DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI LAVORATORI DIPENDENTI DELL’ENEL
Sabato, 19 novembre 1988
Egregi signori.
1. Sono lieto d’incontrarmi con voi, rappresentanti dell’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (ENEL), convenuti a Roma per ricordare il venticinquesimo anniversario della fondazione del vostro istituto.
Saluto il Cardinale Ugo Poletti e il vostro presidente, dottore Franco Viezzoli: li ringrazio vivamente per le calde espressioni di omaggio a me rivolte a nome anche del personale e di tutti i presenti. Nel ricordo dell’incontro avuto a Civitavecchia, saluto unitamente a monsignor Girolamo Grillo, Vescovo di quella diocesi, tutti voi, dirigenti, amministratori, impiegati, operai e famiglie, che siete venuti da ogni regione d’Italia in rappresentanza di quanti operano nel settore in tutto il territorio nazionale.
Venticinque anni costituiscono un periodo sufficiente per compiere i primi bilanci, sia al fine di rivedere il quadro delle realizzazioni e delle eventuali carenze, sia per sottolineare l’impegno su quello che resta ancora da fare. Dalle parole del presidente è stata messa soprattutto in rilievo la volontà dell’Ente di portare l’energia nelle zone più depresse e di venire incontro alle crescenti richieste della comunità nazionale.
Al termine delle manifestazioni dell’anniversario, che hanno offerto al Paese l’opportunità di avere davanti un panorama più preciso delle vostre molteplici attività, voi avete chiesto di ascoltare anche la parola del Papa, per trarne motivo d’incoraggiamento e di riflessione.
2. Volentieri ho acconsentito al vostro desiderio. Vi esorto a ben continuare nel vostro lavoro che rappresenta uno dei servizi sociali di primaria importanza, insostituibile nell’organizzazione moderna della società e nello sviluppo dei rapporti umani. Industria, agricoltura, commercio, turismo, cultura presuppongono oggi l’utilizzazione dell’energia elettrica su vastissima scala. Se si blocca l’energia si ferma tutto il complesso delle attività così come si articolano nelle loro più diverse dimensioni. Il progresso contemporaneo è il risultato del motore, ed il motore è a sua volta messo in moto dalla forza elettrica. Fornire energia significa stare al servizio della comunità.
Voi sapete quanto la Chiesa incoraggi gli sforzi di adeguare alle esigenze delle popolazioni le prestazioni dei servizi sociali, e come non manchi di intervenire, nei modi che le sono propri, e di denunciare le situazioni d’ingiustizia e di arretratezza.
Vi auguro che possiate immettere nel vostro impegno quello spirito di amore per il prossimo, senza il quale il progresso rimarrebbe a livello soltanto tecnico, puramente materiale e numerico. Se nel vostro servizio saprete guardare all’uomo, in quanto uomo e in quanto fratello, partecipe dei beni creati dall’unico Padre, allora il vostro lavoro si eleverà qualitativamente e contribuirà a che il progresso materiale e tecnico diventi anche espressione di promozione umana e di solidarietà spirituale.
3. Ma dire energia elettrica è dire anche forza, luce e calore. Questa energia mirabile, alla quale la scienza non ha ancora strappato tutti i segreti, appartiene all’ordine della materia, ma, per quanto è dato sapere sulla struttura infratomica, è una realtà che ci avvicina allo spirito, e meglio di altre lo prefigura.
La filosofia infatti presenta Dio sotto l’immagine del primo Motore immobile. E Dante, che si richiama a quella concezione, dà inizio alla cantica del paradiso con la famosa terzina:
“La gloria di colui che tutto muove per l’universo penetra e risplende in una parte più o meno altrove”.
Senza dubbio Dio risplende con tutto il fulgore della sua luce spirituale e col calore del suo amore, senza di cui il mondo sarebbe freddo e senza vita.
Vi auguro di avere sempre in voi e nelle vostre famiglie il conforto di questa luce, che è Cristo, come egli stesso ci ha rivelato: “Io sono la luce del mondo; chi viene dietro a me, non cammina nelle tenebre” (Gv 8, 12). La sua grazia santificante vi illumini e vi conforti nel vostro lavoro e nelle importanti decisioni della vostra vita!
Nel suo nome vi benedico ed auguro ogni bene.
© Copyright 1988 - Libreria Editrice Vaticana
Copyright © Dicastero per la Comunicazione - Libreria Editrice Vaticana