PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO IN CAMERUN, SUD AFRICA E KENYA
DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
DURANTE LA SECONDA SESSIONE CELEBRATIVA
DELL’ASSEMBLEA SPECIALE PER L’AFRICA
DEL SINODO DEI VESCOVI
Johannesburg (Sud Africa) - Domenica, 17 settembre 1995
Cari Fratelli nell’Episcopato,
Sacerdoti, Diaconi e Seminaristi,
Cari Religiosi e Religiose,
Membri del Laicato,
Cari amici africani,
Sinodo di Risurrezione, Sinodo di Speranza
1. Innalzo il cuore a lode e ringraziamento a Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, per avermi condotto in Africa a celebrare il dono provvidenziale che è l’Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi. Qui a Johannesburg, in Sud Africa, insieme all’intera Chiesa in questa parte meridionale del Continente, ci siamo riuniti per promulgare l’Esortazione Apostolica Ecclesia in Africa, che contiene le proposte fatte dai Padri sinodali al termine della sessione di lavoro svoltasi a Roma nei mesi di aprile e di maggio del 1994. Con l’autorità apostolica propria del Successore di Pietro, presento a tutta la Chiesa di Dio in Africa e nel Madagascar i discernimenti, le riflessioni e le risoluzioni del Sinodo. Faccio questo con la stessa gioia spirituale e la stessa fiducia nel Signore che ha ispirato i Vescovi a chiamarlo “il Sinodo di Risurrezione, il Sinodo di Speranza” (Messaggio del Sinodo, n. 2). Sapevano in chi avevano riposto la propria fiducia: “Cristo nostra Speranza è vivo; noi vivremo!” (Ivi). Sì, l’Africa vivrà!
Un piano d’azione pastorale per la Chiesa in Africa
2. Dopo duemila anni, la proclamazione del Vangelo della salvezza in nostro Signore Gesù Cristo rimane l’obiettivo principale e omnicomprensivo della vita e della missione della Chiesa. Nelle mutevoli circostanze di tempo e di luogo lo Spirito Santo guida e rinnova la comunità ecclesiale per far conoscere e per comunicare la vita nuova in Gesù Cristo (cf. Rm 6, 4). L’ispirazione e il rinnovamento che lo Spirito ha portato all’intera Chiesa attraverso il Concilio Vaticano II, sono ora stati ulteriormente chiariti e promossi dal Sinodo per le particolari circostanze dell’Africa. Lo Spirito esorta la Chiesa in Africa a essere “una Chiesa di missione che diventa essa stessa missionaria” (Ecclesia in Africa, 8).
Riflettendo sulla potenza salvifica del Vangelo (cf. Rm 1, 16), i Vescovi del Sinodo per l’Africa si sono concentrati su questioni veramente importanti e hanno lavorato insieme per trovare risposte appropriate. In questo senso i frutti del Sinodo esposti nell’Esortazione Apostolica costituiscono una specie di piano d’azione pastorale per la Chiesa in Africa mentre essa cerca di rimanere fedele alla sua vocazione e alla sua missione e mentre serve l’umanità sofferente in questo momento incostante e turbolento della storia.
Il Sinodo ha udito il grido angoscioso delle persone impotenti ed indifese
3. Durante il Sinodo i Vescovi hanno testimoniato la fede viva e il saldo impegno delle loro comunità. Essi hanno descritto in maniera efficace le condizioni nelle quali essi e i loro collaboratori rivolgono ogni giorno la loro sollecitudine pastorale alla gente. Spesso le loro esperienze personali li hanno indotti a parlare delle “situazioni particolarmente preoccupanti” nelle quali vivono la maggior parte degli Africani: “il deterioramento generalizzato della qualità della vita, l’insufficienza dei mezzi per la formazione dei giovani, la carenza dei servizi sanitari e sociali elementari, con la conseguente persistenza di malattie endemiche, la diffusione del terribile flagello dell’AIDS, il gravoso e talora insopportabile peso del debito internazionale, l’orrore delle guerre fratricide alimentate da un traffico d’armi senza scrupoli, lo spettacolo vergognoso e miserando dei profughi e dei rifugiati” (Ecclesia in Africa, 114). Il giudizio morale del Sinodo circa questa situazione è allo stesso tempo compassionevole e severo. Come Cristo che ebbe compassione per la moltitudine, il Sinodo ha udito il grido angoscioso delle persone impotenti e indifese. Come Cristo che ha manifestato la sua indignazione per i mercanti nel tempio, i Vescovi hanno denunciato le politiche e le azioni negative che privano tanti loro fratelli e tante loro sorelle del benessere materiale e spirituale, della dignità e dei diritti umani, e, non di rado, della vita stessa.
