MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PATRIARCHI, ARCIVESCOVI E VESCOVI CATTOLICI LIBANESI
Sabato, 20 giugno 1992
Ai Patriarchi, Arcivescovi e Vescovi cattolici del Libano
Venerati Confratelli,
È la seconda volta da quando sono stato nominato successore dell’Apostolo Pietro e sono stato incaricato di “pascere gli agnelli” del Signore (Gv 21, 15-17) che mi rivolgo a voi, successori degli Apostoli in terra libanese per dirvi quanto mi stia a cuore la difficile situazione del vostro Paese e quanto desideri vederlo risollevato dalle sue rovine, materiali e spirituali, frutti amari di sedici anni di una guerra devastante e terribile.
È passato un anno dall’annuncio della convocazione dell’Assemblea Speciale per il Libano del Sinodo dei Vescovi e, in essa, già indicavo gli obiettivi da perseguire, affinché questa iniziativa avesse buon esito: le Chiese cattoliche del Libano devono, innanzitutto, interrogarsi su se stesse, sulla loro fedeltà al messaggio evangelico e sul loro impegno a viverlo con coerenza; infine devono anche sforzarsi di riscoprire le radici della loro fede per un rinnovamento spirituale delle loro comunità.
Nel settembre 1991, il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, Mons. Jan Schotte, CICM, si è recato sul luogo, sia per stabilire un primo contatto con la realtà libanese sia per chiarire e spiegare ai vari gruppi ecclesiali libanesi gli scopi e i mezzi dell’Assemblea Speciale. Allo stesso tempo, ha organizzato una consultazione preliminare informale aperta a tutte le persone di buona volontà allo scopo di conoscere le aspettative del popolo libanese riguardo al Sinodo.
del Consiglio della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi per l’Assemblea Speciale del Libano. Fra questi ultimi ho scelto un Vescovo-Coordinatore per la preparazione in loco dell’Assemblea sinodale, nella persona di Mons. Béchara Rai, Vescovo di Jbeil dei Maroniti. Questo Consiglio si è riunito una prima volta a Roma, nel marzo scorso, e una seconda volta in questi giorni a Beirut. Il lavoro svolto sinora lascia ben sperare per l’avvenire.
In effetti, la situazione attuale del Paese richiede soluzioni radicali, ma, innanzitutto, esige da tutti i libanesi una vera conversione del cuore e dello spirito, conversione che solo Dio, nella sua “divina filantropia”, può concedere. I Cristiani, in particolare, avranno a cuore di lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, spirito di consolazione e di amore, spirito di riconciliazione e di perdono reciproco, per dare il (oro specifico contributo al rinnovamento di tutta la società.)
Già molte volte in passato, e spesso in modo eroico, il Libano ha saputo testimoniare il suo attaccamento a Cristo. Ancora oggi, e più di ieri, i cristiani del Libano devono rendersi conto della speranza che è in loro (cf. 1 Pt 3, 15), che brilla come una lampada in un luogo oscuro (cf. 2 Pt 1, 19) e che arde della dolce carità di Cristo (cf. 1 Pt 4, 8).
Ed è per questo, per favorire questo movimento di conversione interiore tanto desiderato e atteso, quale segno precursore del risollevarsi generale della società libanese, che voglio ora rendere pubblico l’argomento di questa Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per il Libano. Ho scelto questo tema, su proposta dei membri del Consiglio della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, dopo averne valutato i motivi. Infatti, tale tema ricorda che Cristo è la fonte di ogni bene, che il fine a cui bisogna tendere è la conversione dei cuori, conversione di cui sono conseguenze dirette la solidarietà e la testimonianza, e che è l’amore di Cristo che spinge i suoi fedeli a unirsi nel servizio spirituale e materiale verso i loro fratelli. La formulazione del tema è, al tempo stesso, moderata e completa: “Cristo è la nostra speranza: rinnovati dal suo Spirito, solidali, testimoniamo il suo amore”.
