PAOLO VI
UDIENZA GENERALE
Mercoledì, 20 agosto 1975
Noi ripetiamo ancora una volta che l’Anno Santo, alla cui degna ed efficace celebrazione noi siamo tutti impegnati, si presenta come un rinnovamento. Rinnovamento di che cosa? Rinnovamento della nostra vita cristiana, della nostra fede, del nostro costume, del nostro comportamento di fronte al mondo, tanto mutato e mutevole, e tanto avvolgente e travolgente, nel quale ci troviamo. Si tratta di mantenere e rafforzare il contenuto di questo appellativo cristiano, il quale classifica spesso in modo puramente anagrafico o etnico, abituale e tradizionale l’essere nostro, senza impegnarlo logicamente ed effettivamente ad una fedeltà di contenuto. Se siamo cristiani di nome dobbiamo esserlo di fatto. Questo ha intuito la spiritualità inquieta e riformatrice del nostro tempo, quando si attesta sul carattere esigente d’una comprovata autenticità. Si tratta allora a buon diritto d’una duplice operazione, che garantisca la nostra autenticità: d’un confronto e d’un ricupero.
Confronto di chi e con Chi? È chiaro: confronto di noi stessi con Colui ch’è il modello per eccellenza, l’uomo vero, il pastore della nostra vita; con Colui che ha detto di Sé: « Io sono la via e la verità e la vita » (Io. 14, 7), e al Quale implicitamente, o esplicitamente noi prestiamo fede, per il fatto stesso che portiamo il suo nome; siamo cristiani. È infatti Cristo, Che ha dato di Sé questa meravigliosa e avvincente definizione, la quale noi possiamo trovare condensata in un’altra, che Gesù diede di Sé, e che ora terremo presente per dare al nostro rinnovamento giubilare una sua formula risolutiva. Disse infatti Gesù, quasi con accento polemico: « Uno solo è il vostro maestro, Cristo » (Matth. 23, 8. 10).
E quante citazioni scritturali potremmo ricordare a sostegno e a conferma di questa qualifica di maestro di vita, che Gesù attribuisce non solo alla sua missione, ma alla sua Persona; Egli è il Verbo, Egli è la divina Parola di Dio. Ricordiamo, ad esempio, la misteriosa voce, uscita dalla nube luminosa apparsa nella notte della Trasfigurazione: « Questo è il mio Figlio diletto, nel quale mi sono compiaciuto: Lui ascoltate! » (Ibid. 17, 5). Possiamo noi dire d’essere davvero discepoli del nostro divino Maestro? Siamo noi in coscienza sicuri d’essere degli uditori che veramente danno peso ai suoi insegnamenti? (Cfr . Matth. 13, 13-17) Il confronto fra ciò che noi siamo, pensiamo e facciamo, con l’insegnamento evangelico (Cfr. Ibid. 11, 29: Discite a me. . .) e quello che da questo autorevolmente deriva (Luc. 10, 16: Qui vos audit, me audit . . .) ci obbliga al ricupero di quei principii speculativi e pratici che vissuti con umile fedeltà ci autorizzano a portare degnamente la gloriosa qualifica di cristiani (Act. 11, 26; cfr. 1 Petr. 4, 16) e che invece, se privati della loro effettiva corrispondenza con la vita vissuta, si ritorcono in nostra accusa e, Dio non voglia, in nostra condanna (Cfr. Matth. 25, 26 ss.). Bisogna dare o ridare, se occorre, al nome cristiano una sincera coerenza con la Parola di Cristo, donde deriva: questo è il rinnovamento che noi andiamo cercando. Condizione e conseguenza del rinnovamento auspicato dall’Anno Santo è perciò l’ascoltazione di Cristo Maestro.
Pur troppo invece non è difficile osservare come la nostra qualità e la nostra coscienza di cristiani siano spesso diluite in un modo di vivere, che ne ha fatto dimenticare il valore teologico e ontologico, l’appartenenza cioè a quello stato di fede e di grazia, ch’è davvero la Vita della nostra vita (Cfr. Rom. 1, 17; Gal. 3, 11). In quanti cristiani prevalgono un pensiero e un costume, che il mondo ha loro fatto assimilare a scapito della concezione della nostra esistenza conforme all’insegnamento del nostro Maestro Gesù!
