VISITA PASTORALE A LORETO
PAROLE DI GIOVANNI PAOLO II
AD UN GRUPPO DI AMMALATI
Navata centrale del Santuario di Loreto - Sabato, 10 dicembre 1994
Carissimi Fratelli e Sorelle!
L’incontro con voi, ammalati, qui, al Santuario di Loreto, nell’Anno della Famiglia e nel giorno in cui si conclude la “grande preghiera per l’Italia”, assume un significato di particolare importanza.
Pensando alla Casa di Nazaret, dove Gesù crebbe e si fortificò (cf. Lc 2, 40), mi piace ritenere che, proprio all’interno della Santa Famiglia, egli abbia appreso dall’esempio di Giuseppe e Maria, nella concretezza del quotidiano, l’attenzione alle persone in difficoltà. Conoscendo l’altruismo della Vergine, accorsa in aiuto della cugina Elisabetta dopo l’annuncio dell’Angelo (cf. Lc 1, 39-56), e pronta a intervenire in favore dei novelli sposi in difficoltà a Cana di Galilea (cf. Gv 2, 1-11), non si fa fatica ad immaginarla al capezzale degli ammalati di Nazaret, avendo accanto a sé il figlio Gesù.
Siamo nell’Anno della Famiglia. In ogni casa entra, prima o poi, più o meno gravemente, la sofferenza, la malattia. Essa è certamente una prova, ma può diventare un tempo straordinario di crescita, e talvolta anche di riscatto da certe chiusure e incomprensioni. Stare vicino ad un familiare malato, oltre ad esprimere una concreta testimonianza di amore, può essere anche un modo per dirgli: dimentichiamo i nostri dissapori, riconciliamoci. E tutto ciò senza parole, solo col gesto della vicinanza e dell’assistenza solerte ed affettuosa.
Per grazia di Dio, la malattia può diventare anche occasione di una profonda esperienza di fede, addirittura una “liturgia domestica”, in cui si celebra, nel nascondimento e nella semplicità, un sacrificio spirituale di inestimabile valore. Maria Santissima lo offre all’eterno Padre mediante Cristo, Sacerdote misericordioso e fedele, che conosce e comprende per esperienza diretta le nostre infermità.
Ecco, carissimi, Loreto ci fa pensare a Nazaret e Nazaret rappresenta ogni casa, ogni famiglia cristiana. In queste famiglie voi ammalati avete un compito insostituibile: essere con la preghiera e con la testimonianza una fonte inesauribile di pace e di unità. Lo dico anche in riferimento alla Nazione italiana, e soprattutto alla grande Famiglia della Chiesa. Affido in particolare alle vostre preghiere la causa dell’unità dei cristiani: implorate con insistenza, mediante l’intercessione della Vergine, la piena unità dei cristiani nella fede e nella carità.
Vi ringrazio di cuore per la vostra presenza e vi imparto una speciale benedizione, a conforto vostro e dei vostri cari.
Al termine dell’incontro con gli ammalati, il Santo Padre così saluta la folla di fedeli raccolta davanti al sagrato del Santuario di Loreto.
“Alma Redemptoris Mater”. Siamo in Avvento e questa è l’antifona d’Avvento. Vi auguro che questa “Alma Redemptoris Mater” sia per voi anche la “Stella Maris” e che sia anche il sentiero che conduce a Gesù, al sacro altare, alla Santa Famiglia e anche al nuovo anno. Ringrazio Loreto per questa giornata stupenda, per questa buona accoglienza, e soprattutto per la protezione materna che questa visita vuole implorare.
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