DISCORSO DI PAOLO VI
AI PARTECIPANTI AL CONVEGNO NAZIONALE
DELL'ENTE DELLE CASSE RURALI ED AGRARIE
Domenica, 25 ottobre 1964
Diletti figli,
Celebrando il vostro primo Convegno Nazionale, organizzato dall’Ente Nazionale delle Casse Rurali, Agrarie ed Enti Ausiliari, non avete voluto lasciare Roma senza venire a portarci l’espressione della vostra fede, della vostra esultanza, del vostro affetto. Ve ne siamo grati, e con vivo compiacimento vi porgiamo il Nostro paterno saluto. Nell’abbracciare con lo sguardo il vostro gruppo compatto e numeroso, l’animo si riempie di sincera soddisfazione; e il Nostro pensiero va altresì ai vostri familiari, spiritualmente presenti a questo incontro di anime: va alle vostre parrocchie, ai vostri centri operosi e quieti, ove, con la collaborazione di altri uomini di buona volontà, avete organizzato e mantenete in efficienza un numero crescente di Casse Rurali ed Agrarie, che tanto sono benemerite dello sviluppo economico e sociale della categoria agricola ed artigianale.
Per questo Ci è caro accogliervi nella Nostra casa: per potervi dire che il Papa vi è vicino col suo incoraggiamento, con la sua parola incitatrice, con la sua preghiera; per darvi meritato riconoscimento, che avvalori sempre di più la vostra opera di benefica previdenza e di mutua cooperazione nel concerto ordinato della vita sociale.
Di fatto, ben conosciamo l’origine delle Casse Rurali, la cui diffusione in Italia è strettamente legata alla attività dei cattolici, i quali, in ossequio alle direttive del magistero pontificio, furono coraggiosamente impegnati nel promuovere ogni iniziativa, che favorisse il bene del popolo, l’unione delle forze, l’aiuto reciproco, l’organizzazione di previdenze sociali ed economiche ed anche materiali per la difesa e l’appoggio a tutte le laboriose e benemerite categorie di cittadini. Il seme lanciato dalla Lettera Enciclica «Rerum Novarum» di Leone XIII, aveva trovato buon terreno, anche per le opere di carattere economico-sociale da avvalorare alla luce dei principii cristiani; e con l’appoggio dell’Opera dei Congressi, che volle dedicare al settore la sua specifica cura mediante l’attività di Sacerdoti e laici generosi (tra cui Ci piace ricordare i nomi di Mons. Luigi Cerutti, di Venezia, di Giuseppe Micheli, di Parma, di A. Rovigatti), già dalla fine del secolo scorso si irradiava in Italia una vasta rete di Casse Rurali a carattere parrocchiale e diocesano, destinata a crescere e a rafforzarsi sempre di più, offrendo incalcolabile beneficio alla economia delle nostre campagne.
Sono ricordi a voi familiari, che amiamo richiamare per sottolineare il merito e l’importanza delle vostre istituzioni: nate sotto l’influsso del pensiero cristiano, esse hanno mantenuto e diffuso l’ispirazione cristiana nella cooperazione di credito, preservandone le forme organizzative ed associative da ogni materialismo teorico o pratico, che sarebbe ad esse stato nefasto; e, benché sorte con un intento pratico ed economico, com’è inerente alla loro specifica funzione, hanno voluto qualificarsi sin dall’inizio come una forma particolare di attività cattolica, di apostolato morale e cristiano, meritando il plauso e il riconoscimento dei Nostri Predecessori, i Romani Pontefici.
Siamo assai lieti di vedere come, dopo le difficoltà incontrate dalle vostre libere associazioni nelle note vicende storiche del recente passato, esse vogliano ora affermare vigorosamente la loro missione, interessando l’opinione pubblica ai loro problemi, e incrementando sempre più il proprio numero e la propria efficienza. Noi vi incoraggiamo in questo lodevole programma, perché siamo convinti della provvida funzione che esse possono svolgere con efficacia capillare e diretta allo sviluppo economico e sociale delle categorie rurali e artigianali. L’esistenza delle Casse Rurali è infatti un provvido mezzo per stimolare al risparmio, nella saggia previsione di un avvenire sereno. La Cassa Rurale educa alla giusta valutazione economica della vita moderna, per mettere al sicuro il piccolo risparmiatore da ogni erroneo ottimismo come da esagerati timori e per iniziarlo alla valutazione dei fatti economici; essa forma alla solidarietà di interessi e di ideali nelle comunità locali, rinsaldando negli animi una sicura coscienza di mutua fraternità, e liberandoli dai pericoli dell’isolamento e dell’individualismo; essa infine prepara alla buona e onesta amministrazione, a cui tutti si sentano impegnati per il bene comune, nel rispetto scrupoloso dei reciproci diritti e doveri.
La considerazione di questi vantaggi basta da sola, semplicemente com’è enunciata, a garantire la necessità e la serietà delle vostre Associazioni economico-sociali, e a incoraggiarvi nel vostro generoso impegno.
Diletti figli.
Permetteteci ancora una paterna esortazione, che vi affidiamo come ricordo di questa udienza. Come abbiamo voluto rilevare, le Casse Rurali sono sorte con una precisa impronta cristiana, adoperandosi alla applicazione pratica e volonterosa della dottrina sociale della Chiesa. Ebbene, conservate ad esse, specialmente in vista dei futuri sviluppi, l’ispirazione morale, anzi cattolica, che è sempre stata la loro nota distintiva, il loro programma, il loro vanto. Ciò non sarà di ostacolo all’attività specifica della Cassa Rurale, ch’è economica e creditizia, e che è socialmente aperta a tutti i bravi cittadini, anzi le gioverà.
Sappiamo che questo è tuttora il vostro intento, come Ce ne hanno assicurato le parole del vostro ottimo Presidente, e ve ne diamo una grandissima lode. Continuate con questa volontà generosa; siate consapevoli che la fisionomia cristiana delle Casse Rurali è la loro nobile caratteristica; è la loro forza di coesione e di espansione; è il segreto della loro funzione morale e sociale, della loro prosperità, del loro sviluppo; ricordando le belle parole del Salmo: «Se il Signore non edifica la casa, invano si affaticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano vigila chi la custodisce» (Ps. 126, 1).
Il Signore sia il vostro sostegno, il vostro conforto, il vostro premio, avvalorando le vostre terrene industrie con riflessi di merito eterno.
È questo il voto che con grande benevolenza formiamo per tutti voi, accompagnandolo con la propiziatrice Benedizione Apostolica, che attiri su di voi, sui vostri cari lontani, sul vostro lavoro, la costante pienezza dei doni celesti.
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