VIA CRUCIS AL COLOSSEO
PAROLE DI GIOVANNI PAOLO II
Venerdì Santo, 5 aprile 1996
1. Ecce lignum Crucis . . . Ecco il legno della Croce, al quale fu appeso il Cristo, Salvatore del mondo. Venite adoremus!
È davanti a noi il legno dell’ignominia, diventato, grazie al sacrificio di Cristo, segno di salvezza per il genere umano. Il Venerdì Santo è giorno che cambia il destino dell’umanità. Immersa in un abisso di dolore e di amore, oggi la Chiesa non celebra l’Eucaristia, ma dopo aver ascoltato il racconto della Passione secondo Giovanni, resta in adorazione della Croce. E questa sera, fedeli di Roma e pellegrini d’ogni continente si radunano accanto a questo luogo, il Colosseo, nel ricordo del sacrificio di tanti martiri dei primi secoli. Qui meditano sulla passione del Signore e sulla sofferenza di uomini e donne di tutte le epoche. Una lunga scia di dolore e di sangue percorre la storia. Sangue e sofferenza segnano anche oggi le vicende del nostro tempo. Come non preoccuparsi, ad esempio, dinanzi all’impressionante "congiura contro la vita", con il moltiplicarsi e l’acutizzarsi delle minacce alle persone e ai popoli, soprattutto quando la vita è debole e indifesa? "Alle antiche dolorose piaghe della miseria, della fame, delle malattie endemiche, della violenza e delle guerre se ne aggiungono altre, dalle modalità inedite e dalle dimensioni inquietanti" (Giovanni Paolo II, Evangelium vitae, n. 3). Ecce lignum Crucis. Venite adoremus!2.
Contempliamo in silenzio la Croce, che l’odierna liturgia invoca insistentemente: "Croce della nostra salvezza, albero tanto glorioso,3.
Il canto, rivolgendosi all’albero della Croce con accenti toccanti, prosegue: "Or piega i tuoi rami frondosi, distendi le rigide fibre,4.
Ecce lignum Crucis: ecco la risposta al dolore dell’uomo! In questo segno di amore, piantato nel cuore della storia e del mondo, si trova la grande via della salvezza. E il canto prosegue: "Tu fosti l’albero degno di reggere il nostro riscatto,5.
Si conclude così il Venerdì Santo del 1996 al Colosseo di Roma. Il corpo di Cristo è deposto nel sepolcro. Tutto ormai tace. Dinanzi alla pietra tombale sigillata, la Chiesa resta in preghiera e con fede proclama: "Non conosce la corruzione della morte il Signore della Vita". Amen!
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