DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI PRESULI DELLA CONFERENZA EPISCOPALE GHANESE
IN VISITA «AD LIMINA APOSTOLORUM»
Lunedì, 22 febbraio 1993
Cari fratelli nell’Episcopato,
1. “Grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo” (1 Cor 1, 3). Salutandovi, miei fratelli Vescovi del Ghana, faccio mie queste parole di San Paolo. Anche se sono trascorsi più di dieci anni dalla mia Visita Pastorale nel vostro Paese, ricordo con affetto la calda ospitalità che ricevetti dalla vostra gente. Nell’accogliervi, quest’oggi, desidero abbracciare ancora una volta nell’amore e nella comunione tutti i sacerdoti, i Religiosi e i laici impegnati delle vostre diocesi. Vi prego di rassicurarli circa la mia vicinanza e le mie assidue preghiere mentre lottano per crescere in Cristo e rivestire “quell’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera” (cf. Ef 4, 24) Eventi importanti che si sono verificati nella Chiesa in Ghana dopo la vostra ultima visita “ad limina” sono stati l’elevazione della Diocesi di Accra allo status di Sede Metropolitana e l’istituzione della nuova Diocesi di Koforidua. Questi sono segni positivi della vitalità della Chiesa nel vostro Paese, e io mi unisco a voi nel ringraziare Dio che ha permesso questa crescita. (1 Cor 3, 7).
2. Nei secoli la visita “ad limina Apostolorum” ha avuto uno scopo costante: dare espressione visibile ai legami della comunione ecclesiale che unisce il Successore di Pietro e i Vescovi nel mondo. Visitando il Vaticano e la Via Ostiense, voi pregate nei luoghi in cui Pietro e Paolo completarono la loro testimonianza apostolica, e tentate di comprendere meglio il pesante fardello che avete ereditato come Successori degli Apostoli. A voi è stata affidata la missione di annunziare la parola di Dio, in ogni occasione opportuna e non opportuna, di convincere, di rimproverare ed esortare, di essere instancabili nella pazienza e nell’insegnamento (cf. 2 Tm 4, 2). Vostro è il dovere di perseverare fedelmente nel compito di santificare e di condurre il popolo di Dio nella vita cristiana a qualunque costo. Questo è ciò che significa essere Successore degli Apostoli, oggi e sempre. La forza che motiva tutti i vostri sforzi pastorali deve essere quindi la sollecitudine volta a rendere nota a tutti la salvezza offerta da Gesù Cristo. L’annuncio e l’insegnamento della parola di Dio da parte del Vescovo è il modo più chiaro per quest’ultimo di obbedire al comando del Signore di dare gratuitamente ciò che si è ricevuto gratuitamente (cf. Mt 10, 8). Il vostro impegno per il Vangelo è decisamente la migliore espressione della vostra gratitudine per il dono impagabile che avete ricevuto da Cristo, e non esiste modo migliore di pagare il debito che voi avete nei confronti di coloro che nel secolo scorso con grande sacrificio personale hanno portato il Vangelo in Ghana se non quello di continuare la loro opera con uguale generosità e sacrificio. La Chiesa incontra numerosi ostacoli nell’opera di evangelizzazione del Ghana, come di tutta l’Africa, tuttavia essa non si scoraggia. Essa sa di aver ricevuto una forza e un’energia superiori a tutte le sue possibilità umane, e per questo ha fiducia nel fatto che dai semi che sparge Dio farà nascere un raccolto abbondante. In verità, la parola di Dio non può essere incatenata (cf. 2 Tm 2, 9) e sarà sempre chiaro che la gloria è dovuta non a noi, ma al “Padrone della messe” (cf. Mt 9, 38; Lc 10, 2).
3. In questi ultimi anni che preludono al Terzo Millennio Cristiano dobbiamo guardare con fiducia all’alba di una nuova era missionaria, e di conseguenza a una rinnovata sollecitudine da parte di tutti i cristiani per condividere il dono della vita eterna in Gesù Cristo (cf. Redemptoris missio, 92). La prossima Assemblea del Sinodo dei Vescovi per l’Africa è un dono della Provvidenza che produrrà certamente un aumento di questa sollecitudine e della sua diffusione tra i membri della Chiesa. L’“Instrumentum laboris” diffuso a Kampala durante la mia Visita Pastorale all’inizio di questo mese, nell’ambito della preparazione della Assemblea Speciale del Sinodo, ci ricorda che coloro i quali si impegnano nell’opera di predicazione (At 13, 2) devono leggere i segni dei tempi, sia positivi, sia negativi (nn. 22-23). Tra gli ultimi è significativo il proliferare delle sette e di altri nuovi movimenti religiosi, che spesso fanno appello a presunte apparizioni, profezie e guarigioni miracolose. Il fascino di questi movimenti alcune volte dipende dalla loro apparente capacità di rispondere ai bisogni spirituali della gente – ai loro cuori affamati di qualcosa di più profondo, di sollievo, di consolazione e di contatto con il trascendente. Dobbiamo umilmente ammettere che in certi casi, per varie ragioni, i battezzati non hanno ancora trovato il soddisfacimento di questi bisogni nel mistero del Verbo Incarnato affidato alla Chiesa. Nel rispondere a questa sfida, voi promuoverete la devozione alla Beata Vergine Maria, che è “l’immagine e la Madre della Chiesa” (cf. Lumen gentium, 53-63; Collectio Missarum de Beata Maria Virgine, nn. 25-27). Come “Salute degli infermi” e “Fonte di salvezza” (Ivi, 44, 31), essa è modello della Chiesa come mezzo scelto dal Salvatore per comunicare i suoi doni di grazia e di salvezza. Come “Confortatrice degli afflitti” (Ivi, 41), essa è il modello della Chiesa chiamato ad essere solidale con tutti coloro che condividono le sofferenze di Cristo. Come “Porta dei Cieli” (Ivi, 46), essa è il modello della Chiesa, il Corpo di Cristo, in cui tutti gli uomini e le donne sono chiamati a divenire cittadini della Gerusalemme Celeste.
