MESSAGGIO DI GIOVANNI PAOLO II
PER LA MEDITAZIONE DELLA VIA CRUCIS
Al Venerato F
ratello1. «Maestro, dove abiti?». Questa sera, carissimi giovani, vi siete messi al seguito di Cristo mentre egli avanza sul cammino della Passione. Alzate gli occhi verso Colui che viene incontro a voi e vi chiama. Chi cercate in questo Gesù, segnato dal dolore, «tanto sfigurato per essere d'uomo il suo aspetto» (Is 52, 14)? E' il Servo di Dio, il Figlio dell'Altissimo che, portando i nostri dolori, si è fatto servo dell'uomo. Guardatelo, ascoltatelo nella sua situazione di pena e di prova! E' in lui, che ha fatto esperienza della fragilità umana in tutte eccetto il peccato, che voi troverete la guarigione dei cuori.
Attraverso la debolezza di un uomo umiliato e disprezzato, Dio ci ha manifestato la sua onnipotenza. Gesù, l'Innocente, accettando liberamente di andare fino in fondo nell'obbedienza al Padre che l'ha inviato, si è fatto testimone dell'amore senza limiti che Dio ha per ogni uomo. Il mistero della nostra salvezza si compie nel silenzio del Venerdì Santo dove un uomo abbandonato da tutti, portando su di sé il peso delle nostre sofferenze, è consegnato alla morte su una Croce, con le braccia spalancate in gesto di accoglienza di tutti gli uomini. Quale prova di amore più grande? Mistero difficile da concepire, mistero dell'amore infinito! Mistero che inaugura il mondo nuovo e trasfigurato del Regno. Su questa croce il male è stato vinto; dalla morte del Figlio di Dio fatto uomo è scaturita la vita. La sua fedeltà al disegno d'amore del Padre non è stata vana, essa l'ha condotto alla risurrezione.
2. La dimora di Cristo sofferente è ancor oggi in mezzo agli uomini. Per rivelare la sua potenza, Dio ci viene incontro nel più profondo della nostra miseria. Nell'uomo provato, colpito, disprezzato, reietto, ci è dato di scoprire il Signore che avanza carico della croce sulle vie dell'umanità. Cari amici, il Crocifisso è sempre sul vostro cammino, a fianco degli uomini che patiscono, che soffrono e che muoiono. Voi che penate e siete curvi sotto il fardello, venite alla dimora di Cristo e con lui portate la vostra croce; presentategli l'offerta della vostra vita e vi darà sollievo (cfr Mt 11, 28). Al vostro fianco, la presenza amorevole di Maria, la Madre di Gesù e vostra madre, vi guiderà e vi recherà coraggio e conforto.
In un mondo in cui il male sembra trionfare, dove la speranza appare talvolta soffocata, in unione con i martiri della fede, della fraternità e della condivisione, con i testimoni della giustizia e della libertà, con le vittime dell'intolleranza e del rifiuto dell'altro, con quanti e quante, in tante nazioni lacerate dall'odio e dalla guerra, hanno dato la vita per i fratelli, fatevi "prossimo" gli uni per gli altri, come Cristo si è fatto "prossimo" per voi; non distogliete lo sguardo; abbiate il coraggio dell'incontro, del gesto fraterno, come Simone di Cirene che sostenne Gesù nella salita al Calvario. Siate artigiani audaci di riconciliazione e di pace; insieme, vivete la solidarietà e l'amore fraterno; fate brillare la Croce del Salvatore per annunciare al mondo la vittoria del Risorto, la vittoria della vita sulla morte!
3. Cari amici, contemplando la croce di Cristo, ascoltando nel silenzio la parole che egli vi rivolge, scoprite questo Dio che ha fiducia nell'uomo, che ha fiducia di voi e non dispera di nessuno. Vi offre la sua forza per far crescere i germogli di pace e di riconciliazione che sono nel cuore di ognuno. Gli atti più umili di carità e di fraternità testimoniano la presenza di Dio. Questa sera, radunati come Chiesa, Gesù vi invita ancora ad accogliere lo sguardo d'amore che posa su di voi, a ricevere il perdono che vi incoraggerà a ripartire nuovamente sul cammino della vita. Vi chiama a presentarvi alla sua luce per entrare nel tempo della conversione e della riconciliazione. Il sacramento della Penitenza che vi è proposto di ricevere è il sacramento di un amore accolto e condiviso nella gioia di un cuore riconciliato e dei fratelli ritrovati. Cari amici, accogliete questo amore che trasforma la vita e vi apre gli orizzonti della verità e della libertà.
Parigi, 22 agosto 1997.
IOANNES PAULUS PP. II
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