PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 10 agosto 1975
Quando noi, durante questo Anno Santo, ci troviamo in mezzo alla folla dei Fedeli, dei Pellegrini, abbiamo il senso del Popolo di Dio; un senso che ci pare ricavare in trasparenza nella massa umana, la quale si polarizza intorno al Nostro Ministero, non già per la povera persona che Noi siamo, ma, anche qui, per un altro fenomeno di trasparenza, il Cristo che abbiamo la tremenda sorte di rappresentare. È un duplice fenomeno questo, che, a pensarci, si realizza per ogni Sacerdote quando celebra la Messa; ma nel caso di quest'Anno Santo si fa più percepibile per l'eloquenza dei segni che lo disvelano. Noi siamo sempre commossi dalla scena che la Nostra Udienza generale e settimanale, o anche codesta, risultante dalla vostra presenza, ci offre. Noi «sentiamo» la Chiesa, la società di Cristo, la quale, per il fatto stesso che si riunisce, fisicamente e spiritualmente, nella fede, nella carità, nella preghiera, diventa «sacramento», diventa «mistero», come dicono gli Orientali, cioè, per citare il Concilio, «segno e strumento d'un'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano» (Cfr. Lumen Gentium, 1); e allora la presenza mistica di Cristo si fa, in qualche modo, sensibile (Cfr. Matth. 18, 20). Stupendo: altra è la presenza reale, eucaristica, del Signore; ma essa ci è richiamata allo spirito, e ci riempie di religiosa ammirazione e di gaudio trepidante, dalla vostra presenza.
Come mai tanta gente? Perché siete venuti? E donde venite? E come? È forse un flusso tardivo di religiosità medievale? Ovvero un turismo moderno in cerca di esotiche esperienze? Oppure, ditelo voi, una segreta attrattiva dello spirito qua vi conduce per riscoprire Cristo in voi stessi, cioè nella Chiesa, una, santa, cattolica ed apostolica, di cui siete membri? Per ritrovare la formula evangelica, che deve interpretare l'arte di vivere, nel mondo moderno, con lo stile della croce? Cioè del sacrificio, dell'amore, che trova la sua vera espressione nel darsi per gli altri, per la giustizia, per la pace, per la gioia di tutti? Così è, così è! Proprio oggi vediamo sul nostro giornale la notizia e la figura d'un Pellegrinaggio di Giovani, carichi a turno di una grande Croce pesante, venuti a piedi, a tappe lunghe, faticose, con stazioni di fortuna, per quattrocento chilometri, quanti sono quelli che dalla Spezia conducono a Roma, la Città centrale della nostra Religione, alla vista della quale quel gruppo, stanco e felice, si è messo in ginocchio, mirando il traguardo o, meglio, il punto di partenza del rinnovamento e della riconciliazione. Che sia questo un segno della generazione nuova? Quella giovanile ritorna all'avanguardia della speranza e dell'ardimento? Anche per noi tutti? Tale è l'invito! Venite a Me voi tutti, ha detto il Signore! (Matth. 11, 28) Che la Nostra Benedizione conforti la comune risposta!
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