PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 10 dicembre 1967
Dal nostro osservatorio sulla vita che Ci circonda un aspetto interessante, fra tanti, anche più gravi, ferma il Nostro sguardo in questi giorni, ed è l’attesa del prossimo Natale; la «operazione-Natale», come qualcuno del mondo commerciale l’ha chiamata.
Ebbene, Noi vediamo con piacere cotesto desiderio di rendere lieto e caratterizzato da doni gentili questo unico e grande giorno di Natale, che segna una data decisiva per la salvezza del mondo e per quella di ciascuno di noi; e auguriamo che questi preparativi portino gioia e serenità in tutti, specialmente nelle singole famiglie; Noi le vorremmo tutte raccolte quel giorno in affettuosa concordia, e in rinnovata coscienza della loro intangibile consistenza e della sacralità dell’amore che ne definisce la dignità, la felicità, la fecondità. Ai bambini specialmente auguriamo un Natale felice, con bei regali, lumi, canti e preghiere, che non si dimenticheranno mai più.
Ma due cose, Figli carissimi, Ci permettiamo raccomandarvi.
Prima: non sia il Natale una festa troppo fastosa e solo esteriore, una occasione d’immoderata dissipazione, o di sperpero in lussuose e superflue vanità, provocanti l’altrui indigenza; ricordiamo che la vera ricchezza del Natale è quella interiore e religiosa.
E seconda raccomandazione: ricordiamo, nel Natale, i bisogni del prossimo. Nessuno dimentichi i poveri nel giorno della povertà di Cristo; ma ciascuno cerchi e trovi modo di compiere, in occasione di questa santa ed umanissima festa, qualche opera buona. Maria ci sta a guardare.
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