DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AGLI ASSISTENTI ECCLESIASTICI
DELL’AZIONE CATTOLICA ITALIANA
Giovedì, 12 novembre 1992
1. Con grande gioia vi accolgo quest’oggi, carissimi Assistenti centrali, regionali e diocesani dell’Azione Cattolica Italiana, riuniti a Roma per il vostro Convegno annuale. Vi saluto tutti cordialmente. Saluto in particolare Mons. Salvatore De Giorgi, Assistente Ecclesiastico Generale della vostra Associazione, il quale ha così efficacemente interpretato i comuni sentimenti e sintetizzato i lavori svolti in questi giorni. Egli ha anche accennato alle preghiere fatte per la mia salute, in occasione della recente malattia. Ve ne sono sinceramente grato.
2. Il tema, sul quale state riflettendo, è importante ed urgente: si tratta infatti della formazione, intesa nella sua integralità e continuità. Molto opportunamente voi vi siete proposti di considerare con un medesimo sguardo la formazione dei sacerdoti e dei laici, alla luce della recente Esortazione apostolica postsinodale Pastores dabo vobis. Ciò è segno, da una parte, dell’attenzione con cui seguite l’insegnamento della Chiesa e, dall’altra, della convinzione che vi anima circa la stretta interdipendenza esistente tra la formazione dei presbiteri e quella dei laici: “Più si sviluppa”, infatti, “l’apostolato dei laici e più fortemente viene percepito il bisogno di avere dei sacerdoti che siano ben formati” (Pastores dabo vobis, 3). La formazione permanente e integrale dei propri aderenti e soprattutto dei responsabili è sempre stata la preoccupazione principale della vostra Associazione. Nella prospettiva della nuova evangelizzazione, l’ultima Assemblea nazionale l’ha posta come impegno primario del triennio ‘92-’95, ancorandola a solidissime basi: la vita spirituale, centrata sul rapporto con Cristo nello Spirito Santo; la preghiera liturgica e l’ascolto della parola di Dio; l’approfondimento teologico e la catechesi; la conoscenza del Magistero e in particolare della Dottrina sociale della Chiesa. Ciò non mancherà di favorire la personale crescita dei soci nei valori umani e cristiani, portandoli ad essere così veramente “lievito nella massa”, persone capaci di rendere una testimonianza critica all’interno della cultura e delle dinamiche sociali del nostro tempo.
3. Il sacerdote assistente di Azione Cattolica – come ben ricorda lo Statuto – partecipa alla vita dell’Associazione, contribuendo ad alimentare l’impegno spirituale e il senso apostolico dei soci e promuovendone, in particolare, l’unità. Questo egli ottiene, anzitutto, con l’esempio e con l’impegno di una formazione presbiterale permanente e completa, nella dimensione umana, spirituale, dottrinale e pastorale; una formazione colta nella sua “verità intera” ed “originalità inconfondibile”, per “ravvivare” il “dono divino” ricevuto con l’ordinazione, così da “viverlo nella sua intramontabile freschezza e bellezza originaria” (Pastores dabo vobis, 70). Una vita sacerdotale protesa continuamente verso la santità, alla quale il sacerdote è in special modo chiamato con una specifica vocazione (cf. Ivi, 19), è il primo e più grande dono dell’assistente all’Associazione. Egli, pertanto, considererà l’impegno per la propria formazione non solo come un atto di amore a Cristo, che lo ha configurato a sé quale Capo e Pastore, né solo come gesto di coerenza e di fedeltà alla propria vocazione e missione, ma anche come atto di amore verso i laici a lui affidati. Il suo servizio sarà tanto più fecondo quanto più sarà animato da generosa e sapiente carità pastorale, “anima e forma della formazione permanente del sacerdote” (Pastores dabo vobis, 70).
4. L’Assistente ecclesiastico è nell’Azione Cattolica il ministro di Cristo, ossia il servitore della sua presenza nella parola, nei sacramenti e nel mistero stesso della Chiesa: in questo modo egli, camminando a fianco di quanti sono associati in quella singolare forma di ministerialità laicale che è l’Azione Cattolica, li aiuta a vivere la loro consacrazione battesimale e cresimale e a rispondere con piena consapevolezza alla chiamata alla santità secondo la loro peculiare indole secolare. Egli inoltre è il servitore della comunione, il garante dell’unità associativa sul fondamento della più salda comunione col Papa e con i Pastori, che caratterizza il carisma dell’Azione Cattolica, e nell’apertura cordiale e fraterna a tutte le altre aggregazioni laicali nella Chiesa. Il sacerdote assistente è, infine, il servitore della missione. Come tale, egli dev’essere l’animatore dello slancio apostolico dei soci, perché essi, in tutti gli ambiti della nuova evangelizzazione, servano la persona e la società annunziando e testimoniando il vangelo della carità (cf. Christifideles laici, 36).
5. Molto importante, come vedete, è il vostro compito, carissimi Assistenti di Azione Cattolica: voi siete chiamati a sostenere i laici nell’impegno di una vera maturità cristiana, che li renda apostoli nella vita personale, coniugale e familiare, nell’attività professionale, nell’animazione cristiana della cultura, dell’economia, della politica, mediante lo studio attento e la fattiva diffusione dell’insegnamento della Chiesa anche in campo sociale.
Vi esorto a vivere questo apostolato così prezioso nella pienezza della gioia pasquale, per la crescita della Comunità cristiana, della quale l’Associazione è al servizio come singolare ministero associativo, secondo gli orientamenti del Concilio Vaticano II e dei miei venerati predecessori.
Siate animatori e guide di risposte generose alle vocazioni sacerdotali e di speciale consacrazione, delle quali l’Azione Cattolica è stata ed è ancora palestra e fucina feconda.
Proseguite con slancio rinnovato nel vostro servizio alla vita dell’Associazione. Un’Azione Cattolica solida e ben formata recherà un contributo efficacissimo a quella nuova evangelizzazione di cui anche in Italia s’avverte l’urgente bisogno.
Il Signore benedica il vostro ministero e lo renda fecondo con la potenza del Suo Spirito. Vi accompagni la Vergine Madre di Dio e vi proteggano i Santi Patroni dell’Azione Cattolica. Vi sia di conforto pure il mio incoraggiamento e la benedizione apostolica, che imparto di cuore a voi, estendendola, con sentimento grato, a tutti gli Assistenti parrocchiali dell’Azione Cattolica Italiana.
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