PAOLO VI
UDIENZA GENERALE
Mercoledì, 1º ottobre 1975
Rinnovamento, noi abbiamo detto essere uno degli scopi fondamentali dell’Anno Santo. Questa grande parola acquista il suo significato soltanto quando è detto a che cosa essa si riferisce. Nel caso nostro il rinnovamento desiderato si riferisce a tutta la vita cristiana; ed ha quindi un significato molto ampio. Per non rimanere nel vago e nell’incerto cerchiamo di riferire questo rinnovamento ad un aspetto fondamentale della vita cristiana; e questo aspetto fondamentale non può essere che la fede. Noi dobbiamo rinnovare la nostra fede!
E voi tutti, carissimi Pellegrini dell’Anno Santo, qua accorsi per il giubileo, avete compiuto un importante e magnifico atto di fede, un atto forte, un atto decisivo, un atto impegnativo, un atto riformatore, un atto che ha il carattere d’un principio (ricordate la parola di San Paolo: « l’uomo giusto vive di fede » - Rom. 1, 17; Gal. 3, 11; Hebr. 10, 38); ha il carattere di una riforma mentale e spirituale; ha il senso d’un impegno sovrano e felicissimo, quello di sospendere la nostra vita alla nostra professione religiosa, quello di stabilire il vero e salutare rapporto del nostro minuscolo e fragile essere all’Essere infinito e vivente di Dio.
La fede è la vita! Noi ne dobbiamo avere la beata certezza.
Ma ecco allora sorgere in noi la grande questione: che cosa è la fede? Semplicissima la domanda, ma assai delicata e complessa è la risposta. Essa coinvolge tutto il problema religioso, che ben sappiamo quanto sia difficile e tormentato ai nostri giorni. Ma che nessuno si lasci vincere dalla paura, dalle difficoltà, dalle declamazioni avversarie, dalla tentazione di non risolvere questo famoso problema religioso, e di credersi intelligente e furbo eludendone la soluzione, e vivendo nella oscurità della negazione religiosa, o nella penombra del dubbio.
La fede è necessaria. La fede è la salvezza. La fede è la verità.
La fede è la felicità. E ripetiamo: la fede è la vita.
Perché la fede è la nostra risposta alla Parola di Dio. È il nostro « sì » alla sua rivelazione, all’offerta della sua luce e del suo amore. E anche questa nostra adesione è già una grazia che Dio ci fa (Cfr. Denz.-Schön. 375). E psicologicamente la fede consiste in un atto della nostra mente, mossa dalla volontà ad assentire non tanto per l’evidenza di ciò che crediamo, quanto per l’autorità di Dio che parla, secondo la garanzia del magistero della Chiesa (Cfr. S. Thomae Summa Theologiae, II-IIæ, 2, 1; 9; 4, 2; etc.).
Questo nostro straordinario rapporto col Dio vivente e rivelante esige pertanto una riflessione, uno studio. È ciò che noi, vi raccomandiamo come conseguenza, come frutto del Giubileo: studiate la fede, confermate la fede. Incontrerete qualche fatica di pensiero, di volontà, di attenzione, di attesa forse e di travaglio interiore e di coraggio esteriore.
Ma sarete beati! come ha detto il Signore: « beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano! » (Luc. 11. 28). Ricordatevi dunque: la fede! Con la nostra Benedizione Apostolica.
Saluti
Partecipanti al Congresso dell’Associazione Italiana Teologi Moralisti
Ci è veramente gradito rivolgere ora un affettuoso e augurale saluto ai partecipanti al VI Congresso nazionale promosso dall’Associazione Italiana Teologi Moralisti, che si è svolto in questi giorni a Roma.
Vogliamo dirvi anzitutto, figli carissimi, la gioia nel vedervi e sentirvi accanto a noi, in questa fortunata circostanza del Giubileo.
Aggiungiamo volentieri l’espressione della sollecitudine e dell’apprezzamento, con cui amiamo seguire il vostro impegno per sempre meglio qualificare il servizio che svolgete nella Chiesa, affinché esso diventi sempre più un’autentica opera di evangelizzazione e di promozione umana e cristiana.
Siamo lieti di confortare i vostri rinnovati propositi: nell’opera costante che la Chiesa, Madre e Maestra, compie a favore degli uomini, per rendere loro accessibile la verità di Dio e comunicare la Redenzione, essa attende il vostro contributo di studiosi e di docenti; abbiate fiducia in lei, ben sapendo di trovare sempre in essa l’incoraggiamento, la guida e la speranza; amatela e sostenetela con generosa fedeltà nella sua missione.
