DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
AL CONGRESSO UNIVERSITARIO INTERNAZIONALE «UNIV ’95»
Martedì, 11 aprile 1995
Carissimi,
1. Anche quest’anno è una gioia per me darvi il benvenuto a Roma, dove vi siete riuniti per il vostro Congresso Universitario Internazionale. Vi saluto tutti con affetto. A voi, professori e studenti, provenienti da 300 Università di ben 60 Paesi, auguro di trarre il massimo profitto dallo scambio di idee e di esperienze che scandirà queste giornate. Non è certamente casuale la scelta della Settimana Santa come cornice dei lavori di questo incontro. Perciò il mio principale auspicio è che sappiate approfondire l’argomento del Congresso in modo veramente coerente con lo spirito di questo significativo tempo liturgico.
La commemorazione della Passione, Morte e Risurrezione di Cristo è mistero sempre vivo ed attuale, nel quale ciascun uomo si trova personalmente inserito secondo tutte le dimensioni della propria vita.
“Lavoro: inventare il futuro”: il tema del Congresso chiama in causa una sfera essenziale dell’esistenza umana. Il lavoro, inteso nel senso ampio di attività caratteristica dell’uomo, abbraccia l’intero nostro agire (cf. Laborem Exercens, Proemio) e, in tal senso, può essere assunto come chiave interpretativa dell’antropologia. Anche la concezione cristiana dell’uomo, dunque, ha nel lavoro uno degli indici più tangibili della propria identità. Nella verifica della rispondenza della propria vita all’ideale evangelico, il cristiano è chiamato a rispondere a questa domanda decisiva: nel mio lavoro è davvero presente lo Spirito di Cristo? Faccio in modo che in esso viva il mistero pasquale?
Si possono sviluppare, in questa prospettiva, interessanti considerazioni sull’etica del lavoro, soprattutto nel suo versante soggettivo, quello cioè per cui l’uomo è soggetto del lavoro, primo fondamento del suo valore, sicché tutti gli atti da lui posti nell’attività lavorativa debbono servire “al compimento della vocazione ad essere persona” (Laborem Exercens, 4).
2. El trabajo tiende a la realización en nosotros de la “vocación a ser persona”. Así, aparece como soporte de la lucha por la santidad. Lo que nos hace santos no es el trabajo, sino la acción de la gracia en nosotros; sin embargo, es dentro de todo el arco de la vida, y, por tanto, dentro del específico horizonte del obrar cotidiano, donde se produce nuestra correspondencia a la gracia. Podemos decir que el trabajo nos ofrece el lugar, el ámbito, el medio o, si lo preferís, los instrumentos y el lenguaje de nuestra respuesta a las solicitudes del amor de Dios. El trabajo con los intereses positivos que suscita, los estímulos que activa en sus protagonistas, la riqueza de sus motivaciones, su dureza y su fatiga, así como con la monotonía que a veces lo acompaña ve de ese modo dilatarse sus propios significados: no es sólo expresión de la dignidad del hombre, factor de desarrollo de su personalidad, vínculo de unión con los otros hombres, fuente de sustento de la familia y medio para contribuir al progreso de la sociedad; sino que, además y por encima de esto, es tarea que nos ha sido confiada por Dios, signo de su confianza en el hombre y testimonio del amor de la criatura por su Creador.
En esta perspectiva os invito a cultivar, durante los años fecundos de los estudios universitarios, la justa “pasión profesional”, y a enriquecerla con un alto anhelo de santidad. Dios os habla en el trabajo y el trabajo diario contiene todo el léxico de vuestra respuesta. Sí, el trabajo, como os exhorta a hacer el Beato Josemaría Escrivá, debe convertirse en oración: imploración de ayuda, acto sincero de entrega al Señor, aceptación gozosa del sacrificio, don frecuentemente arduo pero siempre generoso, terreno para el crecimiento en las virtudes.
Ecco le parole del Papa in una nostra traduzione in lingua italiana.
2. Il lavoro tende a realizzare in noi la “vocazione a essere persona”. In questo senso appare come un supporto alla lotta per la santità. Quello che ci rende santi “non è il lavoro”, ma “l’azione della grazia in noi”; infatti, è lungo tutto l’arco della vita e, quindi, nell’orizzonte specifico dell’operare quotidiano, che si realizza il nostro corrispondere alla grazia. Possiamo dire che il lavoro ci offre il luogo, l’ambito, il mezzo o, se preferite, gli strumenti e il linguaggio della nostra risposta alle sollecitazioni dell’amore di Dio. Il lavoro – con gli interessi positivi che suscita, gli stimoli che produce nei suoi protagonisti, la ricchezza delle sue motivazioni, la sua durezza e la sua fatica, così come con la monotonia che a volte lo accompagna – vede dilatarsi in questo modo i significati che gli sono propri: “non è solo espressione della dignità dell’uomo”, fattore di sviluppo della sua personalità, vincolo di unione con gli altri uomini, fonte di sostentamento per la famiglia e mezzo per contribuire al progresso della società; ma soprattutto, e prima ancora di tutto questo, “è un compito che ci è stato affidato da Dio”, segno della sua fiducia nell’uomo e testimonianza dell’amore della creatura per il suo Creatore.
In questa prospettiva vi invito a coltivare, durante gli anni fecondi degli studi universitari, la giusta “passione professionale” e ad arricchirla con un alto anelito di santità. “Dio vi parla nel lavoro” e il lavoro quotidiano contiene tutto il lessico della vostra risposta. Sì, il lavoro, come vi esorta a fare il Beato Josemaría Escrivá, “deve convertirsi in preghiera”: implorazione di aiuto, atto sincero di offerta al Signore, accettazione serena del sacrificio, dono spesso difficile ma sempre generoso, terreno di crescita nelle virtù.
