DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI CONSIGLIERI ECCLESIASTICI
DELLA COLDIRETTI
Castel Gandolfo - Giovedì, 12 settembre 1991
Carissimi fratelli!
1. Sono lieto di incontrarvi, e vi sono grato per la vostra visita. Ringrazio il Consigliere ecclesiastico nazionale della vostra Confederazione, Monsignor Biagio Notarangelo, che mi ha espresso i vostri sentimenti di devozione, informandomi pure circa i lavori del vostro ventiquattresimo Convegno Nazionale.
Saluto poi i Dirigenti della benemerita Coldiretti e, in modo particolare, il Presidente, l’Onorevole Arcangelo Lobianco. A lui esprimo sincera riconoscenza per l’impegno con cui segue la vostra attività, fornendovi concrete opportunità di aggiornamento sui problemi religiosi e sociali emergenti nel mondo agricolo-rurale.
Saluto cordialmente ciascuno di voi e mi compiaccio per la diligenza con cui sistematicamente vi dedicate, attraverso questi incontri nazionali, allo studio delle nuove situazioni economiche, culturali e morali, cercando di discernere negli avvenimenti contemporanei “i segni dei tempi” e di trarne le opportune indicazioni educative e pastorali.
2. Il tema del vostro Congresso - “La nuova Europa e il mondo rurale” - è quanto mai attuale e riveste un’indubbia importanza, soprattutto ora, alla luce dei rapidi rivolgimenti politici e sociali dei quali ho avuto modo di parlare anche nella mia recente Enciclica Centesimus annus (cf. Ioannis Pauli PP. II, Centesimus annus, cap. III).
Si aprono per le Nazioni europee, come del resto per gli altri Continenti, inedite stagioni di speranza, ma emergono purtroppo anche segni di giustificata apprensione. Se i Paesi dell’Europa orientale attraversano una non facile fase di trapasso sociale ed economico, le difficoltà dell’economia agricola e della società rurale si fanno sentire anche nelle Nazioni dell’Europa occidentale. Tali difficoltà aumentano quando i sistemi e i meccanismi sociali non rispettano i diritti della persona, le esigenze della famiglia, la libertà d’iniziativa, d’impresa, d’associazione. Non ci può essere, infatti, autentico sviluppo senza rispetto per l’uomo.
Alla luce di tali considerazioni appare sempre più chiaro che l’auspicata costruzione della “casa comune” europea potrà farsi solo impegnandosi a superare gli squilibri che oggi esistono e cercando di tener conto della dimensione morale del progresso.
Occorre privilegiare, in spirito di reale solidarietà, i settori e le categorie più deboli, perché solamente in questo modo si potrà avanzare verso un ordine sociale ed economico libero e fraterno.
3. Durante i lavori del vostro Convegno avete, inoltre, ricordato il 30 anniversario dell’Enciclica Mater et magistra, dedicata in gran parte al mondo agricolo-rurale. Oggi molte situazioni sono cambiate, ma le indicazioni del mio venerato predecessore Giovanni XXIII conservano nel loro insieme piena validità. E desidero anch’io sottolineare l’esigenza che si dia un forte sostegno all’impresa familiare, all’associazionismo professionale, economico e sindacale, alla crescita della società civile e alla partecipazione (cf. Ioannis XXIII, Mater et magistra, 32; Ioannis Pauli PP. II, Centesimus annus, 35).
Ciò appare tanto più necessario quanto più ampia e complessa diventa l’interdipendenza fra i settori produttivi, fra i sistemi economici di uno stesso Continente e dell’intera Comunità mondiale.
4. Carissimi fratelli! Il vostro ministero sacerdotale nella Coldiretti e nella Chiesa si caratterizza oggi per la competenza e l’esperienza nell’educazione sociale e cristiana di dirigenti e organizzatori sindacali, di uomini e donne che lavorano nell’agricoltura.
Sono trascorsi quarant’anni dalla nomina del primo Consigliere ecclesiastico della Coldiretti nella persona di colui che sarebbe poi diventato il Cardinale Pietro Pavan e in tutti questi anni è stato da voi reso un prezioso servizio all’interno del mondo rurale.
Proseguite su questa linea per far sì che coloro fra i quali operate accolgano con generosità il messaggio evangelico e ad esso conformino la loro esistenza e le loro attività. Continuate a sviluppare, approfondire e proporre coraggiosamente, nella vostra azione educativa fra gli operatori agricoli, le vette luminose della spiritualità del lavoro e dello sviluppo, della qualità della vita e della solidarietà, della santificazione della festa, della contemplazione, della lode, del ringraziamento a Dio. Offrite con la vostra testimonianza un esempio di costante fedeltà a Cristo e al suo Vangelo.
Il Signore, sorgente di ogni dono, conforterà i vostri generosi propositi, alimentando il coraggio del bene e la fiducia nella sua azione; sosterrà lo slancio dei coltivatori e delle coltivatrici della terra, dei giovani e degli anziani, di tutto il popolo rurale, affidato alle vostre cure pastorali.
Vi guidi in ogni azione con tenerezza materna la Vergine Maria, nella cui festa onomastica si svolge questo nostro incontro.
Di cuore tutti vi benedico.
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