DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II ALLA DELEGAZIONE
DEL PATRIARCATO ECUMENICO DI COSTANTINOPOLI
Mercoledì, 29 giugno 1988
Eminenza, carissimi fratelli nel Signore.
Siate i benvenuti, voi che siete qui a nome della Chiesa sorella di Costantinopoli, per pregare e per essere insieme alla Chiesa di Roma che celebra i suoi celesti patroni, i gloriosi apostoli Pietro e Paolo. Vi ringrazio per la vostra partecipazione alla nostra festa e in particolare ringrazio sua santità il Patriarca Dimitrios I e il santo Sinodo che vi hanno inviato.
I santi apostoli e martiri Pietro e Paolo “hanno lavorato, ciascuno secondo la loro grazia, a riunire l’unica famiglia di Cristo; ora che sono insieme nella stessa gloria ricevono lo stesso tributo” (“Praef. ad Missam SS. Petri et Pauli”). Con la grazia di Dio, attraverso il ministero apostolico che loro stessi e gli altri apostoli ci hanno trasmesso, le nostre Chiese hanno la missione di chiamare uomini e donne del nostro tempo a far parte della famiglia di Cristo, ed esse venerano insieme coloro che hanno loro affidato una responsabilità così grande ed un’eredità così preziosa.
In questo contesto si trova il senso profondo delle visite che la Chiesa di Costantinopoli e quella di Roma si scambiano in occasione delle feste dei loro santi patroni. La vostra presenza, eminenza e cari fratelli, richiama un’altra visita, anch’essa ricca di significato, di grazia e di promesse. Lo scorso dicembre ebbi la gioia di accogliere il mio carissimo fratello il Patriarca Dimitrios, accompagnato da degni metropoliti della vostra Chiesa. Conservo nel mio cuore il ricordo vivo di quell’incontro fraterno di fede e di amore. Il suo significato per l’oggi e per il futuro non deve esser dimenticato. Spero di tutto cuore che il popolo fedele, e in particolar modo i Vescovi e i teologi per quanto concerne la loro responsabilità e competenza, sappiano aiutare le nostre Chiese ad approfondire la grazia che a loro è stata donata in questa occasione. L’incontro tra il Patriarca ecumenico e il Papa di Roma è consistito in preghiere, conversazioni e gesti che hanno espresso lo stato attuale delle nostre relazioni ecclesiali, hanno ricordato che ci sono ancora alcune difficoltà da superare sulla strada verso la piena comunione, e hanno voluto essere un appello alla speranza, all’intercessione e all’impegno di tutti i fedeli perché arrivi finalmente il giorno in cui noi potremo celebrare di nuovo insieme i sacramenti del Signore.
I Vescovi e i teologi cattolici e ortodossi che hanno ricevuto questo mandato, assicurano per parte loro l’apporto necessario e indispensabile del dialogo perché le nostre Chiese possano ritrovarsi in una stessa comunione di fede e d’amore. Grazie a Dio questo dialogo continua positivamente.
Il Cardinale Willebrands, rientrato due giorni fa da Valamo dove si è svolta la quinta riunione plenaria della commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, mi ha dato la buona notizia che i membri della Commissione hanno approvato all’unanimità un documento comune sul “sacramento dell’Ordine nella struttura sacramentale della Chiesa”. Hanno anche fissato il tema della prossima riunione. Il Cardinale Willebrands mi ha anche informato dell’atmosfera spirituale che ha caratterizzato l’incontro, e dell’accoglienza fraterna riservata ai membri della commissione da parte della Chiesa ortodossa di Finlandia.
Ringraziamo il Signore che, attraverso il suo Spirito, ci conduce alla realizzazione della meta tanto desiderata: la piena unità tra ortodossi e cattolici!
Cercando di rispondere sempre meglio alla volontà di Cristo sulla sua Chiesa, cattolici e ortodossi non ripiegano su loro stessi. Ricevono da Dio questa “carità creatrice che ci conduce a collaborare per la giustizia e per la pace, sia a livello mondiale quanto a livello regionale e locale”, come il Patriarca Dimitrios e io stesso abbiamo voluto ricordare nella nostra dichiarazione comune alla fine del nostro primo incontro.
Vorrei, concludendo, aggiungere che la vostra presenza, eminenza, mi ricorda un’altra visita: quella che ho avuto la fortuna di fare al Centro Ortodosso del Patriarcato ecumenico di Chambery. Vi esprimo la mia gratitudine per l’accoglienza cordiale e l’atmosfera di preghiera e di fraternità che hanno caratterizzato questo incontro al Centro patriarcale, che è anche al servizio di tutte le Chiese ortodosse preconciliari, il cui segretariato è affidato alla responsabilità di vostra eminenza.
Impegnandosi sulla strada dell’esperienza conciliare le Chiese ortodosse si aprono alla grazia dello Spirito Santo che riunisce e rinnova senza sosta la Chiesa per confermarla nella fede e nella verità rivelata. Quest’opera di rinnovamento della Chiesa, perché risponda sempre meglio alla sua vocazione, tocca le diverse forme della sua vita e contribuisce direttamente alla grande causa dell’unità dei cristiani. La Chiesa cattolica segue con speranza e interesse i lavori delle conferenze panortodosse preconciliari, e vi assicuro la mia preghiera perché si realizzi il santo progetto delle Chiese ortodosse. Eminenza e cari fratelli, in questo giorno di festa, noi siamo più intensamente uniti attraverso “la carità che edifica” (1 Cor 8, 1).
Che ciascuno di noi consenta che essa porti i suoi frutti in noi stessi e nelle nostre Chiese per la gloria di Dio e il bene dell’umanità intera!
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