PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 7 ottobre 1973
Le notizie amare sull’improvvisa ripresa della guerra nel Medio Oriente, con quelle tristi delle repressioni violente provenienti dal Cile, con tante altre di endemiche situazioni oppressive, commuovono profondamente i nostri animi, e rendono questo momento di preghiera festiva tanto più intenso e più afflitto, anche se non privo, come sempre, di invincibile fiducia (Phil. 1, 20).
Sì, di fiducia, per il fatto stesso che la sensibilità, anzi la deplorazione da parte dell’opinione pubblica nel mondo, si fa più viva davanti alla violenza ed al sangue, apparendo ormai sempre più chiara l’irrazionalità, l’inumanità del ricorso alla cecità e alla crudeltà delle armi omicide per stabilire l’ordine, o meglio la sopraffazione di uomini sopra altri uomini. Salgono così nel mondo la disapprovazione, l’indignazione, la commiserazione del comune senso morale, che ora sembra veramente coincidere con il sentimento umano più progredito, con la ragione civile e con l’esigenza ormai vigilante del senso cristiano.
Dobbiamo essere assai addolorati di questi fatti, che sembrano documentare l’inguaribile passionalità dell’uomo e il suo facile regresso alla vecchia persuasione (alimentata - ahimé! - dai crescenti e perfezionati armamenti in tutti gli Stati) che le grosse contese non hanno altra soluzione all’infuori del furioso confronto di forze micidiali. Ma quale giustizia, quale pace può sortire da simile confronto? Possibile che la tregua non possa suggerire metodi meno indegni della dignità umana e della logica giuridica e civile? Possibile che il servizio imparziale e autorevole della mediazione sia ancora così debole e inoperante fra i contrastanti interessi collettivi? Il dialogo sarebbe davvero sterile e impossibile, quando, grazie a Dio, ne abbiamo visto in questi anni tanti soddisfacenti risultati?
Noi soffriamo, noi piangiamo; ma noi speriamo ancora. Noi ci curviamo ai piedi dei responsabili, e li supplichiamo di non radicalizzare la lotta, di non lasciarsi dominare dallo spirito di vendetta, di non mostrarsi intrattabili davanti a formule di onorevole compromesso, e di ricordarsi che anche coloro, che chiamiamo nemici, sono fratelli!
E quanto a noi, noi preghiamo Iddio perché il prodigio della simultaneità di sentimenti generosi e pacifici si produca fra le parti contendenti, ancora, ancora!
Oggi, la Madonna del Rosario, sia la nostra alleata di giustizia e di pace.
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