INCONTRO DI GIOVANNI PAOLO II
CON I MEMBRI DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DEGLI STOMIZZATI
Sabato, 23 ottobre 1993
Carissimi fratelli e sorelle!
1. Sono particolarmente lieto di incontrarmi quest’oggi con voi, in occasione del secondo decennale di fondazione del vostro benemerito Organismo. Voi rappresentate i numerosi Membri dell’Associazione Italiana Stomizzati, associazione di volontariato sorta appunto nel 1973 con il sostegno dell’Istituto Nazionale Tumori di Milano.
Rivolgo un caloroso benvenuto a ciascuno di voi qui presenti e ringrazio cordialmente il vostro Presidente, il caro professore Francesco Crucitti, per le gentili espressioni di saluto che mi ha poc’anzi indirizzato anche a vostro nome.
2. Come giustamente è stato appena ricordato, il principale scopo della Aistom è quello di migliorare la qualità della vita degli stomizzati e di facilitare la loro attiva presenza nella società. Nel rendere atto alla vostra associazione dell’importante opera umanitaria che da vent’anni svolge a favore di persone colpite da questo particolare tipo di malattia, desidero incoraggiarvi, carissimi, a proseguire nello sforzo di ricerca e di approfondimento delle problematiche connesse con tale infermità. Sia vostra costante preoccupazione promuovere un effettivo inserimento dei pazienti nella comunità, lavorando in stretta collaborazione con le altre strutture sociali, sì da favorire l’esprimersi di tutte quelle potenzialità di cui gli stomizzati dispongono.
A tal fine, oltre al quotidiano servizio ordinato a rispondere alle necessità immediate degli ammalati, la vostra organizzazione svolge pure una significativa attività di sensibilizzazione della pubblica opinione, perché questi nostri fratelli e sorelle siano adeguatamente accolti e valorizzati, e soprattutto trovino, per quanto possibile, una degna collocazione nei contesti vitali e produttivi del territorio. Vi animi sempre la consapevolezza che la vita va considerata in ogni istante ed in ogni condizione come un valore primario da accogliere e rispettare, da difendere e promuovere, per il bene proprio e degli altri.
3. Certo, a nessuno sfugge come la malattia rappresenti per tutti una dura esperienza di dolore e di interiore fatica. Ci si può sentire limitati e talora persino inutili. Quando però tale esperienza viene vissuta in un’ottica evangelica, essa assume un significato nuovo ed un valore spiritualmente ed umanamente arricchente. Il soffrire con pazienza e docile abbandono a Dio diviene per il credente non solo fonte di merito per la vita eterna, ma anche provvidenziale scuola di crescita e di maturazione personale. L’accettazione paziente del dolore si propone, allora, come testimonianza convincente di apertura fiduciosa verso il Signore, il quale non ha disdegnato di condividere la nostra condizione di uomini sperimentando il doloroso calvario della passione e della morte.
Accettare cristianamente il dolore però, è cosa ben diversa dalla passiva rassegnazione. L’atteggiamento del cristiano è costantemente ispirato ad un’attesa piena di speranza. Egli sa valorizzare il presente pur misterioso e faticoso, rimettendosi con spirito di figlio agli imperscrutabili disegni divini, anche quando ciò urta contro le limitate possibilità di comprensione della mente umana.
4. In questo ambito, vasto e non facile, voi carissimi fratelli e sorelle, trovate il vostro campo apostolico e missionario.
Si tratta di un’autentica missione che porta, voi, volontari, ad annunciare ogni giorno il “Vangelo della speranza” a tanti fratelli in difficoltà. È missione che fa appello soprattutto a voi, cari amici stomizzati, ai quali Iddio nella sua misteriosa Provvidenza domanda di condividere in maniera concreta il suo universale progetto di salvezza.
Auspico che la celebrazione del ventennale dell’Associazione contribuisca ad approfondire in ciascuno la consapevolezza dei valori a cui il sodalizio s’ispira. Invoco per questo la potente intercessione di Maria, Consolatrice degli afflitti ed Aiuto dei cristiani, mentre di cuore imparto a ciascuno di voi, ai vostri cari e a tutti i Membri della vostra associazione una speciale benedizione apostolica.
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