3. Chers amis de langue française, par ces mots, je tiens à vous adresser mes encouragements dans votre formation humaine et chrétienne. Le thème de vos réflexions vous invite précisément à donner un sens plénier à vos études comme à votre futur travail. La Semaine sainte vous incite particulièrement à remettre au Seigneur vos projets et à lui faire le don de vous–mêmes. Par le sacrifice de la Croix, le Christ Rédempteur livre sa propre vie et présente l’offrande des hommes au Père de toute miséricorde et de tout amour. Et sa Résurrection illumine toute notre histoire. Que la célébration du Mystère pascal soit pour vous une étape décisive sur votre route de jeunes chrétiens engagés dans l’glise!
Ecco le parole del Papa in una nostra traduzione in lingua italiana.
3. Cari amici di lingua francese, con queste parole desidero rivolgervi il mio incoraggiamento alla vostra formazione umana e cristiana. Il tema delle vostre riflessioni vi invita proprio a dare un senso di pienezza ai vostri studi e al vostro lavoro futuro. La Settimana Santa vi esorta in particolare ad affidare al Signore i vostri progetti e a fargli dono di voi stessi. Con il sacrificio della Croce, Cristo Redentore dona la propria vita e presenta le offerte degli uomini al Padre di ogni misericordia e di ogni amore. E la sua Risurrezione illumina tutta la nostra storia. Che la celebrazione del Mistero pasquale sia per voi una tappa decisiva sul vostro cammino di giovani cristiani impegnati nella Chiesa!
Dear young people, I am sure that your visit to Rome during Holy Week and your reflection on the themes of this year’s UNIV Congress will help you to grow ever more mature in your commitment to evangelize society through your example and love. The world needs young Catholics who are able "to account for the hope that is in them". This is particularly true in the world of work and professional activity. I encourage you to continue to bear witness to your faith through fidelity to the ethical and spiritual demands of your professional duties.
May the grace and joy of Christ’s Resurrection fill your hearts!
Ecco le parole del Papa in una nostra traduzione in lingua italiana.
Cari giovani, sono certo che la vostra visita a Roma durante la settimana Santa e la vostra riflessione sui temi del congresso dell’UNIV di quest’anno vi saranno di sicuro aiuto a maturare ancor più nel vostro impegno a evangelizzare la società attraverso l’esempio e l’amore. Il mondo ha bisogno di giovani cattolici in grado di “rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in loro” (1 Pt 3, 15). Il che vale soprattutto nel mondo del lavoro e dell’attività professionale. Vi esorto a continuare a dare testimonianza della vostra fede nella fedeltà alle domande etiche e spirituali dei vostri doveri professionali.
Mit dem Thema Eurer Zusammenkunft greift Ihr die zukunftgestaltende Bedeutung der Arbeit auf, die immer einer Sicht des Menschen entsprechen mu, die der Gerechtigkeit verpflichtet ist und Sinn in sich selbst trägt, nie aber dritten Zwecken untergeordnet werden darf. Möge Euer Beten und Arbeiten hier in Rom fruchtbar werden für Euer christliches Engagement zu Hause in Euren Pfarreien und Bistümern. Dazu gilt Euch allen mein besonderer Segen.
Ecco le parole del Papa in una nostra traduzione in lingua italiana.
Con il tema dell’incontro da voi realizzato fate vostro il significato emergente del lavoro, che deve sempre corrispondere ad una visione dell’uomo che sia conforme al senso di giustizia e che sia portatrice di significato in se stessa, e mai deve essere subordinata ad un terzo fine. Possano le vostre preghiere e il vostro lavoro qui a Roma essere produttivi per il vostro impegno cristiano a casa, nelle vostre parrocchie ed episcopati.
Perciò, valga per voi tutti la mia particolare Benedizione.
Caros universitários de língua portuguesa: Faço votos por que o UNIV ‘95 seja o instrumento com o qual a Divina Providência quis servir–se para iluminar vossos nobres ideais de santidade no trabalho, e de paz nas vossas famílias. Que tenhais uma feliz estadia em Roma, e que Deus vos abençoe!
Ecco le parole del Papa in una nostra traduzione in lingua italiana.
Cari universitari di lingua portoghese: mi auguro che l’“UNIV ‘95” sia lo strumento del quale la Divina Provvidenza ha voluto servirsi per illuminare i vostri nobili ideali di santità nel lavoro e di pace nelle vostre famiglie. Felice permanenza a Roma e che Dio vi benedica!
4. Carissimi giovani, vivete sempre il lavoro nello spirito di Cristo; parteciperete così all’opera della Redenzione. La garanzia che il lavoro viene eseguito in autentica coerenza con lo spirito di Cristo sta proprio nel servizio specificamente cristiano che, attraverso il lavoro, rendiamo ai fratelli: i vincoli di amicizia e di collaborazione che si consolidano, operando gomito a gomito con i colleghi, vanno trasformati – con la preghiera e la penitenza, con la parola e con l’esempio – in occasioni di evangelizzazione. E non dimenticate che l’atto culminante della Redenzione, come meditiamo in questi giorni, è stato consumato da Gesù sul Calvario. Domandatevi pertanto: il mio lavoro è riflesso della Croce? In tutte le prove che nascono dall’attività lavorativa, nella fatica che essa genera, so sorridere a Cristo che mi viene incontro porgendomi la Croce?
Carissimi, affido i vostri ideali ed i vostri progetti a Maria, silenziosa e dolente ai piedi della Croce, a Maria testimone prima della gloria della Risurrezione. Vi auguro di tutto cuore di trascorrere una felice e santa Pasqua, mentre imparto a voi, ai vostri familiari, ai promotori del vostro Congresso l’Apostolica Benedizione.
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