DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI AL CONGRESSO DEI SUPERIORI
E DELLE SUPERIORE DI ISTITUTI RELIGIOSI
AGGREGATI ALL'ORDINE AGOSTINIANO
Sala Clementina - Sabato, 14 novembre 1987
Carissimi fratelli e sorelle.
1. Sono lieto, in occasione delle celebrazioni conclusive del XVI centenario della conversione di sant’Agostino, di salutare il priore generale degli Agostiniani e, con lui, tutti voi che avete preso parte allo speciale Simposio della Famiglia agostiniana. Siete venuti da molte nazioni per onorare insieme la memoria di quell’uomo incomparabile, di cui siete eredi spirituali.
A voi l’espressione del mio compiacimento per la bella iniziativa. Ho scritto nella lettera apostolica “Augustinum Hipponensem” che tutti, nella Chiesa e in Occidente, ci sentiamo discepoli e figli di sant’Agostino per il profondo influsso da lui esercitato sulle generazioni che si sono susseguite nel corso dei secoli. Per questa ragione ho esortato gli Istituti religiosi, maschili e femminili, che portano il suo nome e vivono sotto il suo patrocinio o in qualunque modo seguono la sua regola, a incrementarne gli studi e a diffonderne la conoscenza e la devozione.
2. È immensa e profonda l’eredità spirituale che Agostino ci ha lasciato; una spiritualità che egli visse in prima persona, e per mezzo dei suoi scritti comunicò, con lucidità insuperata, a innumerevoli fratelli. Uomo di intensa e prolungata attività apostolica al servizio del Cristo bisognoso (cf. S. Augustini, In Io. Ev., 57,4: PL 35, 1791), egli capì per propria esperienza che “nessun movimento della vita religiosa ha alcun valore se non è simultaneamente un movimento verso l’interno, verso il centro profondo dell’essere, dove Cristo ha la sua dimora” (Ioannis Pauli PP. II, Ad Patres Cardinales et Episcopos qui congregationi plenariae Sacri Dicasterii pro Religiosis et Institutis saecularibus interfuere, 2, die 7 mar. 1980: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, III/1 [1980] 530).
Nella sua Regola Agostino tracciò le basi di una vita veramente apostolica, tutta centrata nell’amore di Dio e del prossimo, e vissuta non con lo spirito di schiavi asserviti alla legge, ma come uomini liberi sotto la grazia, mossi dal vivo desiderio della bellezza spirituale (S. Augustini, Regula, VIII, 1).
3. I santi fondatori, i teologi, e i maestri di spirito hanno attinto a piene mani lungo i secoli alla dottrina di sant’Agostino. In lui anche l’uomo di oggi può trovare una guida sicura, che non solo ha approfondito teoricamente la vita di comunione con Dio, ma ne ha fatto personale, altissima esperienza.
Fanno pertanto onore al santo quelli che non solo ne ricordano la vita ma che si sforzano di imitarne le virtù, facendo proprio con l’aiuto della grazia, il suo amore per Dio, per i fratelli e per la Chiesa, alla cui vita e santità appartiene inseparabilmente il carisma dello stato religioso (cf. Lumen Gentium, 44).
Alle varie iniziative e celebrazioni dell’Anno della conversione sono stato presente con animo grato e beneaugurante, e ora su questo Simposio della Famiglia agostiniana e su ciascun membro dei vostri Istituti invoco di cuore la celeste protezione e l’efficace ausilio della Vergine Maria, che Agostino ha esaltato come Madre della Chiesa (cf. S. Augustini, De Sancta Virginitate, 6,6: PL 40, 339).
A conferma del mio affetto mi è caro impartire a voi e ai membri dei vostri Istituti la mia benedizione, con l’auspicio che anche il presente Simposio possa essere fecondo di frutti per l’intera Famiglia agostiniana.
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