4. L’inculturazione del Vangelo nel vostro paese si trova ad affrontare un numero particolare di sfide, in particolar modo nei settori del matrimonio e della vita famigliare. I vostri sforzi incessanti per far sì che le coppie scoprano la verità e la bellezza delle richieste della loro nuova vita in Cristo, sono una parte essenziale delle vostre responsabilità pastorali. Il Sinodo dei Vescovi sulla Famiglia del 1980, rispecchiò la preoccupazione di tutta la Chiesa per quella unità della vita ecclesiale costituita dalla “Chiesa domestica”. La dottrina contenuta nell’Esortazione postsinodale Familiaris consortio deve essere ancora più ampiamente diffusa. Essa fornisce una struttura adatta per una catechesi ancor più efficace, in particolar modo nel campo della preparazione al matrimonio. Un elemento indispensabile per tale preparazione deve essere la presentazione dell’insegnamento completo della Chiesa sulla procreazione responsabile (cf. nn. 28-35). Allo stesso modo, desidero incoraggiarvi a fare tutto il possibile per offrire una particolare preparazione pastorale ai cattolici che sposano non cristiani e a quelle coppie che vivono situazioni matrimoniali irregolari.
5. Nell’affrontare i compiti dell’evangelizzazione e nel costruire una solida vita ecclesiale, la Chiesa in Ghana è benedetta dai molti Missionari che continuano a offrire un servizio insostituibile alle vostre Chiese locali, spesso servendo il popolo di Dio nelle più difficili e pericolose situazioni pastorali. La loro presenza è un segno positivo di quello “scambio di doni” che così eloquentemente rivela l’unità della Chiesa Cattolica (cf. Redemptoris missio, 85). Sono lieto per il fatto che il loro esempio ha ispirato molti abitanti del Ghana ad abbracciare la vocazione missionaria, manifestando in tal modo la crescente maturità delle vostre comunità. Predicare la parola di Dio rimane la missione primaria e vitale della Chiesa, e in questo compito i catechisti svolgono un ruolo determinante. Io incoraggio i vostri sforzi per la promozione della loro valida e completa formazione, poiché essi non sono solo chiamati a trasmettere le verità della fede, ma anche a essere testimoni sereni e autentici della vita morale richiesta ai fedeli di Cristo. I vostri sforzi per fornire questa formazione saranno assistiti dal Catechismo della Chiesa Cattolica, recentemente pubblicato, che getta le basi per una catechesi ispirata dall’insegnamento del Concilio Vaticano II e rinnovata dalle fonti vive della fede (cf. Costituzione apostolica Fidei depositum). La forza della testimonianza del vangelo da parte della Chiesa dipende in ampia misura dalla formazione di un laicato attivo, in grado di cooperare con voi e con i vostri sacerdoti nell’ideare e nel realizzare le iniziative pastorali. I laici impegnati sono sempre più chiamati a divenire missionari verso se stessi, traendo nutrimento dall’Eucaristia, che è la fonte e l’apice della missione evangelizzatrice della Chiesa (cf. Presbyterorum ordinis, 5), e guidare gli altri verso un’efficace partecipazione ai sacri misteri. Qui, come in altre zone, la vostra Conferenza Episcopale, deve costituire un forum per una cooperazione concreta volta a dirigere e coordinare la vita pastorale delle Chiese locali (cf. Codice di Diritto canonico, 447; cf. Christus Dominus, 38), e a sostenere il previsto rinnovamento spirituale evidente nella vita e nell’apostolato dei movimenti laici.
