PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
II Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi
Domenica, 31 ottobre 1971
Che cosa avviene nel mondo?
La domanda tenta la curiosità anche dell’uomo comune, perché movimenti di uomini e di idee, avvenimenti politici e sociali, cambiamenti economici e strutturali, novità scientifiche e tecniche, eccetera, danno a tutti quasi un capogiro, cioè il senso di una più affrettata evoluzione nel mondo, nel quale le nostre abitudini si erano abbastanza adagiate.
Il tempo passa, nuovi fatti incalzano; e ogni cosa sembra diventare instabile e preludere ad una mentalità diversa: si apre forse una nuova pagina di storia del nostro secolo.
Non tocca a noi giudicare. Ma tocca anche a noi, a ciascuno di noi ancorato ai principi cristiani, desiderare e operare affinché questi veri principi della vita non siano travolti da questa metamorfosi generale. Alludiamo specialmente alla crisi del senso morale, che sembra cedere ad un’indifferenza permissiva, complice e fautrice di licenzioso costume e di delinquenza crescente e organizzata; sembra dimenticare i doveri supremi della giustizia e della pace, per lasciare risorgere i criteri pericolosi degli interessi egoistici e degli equilibri delle forze micidiali, e sembra prescindere sempre di più dalle esigenze assolute e obiettive di una norma divina.
E ciò per un presunto culto all’uomo com’è e come vuol essere nell’espressione più spontanea dei suoi istinti, scambiati per la sua coscienza.
Noi ancora pensiamo all’uomo non solo com’è, ma come deve essere! Dalla nostra fede ci deriva il senso del dovere, che è sorgente al tempo stesso d’un progresso dinamico e d’un ordine perfettivo e globale. Di un dovere, ch’è sempre cosciente delle sue esigenze imperative e perfettive (essere davvero uomini è grande e irrinunciabile cosa!), e cosciente insieme dell’insufficienza delle proprie forze per attuarsi degnamente, che non rifugge, anzi desidera di ricorrere all’aiuto di quel Dio, che, imponendoci il dovere, attende la nostra preghiera per aiutarci a compierlo in comunione di amore con Lui. Così che nel tempestoso trapasso da un periodo storico all’altro, l’uomo, il vero uomo, non faccia naufragio, ma sappia virilmente dominare gli avvenimenti in ordine ai suoi ultimi destini.
Pensavamo queste cose seguendo le notizie di questi giorni, e ascoltando il Sinodo parlare di giustizia nel mondo.
Ci viene perciò tanto più facile alle labbra la nostra consueta preghiera alla Madonna, profetessa della storia umana.
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