VISITA PASTORALE IN CAMPANIA
INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LA POPOLAZIONE NELLA PIAZZA DEL MUNICIPIO
Aversa (Caserta) - Lunedì, 12 novembre 1990
Signor sindaco,
venerato fratello nell’episcopato,
cari fratelli e sorelle!
1. Sono veramente lieto di trovarmi qui, oggi, tra voi nella dinamica e generosa città di Aversa, ultima tappa di questo mio pellegrinaggio pastorale. Saluto il signor sindaco e lo ringrazio per il nobile indirizzo che mi ha rivolto a nome di tutta la cittadinanza. Esprimo un vivo ringraziamento anche al vostro vescovo, il caro fratello mons. Giovanni Gazza, che con animo di pastore ha interpretato i sentimenti di questa illustre e antica Chiesa. Saluto e ringrazio tutti voi, fratelli e sorelle, per il calore della vostra accoglienza, in cui ravviso una vivace testimonianza di fede e di comunione ecclesiale.
Nella mia visita a questa parte della “Campania felix”, ricca di vitalità, ho voluto sostare, sia pur brevemente, nella vostra terra aversana, che fin dai tempi della Chiesa apostolica era passaggio obbligato dei cristiani che provenivano dall’Oriente ed erano diretti verso la Capitale.
Narrano gli “Atti degli apostoli” che san Paolo, quando scese dalla nave a Pozzuoli, fu pregato dai fratelli nella fede di trattenersi con loro per qualche giorno. Così, secondo un’antica tradizione, l’apostolo prima di proseguire il suo viaggio verso Roma, qui fece sosta. E proprio a ricordo del suo soggiorno, il primo nucleo della vostra città prese il nome assai significativo di “san Paolo ad Averze”. Quando, poi, l’agglomerato crebbe e divenne città fortificata e sede vescovile, fu costruita la cattedrale, della quale celebrate quest’anno il IX centenario della fondazione. Essa fu dedicata appunto a san Paolo e venne consacrata dal mio predecessore san Leone IX, un Papa che, malgrado le difficoltà delle comunicazioni di quei tempi, percorse l’Italia e l’Europa, dedicando ogni suo sforzo all’opera di rinnovamento della Chiesa e della società.
Aversa fu meta di altri Pontefici, a riprova di una fedeltà al Vangelo e di una pratica cristiana, che hanno sempre contraddistinto la vostra tradizione cittadina e diocesana.
Questa sera leggo nei vostri volti la gioia rinnovata di ospitare ancora una volta il vescovo di Roma. Grazie Aversa per l’affetto con cui accogli il successore di Pietro; grazie per la simpatia con cui gli apri le tue porte e il tuo cuore!
2. Assai fortunata è la vostra comunità che, nata alla fede nell’epoca apostolica e già distintasi per la sua carità e per il suo spirito di accoglienza, ebbe modo di ascoltare dalle stesse labbra dell’apostolo delle Genti l’annunzio del Vangelo. Quell’annunzio sempre nuovo, sempre attuale, ha percorso i secoli, ha formato intere generazioni e ha conservato sino ad ora la sua energia dirompente, capace di cambiare i cuori degli uomini, e di trasformare il mondo dalle fondamenta.
Sono fra voi, oggi, carissimi fratelli e sorelle, per ripetervi quello stesso annuncio, ripreso da Paolo e proclamato con vigore dalla Chiesa. Non scoraggiatevi per le prove e le difficoltà che la vita presenta! Tenete, piuttosto, sempre viva nella mente e nel cuore la certezza dell’amore di Dio! Siate cristiani coraggiosi, ripieni di speranza e di gioia!
Voi siete figli di Dio e, quindi, coeredi di Cristo, chiamati a partecipare alle sue sofferenze, ma destinati anche a condividere la sua gloria. “Le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura, che dovrà essere rivelata in noi” (Rm 8, 16-18). Queste parole i vostri antenati forse udirono dalla stessa voce di Paolo. Oggi le ripete a voi il vescovo di Roma, la città dove l’apostolo coronò col sangue la sua testimonianza a Cristo.
3. Cari fratelli e sorelle, so che i problemi della vostra città sono complessi e gravi. Conosco le contraddizioni che segnano il tessuto sociale della vostra terra, ma nello stesso tempo mi è nota la ricchezza della vostra umanità e la vitalità del vostro temperamento.
Molte difficoltà hanno origini secolari e sono comuni a tutta la regione e al meridione d’Italia. Altre, invece, più recenti, sono dovute al rapido sviluppo di questi anni, che ha interessato in maniera particolare la vostra terra, situata nella fascia periferica della metropoli partenopea. Così, ad esempio, il problema della sovrappopolazione: difatti, la vostra zona presenta l’indice di concentrazione demografica più alto d’Europa. Dieci anni fa, inoltre, in occasione del sisma che colpì la Campania, si sono riversati nella campagna aversana migliaia di profughi. È poi sopraggiunto, in questi ultimi anni, un gran numero di immigrati, provenienti da Paesi lontani, in cerca di lavoro.
E la situazione oggi appare quasi ai limiti dell’emergenza: scarsità di abitazioni e di servizi, dall’acqua all’energia, alloggi di fortuna, ingorghi di traffico, carenza di spazi vitali, disoccupazione, soprattutto giovanile, aumento di attività criminose, emarginazione sociale e incremento della devianza minorile.
4. Problemi gravi, dunque! Il Papa è qui per esortarvi a non lasciarvi frenare nel vostro coraggio e nella vostra generosità. Non esistono difficoltà che non si possano superare! Ha detto a Napoli il card. Giordano: “Napoli non si arrende”. Io lo ripeto volentieri anche qui: “Aversa non si arrende”.
A osservare bene la vostra terra, molte delle problematiche hanno origine dal dato positivo che voi siete una città ospitale, generosa nell’accoglienza umana e cristiana. La vostra è, per antichissima tradizione, “terra di lavoro”. È la “Campania felix”: campagna fiorente, grazie alla fertilità del terreno e alla capacità dei suoi abitanti, alla loro tenacia e laboriosità, allo spirito di sacrificio e d’iniziativa. Doti, queste, che sono insieme umane e cristiane, e sulle quali potete costruire il vostro futuro a dimensione d’uomo.
Molto è già stato fatto per affrontare e risolvere questi problemi. Occorre proseguire nell’impegno e nello sforzo solidale. Portate a termine le opere di ricostruzione materiale, operando insieme e con coraggio per un effettivo rilancio dei valori morali. Solo un profondo e autentico rinnovamento delle coscienze, ispirato al progetto divino, renderà possibile alla vostra città di proseguire nel solco delle nobili tradizioni umane e spirituali che hanno contraddistinto la vostra storia civile e religiosa. Occorre, certo, il contributo di tutti. Nessuno si tiri indietro!
Rifulgano piuttosto nella vita della vostra città il servizio e la solidarietà, la collaborazione e lo spirito di fraternità. Sia la famiglia il nucleo fondamentale di questa vasta opera di rilancio dei valori su cui si regge la civile convivenza. La famiglia cristiana, che si ispira al Vangelo e al patrimonio della vostra secolare esperienza, sarà scuola insostituibile di umanità e di rinnovamento sociale. L’amore sincero sia il segreto del vostro successo. Dio vi aiuti e vi protegga sempre!
A tutti la mia benedizione.
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