DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI GIOVANI PARTECIPANTI AL PELLEGRINAGGIO
DEL GRAN DUCATO DI LUSSEMBURGO
Giovedì, 19 aprile 1990
Cari amici del Gran Ducato.
È con grande gioia che oggi vi accolgo, nel proseguimento della Giornata Internazionale dei giovani e dell’incontro della domenica delle Palme che abbiamo avuto qui a Roma, in cui migliaia di giovani sono venuti a celebrare la propria fede insieme al Papa. Rivolgo i miei cordiali saluti al vostro arcivescovo mons. Jean Hengen, che vi accompagna in questo pellegrinaggio. In questa settimana di Pasqua, dedicata alla presa di coscienza della risurrezione del Cristo, ricordiamo anzitutto il nostro battesimo: per ciascuno di noi, esso è l’atto con cui la Chiesa ci rende partecipi della morte e della vittoria del Signore.
Voi, giovani, siete in un periodo di formazione, e vi invito a scoprire sempre meglio il Cristo vivente e il suo messaggio. Vi esorto a rinnovare l’impegno, che avete assunto mediante il battesimo, di seguire il Cristo con rinnovato vigore. So che prendete parte attivamente alla grande preghiera liturgica della Chiesa. Il servizio della domenica, tra le altre cose, vi fa partecipi della celebrazione della Pasqua: ogni domenica, infatti, i cristiani desiderano riunirsi per rivivere il trionfo del Cristo risorto, per renderne grazie e comunicarsi alla sua presenza. Essi attribuiscono grande importanza alla liturgia domenicale, poiché vi attingono energia spirituale e vi trovano il senso della propria esistenza. Come le pie donne inviate da Gesù ad annunciare la notizia della sua risurrezione, così anche voi siete chiamati a essere testimoni del Cristo. Preparatevi al vostro apostolato di adulti nella Chiesa. Siate aperti al Signore che, oggi come ieri, invita a seguirlo. Come Paolo, folgorato sulla via di Damasco, dite anche voi: “Signore, cosa vuoi che io faccia?” (At 22, 10). In quest’anno in cui il Lussemburgo venera in maniera particolare il grande missionario San Willibrord, mi auguro che altri giovani del Lussemburgo seguano la sua scia per continuare l’evangelizzazione del Paese e dell’Europa, nella quale il Gran Ducato occupa una posizione tanto particolare. Spero che, tra di voi, molti ascoltino l’appello del Signore a “lasciare le reti” per consacrare la loro vita al ministero sacerdotale o alla vita religiosa. Chiunque, uomo o donna, sia chiamato da Dio, riceve la grazia, giorno dopo giorno, per proseguire il cammino al quale è destinato. Coraggio, dunque! Come a tutti i giovani, vi rinnovo la mia fiducia. Prego per voi e impartisco di cuore su voi tutti e sulle vostre famiglie e gli educatori la mia benedizione apostolica.
Buona permanenza a Roma e buon tempo di Pasqua!
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