nord della nostra Patria, ha sempre camminato verso eterni destini, così come camminano verso eterni destini tutti gli uomini, tutti i popoli in tutta la terra; e preghiamo ancora una volta per i nostri fratelli lituani, volgendo i nostri cuori e i nostri pensieri soprattutto a Porta dell’Aurora, alla Madonna di Porta dell’Aurora.
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