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VIAGGIO PASTORALE IN BENIN, UGANDA E KHARTOUM

INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON LA COMUNITÀ COMBONIANA PRESENTE IN UGANDA

Kampala (Uganda) - Lunedì, 8 febbraio 1993

 

È molto ben trovato questo incontro, non sapevo neanche che erano qui i Comboniani. Sapevo in genere che se siamo in Africa, se siamo in Uganda, se siamo vicino al Sudan, dobbiamo avere qui i Comboniani, perché sennò... Ma non sapevo che erano così vicini.

Il Nunzio ci ha detto che sono così vicini che si potrebbe fare loro una visita e allora ho detto: andiamo, andiamo almeno per qualche minuto. Andiamo per rendere omaggio a questa grande opera missionaria, uscita dal grande cuore del loro Fondatore, e poi così cresciuta nelle due Famiglie, quella maschile e quella femminile. Cresciuta e sempre crescente. Ma cosa fare, sempre cresce e sempre non è sufficiente. Così ci diceva Gesù di questa messe che è grande: sempre grande, sempre più grande di noi. Ma d’altra parte dobbiamo essere riconoscenti per quello che c’è, per quello che si è fatto. Se io guardo a questi cento anni, più o meno è il vostro periodo, delle missioni in Africa, specialmente in Africa, è una meraviglia. Naturalmente poteva essere di più, ma non può essere tutto subito. C’è un enorme progresso di evangelizzazione, praticamente sono cento anni, un secolo di evangelizzazione, di missione africana, in cui la vostra famiglia Comboniana ha la sua parte, “pars magna”. Penso sempre all’Arcivescovo di Khartoum, dove devo andare dopodomani, Monsignor Baroni, adesso c’è un suo successore sudanese. Ma certamente le Chiese giovani d’Africa devono passare attraverso diverse persecuzioni, diverse prove, come le ha passate la Chiesa anche nei nostri Paesi, nelle nostre patrie, già cristianizzate ed evangelizzate da secoli, da millenni. Io vedo in voi questa energia divina, questa forza dello Spirito Santo che sempre porta la Chiesa avanti, nonostante tutte le debolezze umane, tutti i limiti della storia e anche della Chiesa, umanamente parlando. Vedo la forza dello Spirito che attraverso tutto questo ci porta avanti. Ringrazio il Padre Provinciale per le sue parole, ma voglio ringraziare tutti voi, tutta la vostra Famiglia, tutti i missionari. Uno speciale omaggio ai fratelli e alle sorelle che hanno offerto la loro vita in questa missione africana. Poi un augurio perché voi avete un solo augurio principale: quello che la missione, la Redemptoris missio, cresca sempre. Voi volete guadagnare e portare a Cristo tutto il mondo. E così siete uniti a Lui. Vi auguro anche numerose vocazioni naturalmente, sono necessarie. Tante vocazioni ci vorrebbero. Mi diceva parecchi anni fa il Cardinale Thiandoum: questo è il momento dell’Africa, questo è il momento della Chiesa in Africa. Se si avesse dieci volte, cinque volte il numero dei missionari che abbiamo ci sarebbe una grande evangelizzazione, una grande conversione degli africani, perché ci sono ancora tutti questi animisti buoni. Io ho assistito a Cotonou a questo incontro con gli animisti e si vedeva come sono indirizzati, già hanno in qualche modo iscritta nella loro mentalità, nei loro riti, nei loro simboli, la disposizione a ricevere quello che la Chiesa vuole portare. Aspettano solamente il momento in cui viene uno e dà loro la mano per passare la soglia e vivere dopo il Battesimo quello che in qualche senso intenzionalmente già sono aperti a vivere prima del Battesimo. Ringraziamo il Signore per tutto, per la Grazia che ci concede di servire, voi e me, noi tutti, i Cardinali che viaggiano con me, ma che soprattutto portano il peso della giornata quotidiana con me, non solamente nelle visite ma soprattutto in Vaticano, le responsabilità per la Chiesa. Questo applauso dice che devo già finire. Questo è il segno. Vorrei ancora aggiungere che il vostro lavoro missionario è certamente molto più difficile del mio. Io vengo con l’aereo, mi portano con l’aereo: dev’essere così, non può essere altrimenti. Sempre ammiro questo lavoro di fondo, questo lavoro quotidiano, quello che fa parte della vostra vita, della vostra vocazione.

Vi auguro tutto il bene. Vi benedica Dio Onnipotente.

Sia lodato Gesù Cristo!

 

 



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