PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 27 febbraio 1972
Oggi la Chiesa di Roma rivolge la sua attenzione alle chiese di Roma. Ne avrete certamente avvertito l’invito, tanto buono e pressante, del nostro Cardinale Vicario. Procuriamo di comprendere: la Chiesa di Roma, cioè la comunità dei credenti in Cristo di questa Urbe millenaria. Il Popolo di Dio, che costituisce la tradizione vivente della Chiesa cattolica, qui, nel suo centro e nel suo cuore, si occupa oggi con espresso pensiero di questa impellente necessità: bisogna costruire nuove chiese per la popolazione della città enormemente cresciuta, priva di quegli edifici di culto e di convegno, dove essa, la popolazione locale, si fonde spiritualmente con la Chiesa locale, con quella di Roma, con la società universale della fede e della carità che appunto chiamiamo la Chiesa, una e cattolica, la Chiesa universale, il Corpo mistico di Cristo.
Sì, dobbiamo comprendere il duplice significato della parola Chiesa, che vuol dire casa della preghiera, e vuol dire Popolo che in essa si raccoglie, si sente e diventa famiglia spirituale, unita e fraterna nella coscienza del suo destino soprannaturale, nella dignità della sua elevazione alla comunione con l’ineffabile vita divina, e nell’impegno di una solidarietà umana e cristiana incomparabile.
E dobbiamo anche comprendere l’evidente rapporto fra la chiesa-tempio, parrocchia, e la Chiesa-gregge di Cristo. Un rapporto che possiamo dire necessario, e dobbiamo riconoscere urgente. Urgente sul cuore dei Romani, che devono sentire l’obbligo di associare i molti e nuovi cittadini della periferia alla vocazione, alla storia, alla fortuna, al genio spirituale propri di questa nostra Roma, e che devono perciò favorire quanto possono l’opera delle chiese nuove. La gente ai margini della città ha bisogno di case, di scuole, di lavoro, di assistenza; e tutto questo si fa con grande sforzo delle autorità civili competenti; e si farà anche con maggiore accelerazione, mediante l’impulso e la collaborazione delle istituzioni e delle buone persone cattoliche, cioè della Chiesa stessa; ma la gente ha bisogno altresì dei luoghi dove sentirsi Chiesa, degli edifici sacri dove costituirsi in comunità spirituali redentrici; e perciò anche noi, a cui non bastano i mezzi per così ardua e provvida impresa, chiediamo di essere aiutati, per la gloria del Vangelo in Roma; e non esitiamo a stendere la mano, implorante e benedicente.
La nostra odierna preghiera conforti questi pensieri, questi propositi e queste speranze.
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