6. Uno speciale segno della maturità crescente delle vostre Chiese particolari è stato l’aumento delle vocazioni al sacerdozio. Poiché i sacerdoti sono i vostri principali collaboratori nello svolgimento della missione apostolica della Chiesa, è essenziale che i vostri rapporti con loro siano contraddistinti dall’unità, dalla fratellanza e dall’apprezzamento dei loro doni. Tutti coloro i quali sono stati resi dal Sacramento dell’Ordine somiglianti a Cristo, il Pastore del gregge della Chiesa, devono condividere il suo atteggiamento di totale dono di sé per la salvezza del gregge e la diffusione del Vangelo. La vocazione sacerdotale richiede una formazione permanente, e in particolar modo un impegno verso un’incessante conversione personale. La vostra vita e quella dei vostri sacerdoti dovrebbero riflettere un’autentica povertà evangelica e il distacco dalle cose e dai comportamenti terreni. Il valore del celibato come dono completo di sé al Signore deve essere osservato con scrupolo e ogni comportamento che potrebbe dare scandalo deve essere evitato o corretto dove è necessario.
Voi tutti sapete quanto è importante rivolgere particolare attenzione alla formazione in seminario, poiché la formazione pratica e gli insegnamenti impartiti ai futuri sacerdoti sono essenziali per il buon esito della missione della Chiesa. Orgoglio di un Vescovo dovrebbe essere che il suo seminario rispondesse pienamente alle aspettative della Chiesa come detto sia nell’Esortazione postsinodale Pastores dabo vobis che nel Documento Alcune Direttive sulla Formazione nei Principali Seminari, pubblicato dalla Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Vorrei anche menzionare, come segno positivo, la crescita delle vocazioni alla vita religiosa, e in particolare alla vita contemplativa. I Religiosi hanno avuto una parte essenziale nella crescita della Chiesa in Ghana. Intrinseca a questa vocazione è l’interesse per la crescita ordinata della Chiesa, il desiderio di pensare con la Chiesa, e di promuovere la sua comunione e la sua sollecitudine missionaria.
Mentre la legittima autonomia accordata alle congregazioni religiose dalla suprema autorità della Chiesa è un segno del loro impegno alla missione universale della Chiesa, i religiosi – proprio per la loro consacrazione pubblica – sono profondamente impegnati nella vita e nella missione della Chiesa locale sotto la guida del legittimo Pastore, il cui compito è di rispettare e promuovere la corretta cooperazione della varietà dei carismi in un solo Corpo. Il vostro interesse per i religiosi non deve concernere soltanto il controllo su quegli aspetti del loro ministero che riguardano la cura delle anime, la liturgia e altre opere dell’apostolato (cf. Codice di Diritto canonico, 678). Tutta l’attività pastorale infatti deve essere svolta in uno spirito di comunione con la Chiesa locale e di rispetto per i suoi legittimi pastori (cf. Redemptoris missio, 66).
7. La Chiesa in Ghana può certamente essere fiera del suo impegno per il bene della nazione, come mostra la gamma dei suoi servizi sociali per l’istruzione e la formazione professionale, la sanità e la promozione dello sviluppo agricolo. Il vostro impegno per il bene comune è apparso evidente nella Lettera Pastorale che avete pubblicato insieme ai capi delle altre Comunità Cristiane prima delle ultime elezioni, in cui esortavate alla preghiera e invitavate i cristiani del vostro Paese a un esercizio responsabile della loro cittadinanza. Le sfide implicite nel cambiamento a un sistema di democrazia multipartitica esigono dai cattolici la disponibilità a sostenere lo sviluppo politico del Paese e a prendervi parte. A questo riguardo è particolarmente importante il vostro ruolo di capi della comunità cattolica, che riconoscono l’utilità e la necessità di un dialogo costruttivo con tutti i settori della popolazione circa basi di vita nella società che siano solide e giuste.
Tale dialogo, mentre tenta di mantenere aperti tutti i canali di comunicazione, non vi impedirà di presentare con chiarezza e rispetto le convinzioni della Chiesa, specialmente in relazione a importanti questioni come la libertà religiosa e le obbiettive norme morali che si devono riflettere nella legislazione civile. Io vi incoraggio a continuare il dialogo con le autorità circa la giusta collocazione dell’istruzione religiosa nelle scuole, in accordo con l’insegnamento della Chiesa (cf. Gravissimum educationis, 3).
8. Cari fratelli, nella lieta occasione della vostra visita, mi rallegro con voi nelle grazie che il Signore ha amorevolmente donato al popolo cattolico del Ghana. Prego perché il vostro servizio pastorale possa essere favorito ampiamente, cosicché nell’unità della mente e del cuore, voi e il vostro popolo vi avviciniate sempre più alle fonti della misericordia di Dio nei Sacramenti e “restiate fondati e fermi nella fede, e non vi lasciate allontanare dalla speranza promessa nel vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunziato ad ogni creatura sotto il cielo” (Col 1, 23).
Affido voi e le vostre diocesi all’amorevole protezione della Madre di Dio, Maria Santissima, e a voi e a tutti i sacerdoti, ai Religiosi e ai laici del Ghana imparto di cuore la mia benedizione apostolica.
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