VISITA ALLA PARROCCHIA DI SAN CIPRIANO A TORREVECCHIA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
Domenica, 22 gennaio 1989
Alla popolazione del quartiere
Saluto con gioia la vostra parrocchia, tutti i presenti e tutti quelli che appartengono a questa comunità, tutte quelle categorie di persone che il parroco ci ha così puntualmente distinto. Sappiamo bene che tutti gli uomini sono creature di Dio Padre e sono stati redenti, senza eccezioni. In questa dimensione fondamentale la Chiesa cerca di avvicinare ciascuno a Cristo, perché non c’è salvezza al di fuori di Cristo. La Chiesa è serva e il suo ministero è quello della salvezza eterna. Noi tutti siamo ministri di Cristo e siamo anche, come dice san Paolo, “ambasciatori” dei misteri di Dio. La mia gioia è che posso visitare, proprio in questa settimana dedicata alla preghiera per l’unità dei cristiani, la parrocchia di san Cipriano, grande teologo, grande padre e apostolo del mistero della Chiesa che è la sua unità. Egli ha dato prova di questa ecclesiologia e di questa teologia con la vita, e soprattutto con la sua morte, con il suo martirio. E veramente una di quelle figure dei primi tempi, del terzo secolo, che emergono. Ad esse la Chiesa deve ritornare sempre, in ogni secolo, perché danno testimonianza delle verità fondamentali della nostra fede e soprattutto ci ispirano con il loro eroismo “usque ad effusionem sanguinis”. Io esprimo la mia gratitudine al Signore perché posso visitare una chiesa dedicata a questo santo Vescovo e martire, grande maestro della fede.
Voglio anche fare un augurio a tutti i presenti e a tutti i componenti della vostra comunità. Ci sono beni necessari perché ciascuno abbia una vita degna: i beni materiali, temporali, ma ancora di più i beni morali, spirituali, quelli che costituiscono il nucleo stesso della nostra vita soprannaturale, nella nostra vita in Dio, in Cristo. Auguro questi beni a ciascuno di voi, cominciando dai bambini appena nati, fino alle persone anziane che si avvicinano al tramonto della loro vita in questa terra. Ma se la vita in questa terra tramonta, non tramonta il Cristo. Vi auguro una fede profonda e sempre più vissuta, approfondita, matura, personalmente e comunitariamente. A questo serve anche la parrocchia, come comunità dei fedeli.
Ai bambini
Il Papa gira tutto il mondo, ma ritorna sempre a Roma. Anzi, non potrebbe andare per tutto il mondo se non venisse da Roma e se non tornasse a Roma. Può andare in tutto il mondo solamente a questa condizione: venire da Roma e tornare a Roma. Sapete perché? No? Ma dovete saperlo. Perché Roma è la Sede di Pietro, al quale Gesù ha affidato una cura speciale per tutta la Chiesa. Allora, i diversi Paesi del mondo e le diverse Chiese locali vogliono incontrare il Successore di Pietro, perché nella sua persona la missione di Pietro apostolo viene continuata. Adesso penso che voi sappiate meglio perché il Papa, se va in diverse parti del mondo, ritorna sempre a Roma. Qui a Roma è la sua Chiesa, qui a Roma egli è il Successore di Pietro, e qui a Roma incontra tante parrocchie. E nelle diverse parrocchie incontra tanti bambini. Qui, nella parrocchia di san Cipriano, incontra voi. Siete molto numerosi, e questa per me è una grande gioia. E una grande gioia incontrarvi, vedervi, abbracciarvi, baciarvi, ascoltarvi. I bambini sono in questo mondo per portarvi gioia con la loro innocenza. Ma, incontrando voi come bambini e gioendo con voi come bambini, io mi rendo conto che vi incontro anche come parrocchiani di questa comunità, i più giovani, i più promettenti. Voi parlate del futuro a tutti noi, ai vostri genitori, ai vostri insegnanti, maestri e catechisti; voi parlate del futuro del mondo, della vostra patria, e del futuro della Chiesa, anzi, della parrocchia di san Cipriano. Colui che per primo ha pensato al nostro futuro è Gesù Cristo. Per questo egli ha istituito i suoi sacramenti, incominciando dal Battesimo, poi, questo sacramento a cui vi preparate con tanto amore, l’Eucaristia, e quindi la