I Padri sinodali hanno compreso chiaramente che la situazione di disumanizzazione e oppressione che affligge i loro popoli pone la comunità ecclesiale di fronte a una crisi – nel senso vero e proprio di “giudizio” – e a una sfida: la crisi di conversione, santità e integrità, per essere testimone credibile; la sfida a sviluppare il pieno potenziale del messaggio evangelico di adozione divina per liberare gli uomini e le donne del nostro tempo dal peccato e dalle “strutture del peccato”.
Debito, commercio delle armi, scarico di rifiuti tossici e severi programmi di adattamento strutturale: nuove forme di sfruttamento dell’Africa
4. È vero che l’Africa ha vissuto una lunga e triste storia di sfruttamento per mano di altri (cf. Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVII/1 [1994] 921 s.). Oggi questa situazione perdura in forme nuove, che includono l’opprimente fardello dei debiti, le inique condizioni del commercio, lo scarico di rifiuti dannosi e le condizioni eccessivamente severe imposte dai programmi di adattamento strutturale. Non solo la Chiesa ma anche molti organismi internazionali quali il Summit delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sociale, tenutosi a Copenaghen nel marzo del presente anno, hanno sottolineato la necessità di programmi di aiuto e politiche economiche per promuovere un autentico progresso e sviluppo sociale, mediante sforzi volti a sradicare la povertà, a promuove l’occupazione e a aiutare tutti i settori della società a prendere parte più attiva nei dibattiti pubblici sulle politiche da seguire.
Esiste un ulteriore fattore concernente l’Africa che esige grande attenzione: il commercio internazionale delle armi. Faccio mie le raccomandazioni del Sinodo appellandomi ai Paesi che vendono armi all’Africa affinché desistano e chiedo ai governi africani di “rinunciare alle eccessive spese militari per dedicare più risorse all’educazione, alla sanità e al benessere dei loro popoli” (Ecclesia in Africa, 118).
Le divisioni e le tensioni etniche portano a crimini nefasti, come avvenuto di recente in Rwanda e in Burundi
5. In effetti, è innanzitutto agli africani che il Sinodo si rivolge con grande urgenza e speranza, poiché essi stessi devono essere i principali artefici di un futuro migliore. Fra i mali che meritano l’unanime condanna dei Padri sinodali ne risalta uno per la particolare gravità che le sue conseguenze hanno sugli africani: le divisioni e tensioni etniche che, a volte, portano a crimini nefasti, come è avvenuto di recente in Rwanda e in Burundi. La Chiesa in Africa è profondamente cosciente della sfida insita in tali divisioni e sente la pressante responsabilità di contribuire a porre rimedio alle loro conseguenze.
Rimuovere le cause dell’immensa tragedia dei profughi
Il Sinodo non può dimenticare i milioni di rifugiati e il numero ancora più elevato di sfollati in terra africana. Catastrofi naturali, carestie, guerre ed errori umani hanno fatto sì che una moltitudine di persone abbia perso tutto nella vita, persone le cui sofferenze sembrano non aver fine. Non è una questione di statistiche. Sono nostri fratelli e nostre sorelle. Hanno bisogno dell’aiuto della comunità internazionale. Hanno bisogno dell’aiuto della stessa Africa. Le cause della loro immensa tragedia devono essere rimosse. Meritano tutta la nostra gratitudine quanti si occupano delle necessità dei rifugiati. Penso soprattutto a tanti religiosi e volontari che, superando ogni avversità, si prodigano per soccorrere e proteggere queste persone infelici.
Molte problematiche del Continente sono conseguenza di un modo di governare sovente inquinato dalla corruzione
Allo stesso modo, con la profonda consapevolezza “che molte problematiche del continente sono la conseguenza di un modo di governare sovente inquinato dalla corruzione” (Ecclesia in Africa, 110), il Sinodo esorta la Chiesa in Africa a fare tutto il possibile per risvegliare le coscienze e per promuovere la determinazione a cambiare. Di fatto il Sinodo ha innalzato al cielo preghiere perché sorgano responsabili onesti e capaci, sapendo che “conciliare profonde differenze, superare antiche animosità di natura etnica e integrarsi in un ordine mondiale esige grande abilità nell’arte di governare” (Ecclesia in Africa, 110) La domanda che tutti i responsabili della vita politica in Africa devono porsi riguardo alle politiche da essi adottate è la seguente: che conseguenze avranno per il popolo? In particolare, che conseguenze avranno per i poveri? Un modello di crescita economica che non sia in grado di soddisfare le reali e immediate necessità del popolo direttamente coinvolto è una violenza contro il rispetto dovuto alla dignità di quest’ultimo.
