DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
A MONSIGNOR GIOVANNI ENRICO BOCCELLA,
IN OCCASIONE DEL 50° ANNNIVERSARIO
DELLA SUA ORDINAZIONE SACERDOTALE
Venerdì, 26 aprile 1991
Venerato fratello,
Cari religiosi francescani, amici e familiari! Sono lieto di accogliere in questa particolare Udienza Lei, Monsignor Giovanni Enrico Boccella, Arcivescovo titolare di Efeso e già Ministro Generale del Terz’Ordine Regolare di San Francesco, nella fausta circostanza del 50 anniversario della sua Ordinazione Sacerdotale. Porgo a Lei il mio augurio fraterno ed a quanti L’accompagnano il mio saluto più cordiale.
Ringrazio con Lei il Signore per questi cinquant’anni di intenso ministero e per i doni elargiti nelle diverse mansioni pastorali affidatele.
Lei è stato Superiore del Collegio degli Scolastici nella provincia di Washington, Ministro Provinciale della Medesima Sede e Ministro Generale del suo Ordine. Paolo VI La nominò, infine, Vescovo di Izmir in Turchia, luogo in cui Ella poté esprimere in modo particolare la carità e lo spirito del Vangelo tra le popolazioni cristiane e nei rapporti con i Musulmani.
La Provvidenza di Dio L’attendeva in seguito per un altro tipo di apostolato: quello della sofferenza, della pazienza, dell’abbandono fiducioso alla sua Volontà. All’impegno pastorale diretto Lei ha sostituito il ministero nascosto del suo sacrificio. Quanti La conoscono e L’apprezzano Le sono grati per questo esempio di fedeltà generosa alla Volontà di Dio.
Nel cinquantennio della sua Ordinazione Sacerdotale, ricordando il bene da Lei compiuto a vantaggio della Chiesa, del Terz’Ordine Regolare e di tante anime, anch’io La ringrazio di cuore e insieme con i Confratelli e i familiari Le auguro serenità e fiducia. La Chiesa oggi ha bisogno di vigorose testimonianze sul valore della preghiera, della contemplazione, del sacrificio offerto con umiltà in unione con Cristo crocifisso. Il suo forzato distacco dalla vita attiva solo apparentemente La tiene separata dall’apostolato. Lei sa di essere vicino alle anime, e per esse invoca la grazia che salva. San Francesco conobbe simili momenti nella sua esistenza e, come è noto, propose per i suoi frati una forma di vita evangelica basata specialmente sulla “conversione del cuore” e sulla “spiritualità penitenziale”.
Le sia di conforto, caro fratello, la Vergine Maria, nostra Madre, e San Francesco continui ad illuminarLa, a consolarLa, a rendere sempre efficace per la Chiesa la sua vita e il suo apostolato.
Le assicuro anch’io il ricordo nella mia orazione, mentre con vivo affetto e benevolenza imparto a Lei ed a tutti i presenti l’apostolica benedizione!
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