DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI RAPPRESENTANTI DELLA COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO
Sabato Santo, 14 aprile 1990
Cari fratelli e sorelle della comunità di Sant’Egidio, accolgo con gioia tutti voi, che siete venuti da diversi Paesi del mondo per celebrare insieme la Pasqua del Signore.
Seguo con affetto la vostra vita e il vostro impegno. Voi avete compreso come vivere nella Chiesa locale di Roma comporti anche dilatare il cuore alle preoccupazioni per i credenti di tutto il mondo. In questa prospettiva la “Comunità di S. Egidio” si è impegnata in varie aree con tenacia e sensibilità, per favorire la ricerca della pace in Paesi dilaniati dalla guerra, per sviluppare il dialogo, per manifestare la solidarietà ai bisognosi, specie in regioni dove si soffre la fame e la penuria del necessario per aiutare comunità cristiane in difficoltà o carenti di libertà religiosa.
La presenza di rappresentanti di “Comunità di S. Egidio” di varie nazioni, che si sono uniti alle comunità di Roma e d’Italia per la Pasqua, mostra un’ulteriore diffusione. Le vostre piccole comunità, infatti, si sono radicate in diverse Chiese locali e in differenti contesti culturali, con quella caratteristica di amore per il Vangelo e di servizio ai poveri che vi contraddistingue. E come già ho avuto occasione di dirvi, “questo è bello: e mi tocca il cuore, come vescovo di Roma, che sempre deve pensare non a Roma solamente, ma a tutto il mondo” (Giovanni Paolo II, 17 settembre 1986, in Insegnamenti, IX/2 [1986] 650).
Anche se non avete molte risorse, voi ricordate sovente quello che Pietro disse allo storpio, simbolo di un’umanità dolente: “non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Cristo Gesù, il Nazareno, cammina” (At 3, 6). Questo è ciò che avete da dare al mondo. Vi esorto, allora, alla luce del Cristo risorto, a perseverare nella testimonianza della fraternità, nello spirito di preghiera, nell’amore per i deboli.
Prima di salutarvi vi affido un incarico: portate l’incoraggiamento e il saluto del Papa ai vostri fratelli e alle vostre sorelle delle comunità che sono sparse nei vari Paesi.
A tutti invio con grande affetto la mia benedizione apostolica.
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