Che l’uomo abbia bisogno d’essere guidato da un insegnamento accreditato da qualche nome d’un insigne personaggio, meritevole o no della fiducia dei suoi seguaci, ce lo insegna la storia, anche quella moderna non meno di quella antica: l’uomo, in genere, non è sufficiente a se stesso; ha bisogno d’un maestro, d’un capo, d’un « leader », per pensare, per agire; e se non lo ha, se lo crea, spesso con supina dedizione, con entusiasmo puramente di moda, con avvilente interesse, con facile volubilità . . . E Colui che, dando garanzia divina alla sua Parola ha detto: « Chi segue me, non cammina nelle tenebre » (Io. 8, 12), il Maestro, il Capo dell’umanità, è oggi tanto facilmente abbandonato.
Non sia così di noi, che percorrendo i sentieri della sincerità e del coraggio siamo arrivati con questo giubileo ad un nuovo e rinnovatore incontro con Cristo. Ecco il nostro nuovo programma:
1. Non saremo sordi, indifferenti, assuefatti alla Parola del Maestro divino. La sua figura grave e dolce, la sua parola piana e profonda ci saranno sempre davanti. Noi ascolteremo, studieremo, invocheremo quello che lo Spirito Santo ci può insegnare su la verità totale di Cristo per guidare il nostro cammino di fedeli credenti (Cfr. Ibid. 16, 13);
2. Faremo tesoro con cuore avido e docile dell’insegnamento di Cristo (Luc. 11, 28), e di coloro che « lo Spirito Santo ha costituito Vescovi per pascere la Chiesa di Dio» (Act. 20, 28);
3. Vigileremo su certe nuove teorie oggi correnti, talvolta non immuni da pericoli spirituali e dottrinali; e ascolteremo l’invito evangelico, in fondo alle nostre anime, e dalla cattedra del magistero e nella comunione ecclesiale: « È qui il Maestro, e ti chiama! » (Io. 11, 28).
Il Maestro, Fratelli e Fedeli, il Maestro Gesù!
Con la nostra Apostolica Benedizione.
Saluti
Pellegrini ungheresi
Rivolgiamo ora un saluto cordiale e paterno a un gruppo di pellegrini dell’emigrazione ungherese, provenienti da vari Paesi, convenuti in quest’Alma Città per celebrare l’Anno Santo e per chiudere ben cinque anni di preparazione spirituale in ricordo del millennio del cristianesimo nella loro terra natia.
Cari figli e figlie: la vostra presenza qui proprio oggi, 20 agosto - nel giorno tradizionalmente dedicato, nella vostra patria, alla festa di Santo Stefano - è per noi motivo di particolare gioia. Voi rappresentate un gran numero di fedeli ungheresi, sparsi nel mondo intero, di cui conosciamo il fiero attaccamento alla fede cristiana, la costanza nelle pratiche religiose e la lealtà verso questa Sede di Pietro.
Vogliamo approfittare di questo incontro per lasciarvi un pensiero spirituale : meditate bene sul tema di questo Anno Giubilare, rinnovamento e riconciliazione, nel quadro della vostra vita personale, familiare e sociale, e nel contesto più largo della vostra appartenenza alla Chiesa di Cristo, avendo come punto di riferimento il discorso di Gesù, detto della Montagna: qui troverete tanti utili e sublimi insegnamenti di pace, di fraternità, di abnegazione, ai quali potrete conformare il vostro modo di pensare, di agire, di pregare, e di amare tutti senza riserve.
Cari figli e figlie: vogliamo assicurarvi del nostro profondo affetto e delle nostre fervide preghiere, ed in segno della nostra paterna benevolenza impartiamo di cuore a voi e ai vostri cari la nostra Apostolica Benedizione.
« Piccolo Clero di Malta »
Una parola di saluto, di compiacimento e di augurio rivolgiamo al gruppo del « Piccolo Clero di Malta », il quale, continuando una devota iniziativa, presta il servizio liturgico in S. Pietro durante i mesi di agosto e settembre.
