PAOLO VI
REGINA COELI
Domenica, 4 maggio 1975
Salgono spesso da questa Piazza fino a noi, durante questo Anno Santo, voci di preghiere collettive, voci di canto ecclesiale, voci di popolo osannante e supplicante. Ci commuovono assai. Sono gruppi di pellegrini oranti insieme. È quasi un gemito cotesto umile coro, quasi un inno cotesto placido grido. La Piazza si svela atrio della basilica; la sua solennità si fa pia e popolare, convegno di fedeli assorti in orazione domestica e maestosa. Il cielo di sopra sembra aperto per assorbire questo dialogo spirituale. Le colonne fanno da argine grave, ma aperto per questo momento di meditazione e di acclamazione. Le statue a schiera guardano e invitano. Cristo sulla massiccia facciata presiede, esorta, benedice. Noi siamo presi dall'incanto di questo spettacolo, insieme spontaneo e straordinario; pensiamo alle rinnovate esortazioni della Chiesa alla preghiera comunitaria, all'auspicata rinascita del canto sacro. Una nota pare riassumere il senso d'un simile fenomeno: questa gente sembra felice, e ci ricorda l'acuta osservazione di S. Agostino: chi ama, canta: cantare amantis est (S. Augustini Serm. 336: Pl 38, 1472).
Un amore puro, sognante, sgorgante dalle profondità dello spirito; un canto che tutto esprime, amore, dolore, speranza. E per di più, canto di folla; ogni voce vi ha il suo accento, quello del fanciullo, del giovane, della vergine, della persona adulta, del vecchio . . . Ma dunque il Popolo sa ancora pregare? il Popolo sa riferire a Dio infinito, al Padre che sta nei cieli le espressioni più varie ed eterogenee della sua umana, terrena, goduta e sofferta esperienza? La fede fa vibrare ancora la materia, come strumento d'arte ineffabile? E l'Anno Santo riaprirebbe alla gente del nostro tempo le labbra alla preghiera, al canto? E quest'ora, così umana e così misteriosa, ridarebbe alla generazione nuova il senso dell'unità, il gusto dello spirito, il conforto della speranza? Che cosa vi diremo, fratelli? Grazie. È bellissimo! Dunque: orate, fratres. Sia la Madonna che apra le labbra ed il cuore alla nuova preghiera, e ci intoni lei il «Magnificat».
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