VISITA PASTORALE A CATANIA E SIRACUSA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AI BAMBINI
Piazza davanti l'Arcivescovado
(Siracusa) - Domenica, 6 novembre 1994
Come sei bella, Siracusa, in questi tuoi bambini.
1. L’ultimo incontro della mia visita è dedicato a voi. “Beati gli ultimi” - diceva Gesù. Ecco, saranno i primi, è giusto. Ringrazio il vostro Arcivescovo, che mi ha invitato nella sua casa, da dove posso abbracciare con lo sguardo tutti voi, riuniti in questa bella e storica piazza. E posso anche vedervi senza pioggia. Sarebbe anche bello con la pioggia, ma meglio senza pioggia!
Voi sapete che questa mattina ho consacrato una nuova chiesa, qui a Siracusa: il Santuario della Madonna delle Lacrime. Adesso voglio chiedere a voi: perché piange la Madonna? Piange per il male che c’è nel mondo, che fa soffrire il suo Figlio Gesù. E chi la fa piangere? Siamo noi, quando ci comportiamo male verso Dio e verso il prossimo, quando non mettiamo in pratica il comandamento di Gesù.
Ora pensiamo: Gesù ha mai fatto piangere sua madre Maria? Da bambino come voi, ragazzo come voi, ha mai fatto piangere la mamma? Certamente no. Sappiamo che una volta ha creato qualche preoccupazione a lei e a san Giuseppe, quando, dodicenne, è rimasto nel Tempio di Gerusalemme. Ma c’era un motivo: doveva sottolineare il compito che gli era stato affidato dal Padre celeste a servizio dell’intera umanità. Poi però è tornato con i genitori nella casa di Nazaret ed è sempre stato obbediente, pieno di bontà e di sapienza.
Vorrei dire a tutti voi: non date mai dispiaceri ai vostri genitori! Non fate mai piangere la mamma e il papà. Solo di gioia potete farli piangere comportandovi bene, e questa è una cosa bella. Certamente anche la Madonna si rallegrava e si commuoveva vedendo Gesù che pregava, che aiutava in casa e nella bottega, che era buono, amico di tutti... Ecco, vi auguro queste lacrime di gioia per i vostri genitori in conseguenza dei vostri buoni comportamenti.
2. Voglio dirvi un’altra cosa. Voi siete ancora piccoli, anche io lo sono stato una volta, ora tutto è passato. Allora, voi siete ancora piccoli ma Gesù vi considera importanti per il suo Regno, e vi chiede di aiutarlo nella sua missione, che è quella di portare nel mondo l’amore di Dio. Vi considera dei messaggeri speciali, quasi dei piccoli apostoli. E vuole che vi prepariate bene a tale missione.
Molti di voi già lo ricevono nel sacramento dell’Eucaristia, dopo aver purificato l’anima nel sacramento della Penitenza. È lì che potete trovare la forza per essere buoni e contribuire a migliorare il mondo. Ecco: Gesù vi mette nelle mani le sue armi, armi pacifiche; non coltelli e pistole, come vedete alla televisione e come purtroppo a volte succede nella realtà. Le sue armi sono: la preghiera, il perdono e il sacrificio. Con queste armi voi potete combattere per Gesù in ogni luogo: in casa, a scuola, con gli amici, dappertutto. E anche col Papa! Devo dire che i bambini sono molto buoni con il Papa. E in tanti sono venuti nonostante la pioggia. Si vede che sono buoni.
3. A guidarvi ci sono i vostri sacerdoti, nelle parrocchie, nell’Azione Cattolica Ragazzi, negli Scouts, in altri gruppi di bambini e ragazzi cristiani. In questi gruppi ci si diverte insieme e nello stesso tempo si impara il Vangelo di Gesù e ci si allena a metterlo in pratica. È un metodo che si chiama “oratorio” e che in Italia è stato inventato da santi preti come San Filippo Neri a Roma e San Giovanni Bosco a Torino, e oggi tantissimi altri continuano il loro esempio. È, questa, la Chiesa dei ragazzi, fatta di gioia e di entusiasmo, di amicizia e di piccole grandi imprese missionarie.
Allora, cari bambini e ragazzi, il Papa vi dice: voi siete i piccoli apostoli di Siracusa. Andate, e portate nella città la gioia e la bontà di Gesù. Dite a tutti che Dio è Amore, ditelo con la bontà e con il sorriso. Diffondete il sorriso che Gesù vi ha regalato. Siate voi il sorriso della Chiesa, quel sorriso che la Madonna ci ottiene con le sue sante Lacrime.
Questi sono i miei auguri per voi, bambini e ragazzi di Siracusa e, direi, di tutta la Sicilia. Gli auguri potrebbero essere di più, ma bastano questi, perché non si dica dopo: questo Papa è un vecchio chiacchierone . . . Sono auguri brevi, ma sono anche molto concreti, da ripensare. Ecco qual è la forza dei bambini: la pioggia si è fermata davanti a loro, niente pioggia!
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