Una caratteristica del nuovo clima politico e sociale, in gran parte dell’Africa, è la crescente esigenza dei popoli di un maggiore rispetto per la funzione della legge e di una maggiore partecipazione democratica alla vita dei loro Paesi. Certamente questo rappresenta un passo importante nella giusta direzione. È un processo che deve essere sostenuto e incoraggiato educando l’opinione pubblica alle responsabilità della democrazia e sostenendo la necessaria e pacifica trasformazione delle istituzioni. La speranza di un futuro migliore dipende in gran parte dal modo in cui questo processo riuscirà a indurre il popolo a impegnarsi nella costruzione del suo destino nazionale.
Il legame indissolubile fra l’evangelizzazione e il progresso umano
6. L’Africa rappresenta una sfida per la Chiesa, poiché è missione universale di quest’ultima illuminare, guidare e incoraggiare tutti i popoli lungo il cammino della loro liberazione verso la salvezza in Gesù Cristo, Figlio di Dio e Redentore dell’umanità. Sì, solo quando il messaggio di salvezza, la “potenza salvifica del Vangelo” (cf. Rm 1, 16), si radicherà, attraverso la catechesi, la preghiera e il culto, nel cuore degli individui e nella loro cultura, la comunità renderà un servizio autenticamente profetico alla società. Nell’esortare la Chiesa in Africa a impegnarsi sempre più attivamente nella “lotta per la difesa della dignità personale, per la giustizia e la pace sociale, per la promozione umana, la liberazione e lo sviluppo integrale dell’uomo e di ogni uomo” (Ecclesia in Africa, 69), i Padri sinodali hanno espresso il legame indissolubile fra l’evangelizzazione e il progresso umano (cf. Ecclesia in Africa, 68).
Non può esistere alcuna dicotomia tra il comandamento di amare il Signore Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima e il comandamento di amare il prossimo come se stessi, e quindi di impegnarsi in azioni a favore della giustizia e della trasformazione sociale.
Per la stessa ragione l’Assemblea Speciale ha posto particolare enfasi sull’importanza del dialogo ecumenico con altre Chiese e comunità ecclesiali, oltre che con la religione tradizionale africana e l’Islam (cf. Ecclesia in Africa, 49). Così la Chiesa contribuisce in modo efficace a promuovere la coesistenza fraterna dei popoli, al di là delle divisioni etniche, culturali, nazionali o sociali.
La Chiesa non mancherà di appoggiarvi nella ricerca della giustizia, della pace, della riconciliazione e dello sviluppo economico, sociale e politico
7. Cari Fratelli nell’Episcopato e membri della Chiesa, Famiglia di Dio: ho voluto che questa fase celebrativa del Sinodo si svolgesse sul suolo africano per esprimere la solidarietà della Chiesa universale con le Chiese particolari in questo continente date le grandi sfide che dovete affrontare. La mia presenza intende riaffermare l’impegno della Chiesa universale verso questo Continente. Ripeto ciò che ho detto nel corso di una visita precedente: “la presenza del Cristianesimo in alcune regioni risale proprio agli albori dell’era cristiana. In altri luoghi esso è arrivato più recentemente. In ogni caso, la Chiesa si è impegnata attivamente nell’educazione dei giovani, nell’assistenza ai malati, nella promozione dello sviluppo umano e spirituale dei popoli dell’Africa. Ha fatto questo non per conquistarsi una posizione e ancor meno per imporre uno stile di vita estraneo agli africani. Essa continua oggi nel suo apostolato e nelle sue opere buone al fine di rendere testimonianza alla speranza fondamentale che la sostiene: la speranza che l’intera umanità cresca nell’unità e raggiunga una sempre maggiore comunione con Dio” (Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVI/1 [1993] 419 s.).
Africa! Dando voce al Sinodo, vi assicuro solennemente che la Chiesa, incarnata nella vita dei vostri figli e delle vostre figlie, continuerà a condividere con voi il fardello dei vostri problemi e le difficoltà presenti nel vostro cammino verso un futuro migliore. Non mancherà di appoggiarvi e incoraggiarvi nella vostra ricerca di maggior giustizia, di pace e di riconciliazione, di uno sviluppo economico, sociale e politico conforme alla dignità della persona umana. Soprattutto essa non mancherà di offrirvi le imperscrutabili ricchezze di Cristo, “Luce delle Genti”. A Lui onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli. Amen.
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