DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALL'ISPETTORATO DI POLIZIA DI STATO
PRESSO LA CITTÀ DEL VATICANO
Sabato, 23 febbraio 1991
Signori funzionari ed agenti di Pubblica Sicurezza presso il Vaticano!
1. Mi è particolarmente gradito porgere il mio cordiale saluto a Lei, Signor Dirigente Generale, ed a tutti voi, dipendenti dell’Ispettorato di Pubblica Sicurezza presso la Città del Vaticano, che siete venuti con i vostri familiari a portarmi il gentile omaggio augurale per l’anno 1991.
Ringrazio per le parole amabili che mi sono state rivolte anche a nome di tutti i presenti. Ringrazio tutti voi per l’occasione che mi offrite di esprimere i miei fervidi sentimenti di apprezzamento e di gratitudine per l’opera solerte e diligente che svolgete per assicurare un servizio d’ordine tanto importante e responsabile.
2. La vostra presenza rinnova in me la buona impressione di quanto ho avuto modo di vedere nei miei spostamenti e nelle visite pastorali nella diocesi di Roma e nelle altre Città d’Italia, come pure durante eventi straordinari della vita della Chiesa, quale è stato, ad esempio, lo svolgimento del Sinodo dei Vescovi nello scorso mese di ottobre. In queste occasioni ho potuto notare soprattutto l’esemplare premura e la nobiltà d’animo che ispirano il vostro servizio e che vi fanno compiere il dovere con fedeltà e dedizione, talvolta con grave sacrificio, a causa anche di orari straordinari. Ma quello che più mi è gradito costatare, è che tutto fate con amore e con fede. Tale binomio, che si armonizza in voi, di fedeli Funzionari dello Stato e di figli devoti della Chiesa, vi consente di assicurare attorno alla persona del Papa quel clima di ordine e di raccoglimento che è indispensabile per una fruttuosa partecipazione alle cerimonie religiose.
Codesta preziosa esperienza, che per dovere di ufficio voi fate in mezzo ai pellegrini provenienti da ogni parte del mondo per venerare il sepolcro del Principe degli Apostoli e per vedere il suo Successore, valga a rendervi sempre più forti e coerenti nella vostra fede e a non aver timore o rispetto umano nel manifestarla nell’ambito delle vostre rispettive famiglie, del vostro servizio e dovunque veniate a trovarvi.
3. Con questi sentimenti, mentre formulo per il nuovo anno, da poco iniziato, l’auspicio di serena prosperità per voi e per i vostri familiari e congiunti, vi imparto di cuore la mia benedizione, che estendo a tutti i vostri cari.
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