PAOLO VI
ANGELUS DOMINI
Domenica, 8 febbraio 1976
Tanti gravi pensieri si affollano nel nostro spirito; e tutti vogliono esprimersi in preghiera, che in questo nostro momento domenicale sembrano assumere forma d’un mazzo di fiori, triste e pio, offerto alla celeste Madre di Cristo, quasi a richiamare il suo sguardo misericordioso su la scena del nostro mondo: oculos ad nos converte! Leggete i giornali. Il documento pubblicato ieri dal Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana merita il nostro religioso interesse, soprattutto perché fedele al metodo cristiano converte in temi di riflessione e di azione i problemi presenti della società, le difficoltà della vita tramuta in stimoli a maggiore energia di bene, e dai disagi e dai timori crescenti trae propositi di solidarietà morale e di più sollecita premura per chi soffre.
Poi guardate ai tanti Paesi oggi senza pace, la quale è per noi sempre più auspicabile quanto più pericolose per tutti ne sono le ferite, e quanto maggiore è il comune bisogno di concordia, di giustizia e di amore, che le possono medicare e guarire. E le cronache della delinquenza? come redimere l’onore della nostra società, se non con un accresciuto impegno alla dignità, all’onestà nostra e di tutti, e alla formazione del senso morale nell’opinione pubblica e nelle nuove generazioni?
Aiutarli, assisterli questi giovani, come fece Don Bosco, prima di condannarli.
Abbiamo poi nel cuore, e con quanto dolore, anche il terremoto nel Guatemala, paese, ci dicono, tanto bello, e percosso ora da questo flagello sterminatore. E paese dove i Poveri sono tanto poveri e tanto numerosi! Noi vi siamo cordialmente presenti, anche per la intraprendenza di quello zelante Arcivescovo, il Cardinale Casariego, che è riuscito a costruire due quartieri di case popolari, uno dedicato al nome venerato di Papa Giovanni, l’altro all’umile nostro nome. Che ne sarà ora di quell’umile gente infelice? La carità è già all’opera; anche le nostre «Caritas» lavorano con altre benefiche istituzioni; ma come piangere su tante vittime, come soccorrere tante sofferenze?
Aggiungiamo all’aiuto materiale e sanitario quello spirituale: preghiamo insieme, per questa e per quante altre calamità fisiche, morali, sociali, spirituali affliggono il mondo.
Ci aiuti la Consolatrice degli afflitti.
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