PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 16 novembre 1975
Due pensieri d'attualità, figli carissimi, ci predispongono alla nostra odierna orazione festiva. Il primo pensiero è per il nuovo Beato che onoriamo come gloria della Chiesa Napolitana: il Dottor Giuseppe Moscati, un medico, che al singolare valore scientifico e professionale ha saputo congiungere particolari virtù religiose e morali, fino ad un livello di eccezione, cioè fino alla perfezione, che la Chiesa appunto gli riconosce, autorizzandone il culto locale, quale è tributato ad un Beato della Chiesa celeste. Più che una stranezza questa, è una meraviglia, che noi dobbiamo essere lieti di riscontrare nella storia del nostro tempo, come un'apparizione luminosa, che ci ricorda innanzi tutto la dignità della professione del medico, umanissima fra tutte per essere direttamente rivolta ad assistere le sofferenze fisiche, ed anche morali, dell'uomo, e che ci edifica per vederla realizzata questa professione nel Beato Moscati in una sintesi assai valorosa e, potremmo dire, assai semplice di scienza, di fede e di carità. Noi ripetiamo: è una gioia, una bellezza, sia considerata nella persona del Moscati, sia nella sua destinazione sociale: la dedizione amorosa per l'umana sofferenza. È un esempio polivalente da non dimenticare; è una speranza per noi, un'amicizia, che tutti possiamo desiderare spiritualmente vicina.
Poi un secondo pensiero d'attualità: oggi, forse già saprete, la Chiesa Italiana celebra la giornata nazionale delle Migrazioni, avente quest'anno per tema «La Donna migrante». Abbiamo noi pensato mai a questo impressionante aspetto sociale, che estende la sua ombra di sofferenza, di fatica, di disagio, di abbandono, e anche di doloroso coraggio su circa due milioni di Donne, travolte dal fenomeno della Migrazione? Quante e quali situazioni individuali e familiari presenta ancor oggi questo complesso fenomeno! Come portarvi soccorso e rimedio? Difficile! difficile, sì, ma giusto e doveroso! ed è chiaro perché: la Donna ha bisogno, ancor più dell'uomo, d'una sua casa, d'un suo focolare, d'una sua stabilità, d'una sua famiglia! E chi mai vi può provvedere? Certo, è un problema, a cui solo il concorso di tanti fattori può darvi le varie soluzioni opportune. Siamo nell'Anno che la nostra civiltà dedica alla Donna. Noi che faremo? Noi cominciamo a conoscerlo questo dolente problema, a invocargli compassione, comprensione e giustizia. E mandiamo intanto a tante figlie e sorelle sommerse nella Migrazione il nostro voto e il nostro saluto! Sia per loro oggi la nostra preghiera a Maria, che Ella pure un giorno fuggita in Egitto fu emigrante!
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