Per promuovere il fervore dei cristiani e la devozione popolare, in vista della preparazione del cuore e dello spirito a questo grande momento ecclesiale, ho ritenuto opportuno offrire ai fedeli una preghiera speciale per questo Sinodo. Possa confortarli nel loro desiderio di ritorno al Dio misericordioso (cf. 2 Cor 1, 3).
“O Padre Celeste, Misericordioso, Tu che hai colmato tutti gli uomini con il mistero del Tuo amore infinito, sostieni la Chiesa del Tuo unico Figlio nel suo cammino sinodale. Fai che questi giorni siano per lei un momento di benedizione e di salvezza, un momento di apertura e di riconciliazione, un momento di fede e di speranza, nel cuore stesso della tormenta, poiché Tu sei Onnipotente e Misericordioso. A Te ogni grazia per sempre.
“O Gesù Cristo, nostro Dio, nostro Salvatore e nostra Speranza, Tu che hai fondato la Chiesa, segno di salvezza per le generazioni nei secoli, visitala con la Tua Croce vittoriosa affinché le forze dell’inferno non abbiano il sopravvento su di lei. Illuminala con la Tua Parola; guidala nella conoscenza; rinnovala con l’insegnamento del Tuo Vangelo e con la forza dello Spirito Santo. Confermala saldamente nella fede; nutrila col Tuo pane, il pane della verità; unisci i suoi figli con i vincoli della carità e della concordia affinché essa viva di Te e sia testimone del Tuo amore. A Te ogni gloria per sempre.
“O Spirito Santo, Spirito del Padre e del Figlio, dispensatore di carismi, Tu che dimori nella Chiesa e ne fai un Tempio santo, colmaci della varietà infinita dei Tuoi doni affinché possiamo essere membri viventi che si aiutano reciprocamente nell’edificazione della Santa Chiesa. Sii il nostro consolatore, la nostra guida e la nostra forza. Fa che questo Sinodo sia una continua Pentecoste, affinché possiamo portare degnamente il nome di cristiani, con il quale siamo stati chiamati a rendere testimonianza di Cristo e del valore del suo Vangelo permeandone la nostra società.
“Così, nel seno stesso della diversità delle nostre confessioni, dopo lunghe sofferenze, saremo pienamente coscienti di essere tutti fratelli solidali e che il nostro Libano è più che un Paese, che esso è, per sua vocazione storica, un messaggio di fratellanza, di libertà e di dialogo. A te ogni lode per sempre.
“O Vergine Maria, Madre di Dio e nostra Madre, O nostra Signora del Libano, Tu che hai accompagnato il nostro Popolo nei diversi momenti della sua vita e l’hai custodito nella fede, ricorriamo a Te; poniamo il nostro cammino sinodale sotto la Tua protezione e lo affidiamo alla Tua cura materna, affinché ci aiuti a ricevere l’afflato dello Spirito e far sì che Tuo Figlio ci guidi. A Te, onore per sempre”.
Ai nostri fratelli delle altre Chiese cristiane chiedo di accompagnarci nel nostro cammino sinodale e di accoglierlo con comprensione e benevolenza. Che essi siano rassicurati della nostra sincera devozione alla causa comune di un Libano rinnovato nello Spirito.
Esorto anche i libanesi di confessione islamica ad apprezzare i leali sforzi dei loro concittadini cattolici, quale contributo sincero alla collaborazione per la ricostruzione di un Libano che sia terra di libertà e di comunione fraterna.
Infine sono certo che voi, cari Confratelli nell’episcopato, saprete infondere nei vostri fedeli, con il vostro esempio e le vostre parole, l’energia necessaria all’avvio di questo grande progetto.
“Ringrazio continuamente il mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data in Cristo Gesù... Egli vi confermerà sino alla fine, irreprensibili nel giorno del Signore nostro Gesù Cristo: fedele è Dio, dal quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, Signore nostro!” (1 Cor 1, 4).
Che la Sua benedizione scenda su di voi!
Dal Vaticano, 20 giugno 1992.
IOANNES PAULUS PP. II
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