Vi siamo grati, carissimi fanciulli, per la vostra generosa testimonianza di pietà cristiana, specialmente in questo Anno Santo, di cui siete anche voi privilegiati testimoni. Siamo sicuri che, tornando alle vostre case, nella vostra bella Isola, porterete con voi i doni dell’esperienza vissuta nel soggiorno romano: la pietà eucaristica, l’amore alla Chiesa e a Pietro, una sempre maggiore disponibilità alle necessità dei fratelli. Tali voti avvaloriamo con la nostra Benedizione Apostolica, che impartiamo a voi, al vostro Assistente e alle vostre famiglie
Pellegrini di Strasburgo e di Puy-en-Velay
Nous saluons aussi avec joie les nombreux pèlerins français qui Nous entourent ce soir, ceux venus de Strasbourg et les membres du pèlerinage diocésain du Puy-en-Velay, qui sont accompagnés de leur évêque, le cher Monseigneur Dozolme.
Nous vous souhaitons, chers Fils et chères Filles, de profiter pleinement de la grâce de cette Année Sainte, afin que votre pèlerinage à Rome, près du tombeau des Apôtres, ne vous laisse pas seulement d’heureux souvenirs, mais afin qu’il contribue aussi au renouvellement et à l’approfondissement de votre vie chrétienne. De grand cœur, Nous vous bénissons, ainsi que vos familles et tous ceux qui vous sont chers et qui n’ont pu vous accompagner jusqu’ici.
Pellegrini ugandesi e di Boston
Today we extend greetings to yet another pilgrimage from Uganda, led by the Archbishop of Kampala. We have expressed many times our paternal affection for your beloved country. And as we assure you yet again of our closeness to you, we urge all our sons and daughters of Uganda to ever greater renewal in Christian living: “Let your light so shine before men, that they may see your good works and give glory to your Father who is in heaven” (Matth. 5, 16).
We also have the joy of greeting our beloved Brother, Cardinal Medeiros, and other members of the Church in Boston. As we rejoice in celebrating our unity in faith, let us re-dedicate ourselves to the great Cause of renewal in Christ. Greetings to the entire beloved Archdiocese of Boston!
Gruppi di lingua tedesca
Wir grüßen heute noch besonders herzlich die zahlreichen Pilger aus der Diözese Eisenstadt. Eure Pilgerfahrt mit eurem Bischof zu den Gräbern der Apostel möge euch in eurer Liebe und Treue zur heiligen Kirche kraftvoll bestärken. Werdet wieder froh eures Glaubens, auf daß das Heilige Jahr für einen jeden von euch und eure ganze Diözese wirklich ein Jahr religiöser Erneuerung werde.
Dazu erteilen Wir euch und allen anwesenden Pilgern von Herzen unseren Apostolischen Segen.
Pellegrinaggio nazionale del Venezuela
Con paterno y espiritual afecto damos hoy la bienvenida a los numerosos fieles venidos de Venezuela, cuya peregrinación nacional preside Monseñor Marcia1 Ramírez Ponte.
Vuestra presencia aquí, amadísimos hijos, es un testimonio espléndido de comunión en la fe y en la caridad, dentro del marco religioso del Año Santo. Que la alegría de haber tomado parte en este encuentro de toda la familia eclesial, os anime siempre a ser mensajeros de reconciliación, constructores de la paz entre los hermanos. Con nuestra Bendición Apostólica para vosotros y vuestros seres queridos.
Pellegrini del Portogallo
Uma palavra afectuosa aos presentes de língua portuguesa, um saudar particular para os fiéis da diocese de Angra-Acores, com o Bispo-Coadjutor, e para os da diocese de Guarda, Portugal.
Grata é a presenta de todos vós, neste encentro fraterno e a ser, com a grasa de Deus, reconciliante e rmenovador. A alegria do saudar-vos assenta em confiante estima, com que fazemos votos pelo bem de todos, das vossas famílias e das gentes que representais, para Nós muito queridas em Cristo
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