Cresima. Gesù Cristo ha istituito questi sacramenti pensando al nostro futuro Non solamente al futuro temporale, terreno, a cui si arriva dopo anni su questa terra. Egli ha pensato al nostro futuro eterno, alla vita eterna, al nostro futuro nella casa di Dio Padre. Ha pensato alla nostra salvezza eterna, alla nostra felicità eterna. Per questo è venuto nel mondo il Figlio di Dio, nascendo a Betlemme in povertà. Per questo egli ha sofferto sulla croce, è risorto ed è tornato al Padre al suo Padre nel cielo. Ha compiuto un’opera messianica che abbraccia tutti noi, per portarci verso il Regno dei cieli. Allora, tutto quello che ha fatto Gesù Cristo, lo ha compiuto e sofferto per il futuro di ciascuno di noi, per la nostra salvezza e felicità eterna nella casa del Padre. Vorrei che i vostri cuori di bambini, che sono puri, innocenti e aperti a tutto quello che è buono e bello, specialmente nella preparazione ai sacramenti avessero un maggiore amore per Gesù Cristo, e che questo amore li sostenesse durante tutta la vita, in questo cammino verso il futuro nella casa del Padre.
Vorrei offrire una benedizione a tutti i presenti e alle vostre famiglie. E vero ciò che è scritto in questa sala: “Chiesa santa di Dio, tu non puoi compiere la tua missione se non attraverso la famiglia”. Questo è verissimo. Auguro alle vostre famiglie la grazia di Dio e la benedizione del Signore nostro Gesù Cristo.
Al Consiglio Pastorale
Vi ringrazio molto per questo incontro e per l’intera visita pastorale. Tante belle cose ho potuto vedere ammirare, ascoltare, perché la Chiesa è una comunità visibile, una realtà visibile che si presenta, canta e prega. Ma si deve pensare che dietro, sotto e dentro a ciò che è ben visibile, lavora un “agente” invisibile. Questo Spirito di Cristo, risiede nel nostro spirito. E con questa alleanza con lo Spirito Santo che si fa la parrocchia: alleanza fondata nel sangue di Cristo, nella sua Croce e nella sua Risurrezione, alleanza che si vive nei nostri spiriti come sottomissione e come collaborazione con lo Spirito Santo. Sia come preghiera, sia come opere di carità, sia come penitenza, come sacrifici. E un mondo invisibile che non possiamo vedere con gli occhi o toccare con le mani, questo “interno” della Chiesa. Lo dobbiamo soprattutto ammirare ed adorare. Gesù ci ha detto una volta: “il Regno di Dio sta dentro di voi, è già presente”. Questo Regno è nei vostri cuori, nella vostra comunità visibile. Questo dobbiamo ammirare, adorare con una visita pastorale.
In conclusione vorrei ringraziare tutti i presenti e anche quanti non hanno potuto essere qui. A tutti voglio esprimere il mio ringraziamento per la collaborazione offerta a questo Consiglio Pastorale, dove si pensa al bene comune di questa parrocchia, dove si pensa ad essere più degnamente Corpo di Cristo. Pensiamo alla Chiesa visibile ma anche al mondo invisibile, al Regno di Dio che sta dentro di noi, che diventa e si fa sempre visibile. E il Corpo di Cristo, è la continuazione del mistero del Natale, della Pasqua, della Morte, della Croce e della Resurrezione. E il mistero di Cristo.
Alle Suore
Carissime sorelle, vi ringrazio soprattutto per quello che siete, ma anche per quello che fate per la parrocchia. Ma vorrei anche invitarvi ad essere di più, non tanto ad avere di più come ci insegna il Concilio, ma ad essere di più. Essere di più per una finalità specifica che viene marcata da questa Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani. Vi auguro di essere ancora di più consacrate per questa finalità che è tanto cara, tanto importante, tanto centrale nel cuore di Cristo. Se lui, la sera prima della sua passione, ha detto “che siano una cosa sola come io sono Padre in te e Figlio tu in me, siano anche loro in noi una cosa sola”, questa finalità sta profondamente nel suo cuore e quelle che noi chiamiamo divisioni dei cristiani sono ferite nella Chiesa e anche nel cuore di Cristo. Vi affido questa intenzione non solamente in questi giorni ma per tutto l’anno e per l’avvenire.
