DISCORSO DEL SANTO PADRE
GIOVANNI PAOLO II
AI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO
DEI CENTRI DI AIUTO ALLA VITA
E DEL MOVIMENTO PER LA VITA D’ITALIA
22 maggio 1998
1. Benvenuti, carissimi Fratelli e Sorelle, appartenenti al Movimento per la Vita. Voi siete giunti a Roma da varie città italiane per rinnovare ancora una volta il vostro "sì" al fondamentale valore della vita e dare voce a tanti innocenti, il cui diritto a nascere è messo a repentaglio. Saluto con affetto Mons. Elio Sgreccia, Vice Presidente della Pontificia Accademia della Vita, e lo ringrazio per le parole che ha voluto indirizzarmi a nome vostro. Con lui saluto l'Onorevole Carlo Casini, Presidente del Movimento, e tutti coloro che in questi anni hanno alacremente operato per difendere e promuovere la vita umana.
Come ricordavo nell'Enciclica Evangelium vitae: "L'umanità di oggi ci offre uno spettacolo davvero allarmante, se pensiamo non solo ai diversi ambiti nei quali si sviluppano gli attentati alla vita, ma anche alla loro singolare proporzione numerica, nonché al molteplice e potente sostegno che viene dato loro dall'ampio consenso sociale, dal frequente riconoscimento legale, dal coinvolgimento del personale sanitario" (n. 16).
Con profondo dolore dobbiamo constatare che tali gravi fenomeni si registrano anche in Italia, dove negli ultimi venti anni ben tre milioni e mezzo di bambini sono stati soppressi con il favore della legge, oltre a quelli eliminati in modo clandestino. Tuttavia, di fronte a tali dati preoccupanti, la vostra presenza così numerosa e convinta è un segno incoraggiante che alimenta la speranza della vittoria della verità sulle false giustificazioni dell'aborto. E la verità è che ogni essere umano ha il diritto alla vita dal suo concepimento fino al suo naturale tramonto. Per i credenti la speranza che questa verità s'affermi trova il suo fondamento nel Cristo morto e risorto, che invia nel mondo il suo Spirito, per infondere coraggio e suscitare infaticabili difensori e testimoni della verità e della vita.
2. Motivi di conforto vengono oggi anche da parte di quanti constatano sul piano politico il fallimento delle leggi abortiste, le quali non solo non hanno sconfitto l'aborto clandestino, ma, al contrario, hanno contribuito al crescere della denatalità e non di rado al degrado della moralità pubblica. Questi dati evidenziano l'urgente necessità di impegnarsi nella promozione e nella difesa dell'istituzione familiare, prima risorsa dell'umana società, soprattutto in riferimento al dono dei figli ed all'affermazione della dignità della donna. In effetti, non sono pochi coloro che, considerando la dignità della donna come persona, come sposa, come madre, vedono nella legislazione abortista una sconfitta ed un'umiliazione per la donna e la sua stessa dignità.
Grande motivo di conforto è poi la vostra opera, cari aderenti al Movimento per la Vita: grazie all'impegno capillare e puntuale dei Centri di Aiuto da voi promossi, è stato possibile salvare oltre quarantamila bambini e bambine, ed assistere altrettante donne. Tale promettente risultato dimostra che, laddove viene offerto un sostegno concreto, la donna, nonostante problemi e condizionamenti a volte anche drammatici, è in grado di far trionfare dentro di sé il senso dell'amore, della vita e della maternità.
Il vostro benemerito impegno ha inciso positivamente sulle coscienze dei singoli, dove spesso "si consuma oggi l'eclissi del senso di Dio e dell'uomo con tutte le sue molteplici e funeste conseguenze sulla vita"(Evangelium vitae, 24) e nella "coscienza morale della società", che "è responsabile non solo perché tollera o favorisce comportamenti contrari alla vita, ma anche perché alimenta la cultura della morte, giungendo a creare e consolidare vere e proprie strutture di peccato contro la vita"(Ibid.).
La rete d'attenzione alla vita nascente, che il vostro Movimento è riuscito a costruire, suscitando l'attenzione delle Istituzioni politiche e di larghi strati della società, fa pensare che se l'azione di tanti volontari, sostenuta da una solidarietà più esplicita, fosse ammessa all'interno delle strutture sanitarie pubbliche, raggiungerebbe risultati ancora maggiori a favore di tante vite innocenti.
Formulo l'auspicio che le parrocchie e le diocesi facciano tesoro della vostra esperienza per attivare strutture organiche di aiuto alla vita non solo del nascituro, ma anche degli adolescenti, degli anziani e delle persone sole e abbandonate.
3. All'aiuto concreto e ad una capillare azione educativa, che coinvolga l'intera Comunità ecclesiale, deve corrispondere l'impegno politico per il riconoscimento pieno della dignità e dei diritti del nascituro e per la revisione di leggi che ne rendono legittima la soppressione. Nessuna autorità umana, neppure lo Stato, può giustificare moralmente l'uccisione dell'innocente. Tale tragica trasformazione di un delitto in diritto (cfr Evangelium vitae, 11) è indice di preoccupante decadenza di una civiltà.
Le leggi abortiste, infatti, oltre a ferire la legge impressa dal Creatore nel cuore di ogni uomo, manifestano una forma non corretta di democrazia, propongono un concetto riduttivo di socialità, rivelano una carenza d'impegno da parte dello Stato nei confronti della promozione dei valori.
Un'azione efficace in questo campo deve, pertanto, mirare a ricostruire un orizzonte di valori, che si traduca in una chiara affermazione del "diritto alla vita" nelle carte internazionali e nelle leggi nazionali.
4. D'altro canto, il progresso economico e sociale non può avere fondamento sicuro e concrete speranze se alla sua base vi è il disconoscimento del diritto alla vita. Non ha futuro una società incapace di valutare debitamente la ricchezza rappresentata da un figlio che nasce e di apprezzare la vocazione della donna alla maternità.
Come ebbi a ricordare nell'Enciclica Evangelium vitae, nel mondo contemporaneo è presente "una sorprendente contraddizione: proprio in un'epoca in cui si proclamano solennemente i diritti inviolabili della persona e si afferma pubblicamente il valore della vita, lo stesso diritto alla vita viene praticamente negato e conculcato, in particolare nei momenti più emblematici dell'esistenza, quali sono il nascere e il morire" (n. 18).
Di fronte a tali posizioni ambigue, desidero ribadire che il rispetto della vita dal suo concepimento fino alla morte naturale costituisce il momento essenziale della moderna questione sociale. Il venir meno di tale rispetto nelle società sviluppate ha gravi contraccolpi nei Paesi in via di sviluppo, dove ancora si insiste nelle perniciose campagne antinataliste, e si manifesta soprattutto sul terreno della procreazione umana artificiale e su quello del dibattito relativo all'eutanasia.
5. Carissimi Fratelli e Sorelle del Movimento per la Vita, perseverate nel vostro impegno coraggioso! Ogni vostro sacrificio ed ogni vostra sofferenza saranno compensati dal sorriso di tanti bambini che, grazie a voi, potranno gioire del dono inestimabile della vita. Vi incoraggio cordialmente a compiere ogni sforzo perché sia effettivamente riconosciuto a tutti il diritto alla vita e perché si costruisca un'autentica democrazia, ispirata ai valori della civiltà dell'amore.
Affido ciascuno di voi ed ogni vostro progetto di bene a Maria, "Madre dei viventi", e, mentre vi assicuro la mia quotidiana preghiera, imparto volentieri a voi ed alle vostre iniziative la Benedizione Apostolica.
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