Con questi voti, mentre imploriamo su voi tutti l’abbondanza dei doni celesti, vi impartiamo la nostra particolare Benedizione Apostolica.
Partecipanti al convegno canonistico
Figli carissimi,
Abbiamo appreso con soddisfazione che vi siete riuniti in questi giorni a Roma per approfondire insieme il tema, attuale ed impegnativo: Ius Ecclesiale set Ministerium Reconciliationis, mossi a questa significativa scelta dal grande evento spirituale dell’Anno Giubilare, che richiama verso questa alma Urbe folle innumerevoli di fedeli.
Vi è noto che fin dal momento in cui noi, il 9 maggio 1973, manifestammo la nostra deliberazione di celebrare l’Anno Santo, indicammo anche la finalità primaria di tale celebrazione spirituale e penitenziale: 1a riconciliazione che, fondata sulla conversione a Dio e sul rinnovamento interiore dell’uomo, risanasse le rotture e i disordini, di cui sagre oggi l’umanità e la stessa comunità ecclesiale.
Abbiamo affermato a più riprese che nel profondo del cuore, anzitutto, deve avvenire la conversione, cioè il cambiamento di orientamento? di mentalità, di vita.
Abbiamo notato che avete posto al centro delle vostre riflessioni giuridico-pastorali la meditazione sul mistero della Chiesa, la quale - desideriamo sottolinearlo - « è . . . realtà nativamente e permanentemente riconciliante; e, in quanto tale, essa è presenza e azione di Dio « che riconcilia a sé il mondo in Cristo » (2 Cor. 5,19), le quali si esprimono primariamente nel Battesimo, nel perdono dei peccati e nella celebrazione eucaristica, attualizzazione del sacrificio redentore di Cristo e segno efficace dell’unità del Popolo di Dio » (Paterna cum benevolentia, 8 dec. 1974, I).
Auspichiamo di cuore che voi tutti, cultori e operatori di diritto, sulla linea di tali indicazioni possiate portare con la vostra sperimentata preparazione dottrinale, ma più col vostro operoso amore alla Chiesa, un contributo illuminante e concreto affinché i fedeli, in questo Anno giubilare, sentano sempre più il bisogno di essere convertiti nella penitenza, ritemprati nella carità e uniti maggiormente con i fratelli nella grazia di Dio.
Con tali voti, imploriamo sulle vostre persone larga effusione di favori celesti, in pegno dei quali vi impartiamo volentieri la propiziatrice Benedizione Apostolica.
Membri del Consiglio Mondiale delle Organizzazioni femminili cattoliche
C’est avec une grande joie que Nous adressons un salut cordial et tout particulier au Conseil de I’Union mondiale des Organisations féminines catholiques présent ici ce soir.
Vous avez voulu, chères Filles, tenir ce Conseil à Rome, au tours de I’Année Sainte, et ce fait même engage toute une perspective et tout un programme. Nous venons de parler de la nécessité pour chaque chrétien de se renouveler dans la foi qui doit être, en dernière analyse, le guide suprême de son action. Or, est-il besoin de souligner les immenses possibilités d’action de votre Union? Ses différentes Organisations regroupent, à travers les divers continents, une grande partie des femmes catholiques, dont le rôle est si important pour développer l’attachement à l’Eglise et pour éduquer aux vertus humaines et chrétiennes. Mais quelle doit être la caractéristique propre de leur action? Elles sont des Organisations catholiques, il ne faut jamais perdre cela de vue, et toutes leurs activités doivent donc tendre, de manière immédiate ou prochaine, comme pour toute organisation d’Eglise, à l’évangélisation, c’est-à-dire à la diffusion du message évangélique. Est-ce à dire que les problèmes actuels doivent s’éloigner de vos préoccupations? Non, bien évidemment, mais votre travail pour le progrès de la justice, pour la promotion intégrale de la femme, pour la paix ou pour le développement, doit revêtir un sens spécifiquement catholique. Il vous appartient d’apporter à la solution de ces grands problèmes une contribution originale, spécifique, qui provienne de 1’Evangile et de l’enseignement de l’Eglise. Il y a là une perspective fondamentale qui n’est pas sans faire songer à la parole du Seigneur: « Cherchez d’abord le Royaume de Dieu et sa justice, et le reste vous sera donné par surcroît » (Matth. 6, 33).
Pensez donc, chères Filles, à la grande responsabilité de votre Union: elle est à la mesure de vos possibilités d’action. Qu’elle ne vous effraie pas cependant, car elle s’appuie sur la foi, dans le Seigneur. Nous Lui demandons de vous bénir ainsi que tous ceux qui vous sont chers.
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