Ai giovani
Saluto cordialmente tutti i presenti che compongono questa comunità giovanile della vostra parrocchia, tutti coloro che nella parrocchia, e specialmente nell’oratorio, cercano un incontro con Cristo. Vi auguro di incontrarlo così come lo hanno incontrato tanti che hanno seguito le sue orme, la sua parola, il suo esempio. Il giovane ricco di cui parla il Vangelo, non l’ha fatto ed è rimasto triste, perché non poteva accettare quello che Gesù domandava a lui. Alcuni di noi possono comportarsi in modo simile, perché non si sentono in grado di accettare le sue esigenze. Specialmente nella vostra età accade questo fenomeno. Vi sembrano molto difficili da accettare le esigenze di Cristo, quello che ci dice, il suo Vangelo, così bello ma così impegnativo. Alcuni giovani come quello del Vangelo, possono rimanere tristi, non seguire Gesù. Vi auguro di fare altrimenti, di fare, ad esempio, come san Cipriano e tanti altri, anche giovani, che non hanno mancato alla chiamata di Cristo. Se le sue esigenze sembrano difficili da accettare, troppo impegnative, si può sempre contare sul suo aiuto, sulla sua grazia. Pregando si vede che queste esigenze del Vangelo non sono così impossibili, irrealizzabili; anzi, esse danno alla nostra vita il vero gusto che si raggiunge solo con la consapevolezza di Cristo. Vale la pena di vivere così! Auguro a tutti i giovani della parrocchia di arrivare attraverso le stesse esperienze all’incontro con Cristo nella loro vita.
Alle comunità neocatecumenali
Mi viene sempre in mente questa parola che ho anche introdotto come parola di vita per l’anno mariano e per l’enciclica Redemptoris Mater. Questa parola di Maria, “Sei beata perché hai creduto nel Signore”, la ripeto perché è certamente centrale nel cammino di fede della Vergine. Su questa parola ho impostato tutta l’enciclica mariana. Impostata così, può servire alla Chiesa e forse anche ai fratelli separati, perché Maria ci precede nel cammino della fede. Quando vi incontro, vivo sempre un momento di sorpresa, perché tanti di voi dicono che vengono da un’altra sponda dove non si crede, dove non si vive da cristiani, dove anzi si nega Dio e si cerca un altro programma di vita personale e sociale. E poi hanno trovato questo cammino.
Essi sono entrati in questa strada e dicono: “abbiamo trovato la gioia, abbiamo trovato la pace”. Carissimi, voi camminate sostanzialmente all’interno di questa parrocchia. Camminate nel mondo contemporaneo, questo mondo odierno, molto ricco e opulento, progredito e sicuro di sé per le sue ricerche e le sue invenzioni. Voi camminate in questo mondo che nello stesso tempo fa fatica a camminare. Penso che il carisma speciale di questo movimento, di questo cammino, è appunto quello di camminare insieme con i nostri contemporanei, con questi uomini ricchi e poveri allo stesso tempo: andare tra di loro e portare la testimonianza di un altro cammino, di un’altra vita, di un’altra prospettiva. Questo è il cammino di Maria, il cammino di fede. Voi camminate con lei lungo lo stesso cammino. Pensate sempre che voi così camminate con Maria, che cammina con tutti perché Madre: con la Chiesa, con la cristianità, con i cristiani che difficilmente ritrovano la loro unità con un mondo diviso tra Ovest ed Est, Nord e Sud, poveri e ricchi. Il vostro carisma è come quello di Maria: camminare nella fede e portare nella fede la testimonianza a tutti, la testimonianza di un’altra possibilità, di un’altra auto-realizzazione. L’uomo cerca di realizzarsi e non vi riesce. A questo uomo si deve testimoniare la realizzazione che Maria trova in Cristo. lui è la vera auto-realizzazione dell’uomo. Perché egli dice: “io sono la via, la verità, la vita”.
Vi auguro di continuare in questa parrocchia, in questa vocazione e in questo cammino.
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