VISITA PASTORALE A LATINA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
ALLA POPOLAZIONE DI LATINA
Latina - Domenica, 29 settembre 1991
Signor Sindaco,
Autorità presenti,
Carissimi fratelli e sorelle,
1. Dopo aver fatto visita questa mattina alla casa di Santa Maria Goretti, a Le Ferriere di Conca, giungo ora fra voi per incontrare l’intera popolazione di questa Città e della pianura Pontina, terra fertile e generosa.
Saluto cordialmente ciascuno di voi e vi ringrazio per la vostra calda accoglienza.
In particolare, rivolgo un fraterno saluto al venerato Pastore di questa Diocesi, Mons. Domenico Pecile, ai Sacerdoti, ai Religiosi, alle Religiose, ai Laici attivamente impegnati nell’apostolato e a tutte le forze vive della vostra dinamica e composita Comunità ecclesiale.
Dirigo il mio deferente pensiero al Signor Sindaco, ringraziandolo per le cortesi parole di benvenuto che ha voluto rivolgermi.
Vorrei anche manifestare i miei grati sentimenti al Signor Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, alle Autorità Provinciali, Regionali e Comunali, Politiche, Amministrative e Militari qui presenti, come pure a tutti coloro che hanno cooperato alla realizzazione della mia visita.
2. Questo pellegrinaggio a Latina si svolge in occasione del centenario della nascita della “piccola e dolce Martire della purezza”, come Pio XII ebbe a definire Santa Maria Goretti, durante il solenne rito di Canonizzazione, il 24 giugno del 1950.
La sua fu un’esistenza del tutto simile a quella che molti di voi continuano a condurre, nella semplicità della vita familiare e nella fatica quotidiana del lavoro agricolo ed artigianale. Per questo la sentite a voi vicina.
Ma Santa Maria Goretti è una testimonianza viva per tutta la Chiesa.
In quest’epoca, pericolosamente insidiata da tante forme di materialismo pratico, dove la violenza non cessa di preoccupare per le sue impensate manifestazioni che non risparmiano purtroppo nemmeno bambini ed esistenze innocenti, “l’Agnese del secolo XX”, diventa un richiamo ed un messaggio di speranza.
Maria Goretti, con la fortezza dimostrata nella prova - fortezza che certo non poteva provenirle solo dalla fragile natura, ma era dono dello Spirito Santo - insegna che il corpo umano è degno di rispetto e mai può essere ridotto ad oggetto di voluttà o di materiale appagamento.
Colpita a morte, è caduta perdonando.
La beatitudine evangelica della purezza del cuore, accompagnata da quella della povertà di spirito, diventa così generatrice di perdono e di pace.
Esempio nel martirio e modello di riconciliazione, la piccola contadina, iscritta nell’albo dei Santi, invita il popolo cristiano, e quanti hanno a cuore le sorti dell’uomo, ad imitarla nella fede e nella fedeltà al volere di Dio. Solo infatti su questi valori è possibile costruire un mondo fraterno e solidale.
3. Realizzare una società a dimensione d’uomo: ecco anche la vostra aspirazione, cari abitanti della Pontina.
La vostra è una Comunità relativamente giovane, costruita col sacrificio dei primi bonificatori e con l’abnegazione di tante persone che hanno speso le loro energie nei vari campi della convivenza umana: culturale, sociale, politico e religioso.
Ora occorre andare avanti, rinnovando gli sforzi ed unendo le energie per adeguare quanto già è stato conseguito alle mutate esigenze dei nostri giorni.
Voi, Responsabili della cosa pubblica, sapete bene che l’azione politica è un’arte nobile e difficile (cf. Gaudium et spes, 75), la quale richiede chiarezza nelle mete da perseguire, saggezza e determinazione nella via da intraprendere, coraggio e coerenza nell’avanzare su di essa, escludendo ogni cedimento a compromessi incompatibili con un sano rigore morale.
L’obiettivo da raggiungere è sempre il bene comune, che va anteposto ad ogni interesse personale o di parte, privilegiando soprattutto le necessità dei poveri.
Camminare “sul passo degli ultimi”, secondo l’indicazione offerta in un recente documento dei Vescovi italiani, è il criterio a cui occorre ispirarsi per edificare una società veramente umana. Ad esso sappiate uniformare anche il vostro impegno sociale, così che ciascuno di voi possa farsi protagonista di un efficace contributo alla difesa della dignità della persona, della stabilità della famiglia, della vivibilità dell’ambiente, sulla strada maestra della solidarietà.
Che tutti siano veramente responsabili di tutti!
Non vi trattengano le difficoltà e gli ostacoli. Uniti potrete far fronte validamente alle tante e delicate urgenze della vostra Città, specialmente a quelle che più vi stanno a cuore in questo momento: la condizione giovanile e la situazione degli immigrati.
I giovani hanno bisogno di valori e di ideali su cui basare la loro esistenza. I fenomeni di emarginazione nei quali alcuni di essi si trovano coinvolti, il diffondersi della droga e l’estendersi dell’Aids, sono sintomi preoccupanti di un vasto malessere interiore che investe la nostra società. Occorre certamente impegnarsi per la cura e la riabilitazione di quanti sono in difficoltà e le quattro Comunità terapeutiche presenti in Diocesi, condotte con la collaborazione degli Enti Locali e del Volontariato, rappresentano una risposta importante al problema. Ma è soprattutto necessario lavorare nel campo della prevenzione. Si devono offrire ai giovani aiuti concreti, perché siano in grado di costruire in maniera responsabile il loro futuro e collaborare al reale progresso dell’intera Comunità.
Nella vostra città, allora, aperta all’accoglienza e alla fraternità, non si sentiranno emarginati gli immigrati, i nomadi, e quanti vi giungono in cerca di lavoro. Come avvenne un tempo per i vostri padri, potranno anch’essi sentirsi attivi protagonisti di un consorzio civile che guarda con fiducia verso l’avvenire.
4. Cari amici, vi sostenga in quest’impresa, spirituale e materiale, l’intercessione di Maria Goretti, dei Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, dei quali oggi celebriamo la festa, e dei vostri numerosi celesti Patroni.
Vi sia di incoraggiamento il ricordo delle prime Comunità cristiane di questa Regione che l’apostolo Paolo, in viaggio verso Roma, incontrò a Foro Appio - l’attuale Borgo Faiti - e alle Tre Taverne - oggi, Cisterna. Si legge negli Atti degli Apostoli che “Paolo, al vederli, rese grazie a Dio e prese coraggio” (At 28, 15-16). Possa avvenire così pure oggi.
Che chiunque giunge fra voi, si senta accolto come in una famiglia animata da sincera amicizia, così da essere indotto a “render grazie a Dio” e a “riprendere coraggio”.
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