DISCORSO DI PAOLO VI
AI MALATI DELL'OSPEDALE DI RUBAGA
Venerdì, 1° agosto 1969
A voi, signori, che siete i responsabili della direzione di questo nuovo ospedale, noi estendiamo la nostra cordiale gratitudine per essere stati invitati alla solenne inaugurazione.
Non siamo qui solamente per ammirare questo bel complesso ospedaliero, la cui costruzione, noi lo sappiamo, ha domandato a voi lavoro e sacrificio, ma siamo qui soprattutto per incontrare gli ammalati, i sofferenti, gli afflitti.
Qui c’è l’amore insegnato dal Vangelo! Noi ringraziamo e benediciamo tutti coloro che in questo ospedale rendono testimonianza a tale carità evangelica. Noi incoraggiamo coloro che servono i malati a ricordare che stanno prestando un servizio a Nostro Signore stesso, il Quale ha detto: «Tutto quello che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli, lo avrete fatto a me».
Cari malati, noi ci sentiamo particolarmente affezionati a voi perché siete fatti oggetto di uno speciale amore divino. Gesù ha insegnato il significato più profondo dell’amore con la parabola del buon samaritano, che soccorse un uomo ferito e sofferente.
Ecco perché la Chiesa manifesta la sua missione di vera carità quando apre ospedali, dove non esistono, e serve gli ammalati! A tale dovere, i missionari hanno dato il primo posto, non per fare propaganda indiretta, ma solo per mostrare l’amore altruista e universale della Chiesa verso i poveri e gli afflitti di ogni razza, colore e religione. La Chiesa non ha nessuna intenzione di competere in ciò con le autorità civili; essa vuole solamente ispirare la loro azione e supplire, se necessario, i loro sforzi perché la Chiesa è sempre e solamente al servizio dell’uomo per il suo progresso integrale, fisico e spirituale. Tale è anche la missione di questo eccellente ospedale!
Ai direttori, al corpo dei medici, delle infermiere e di tutto il personale, particolarmente, a tutti i pazienti e alle loro famiglie, noi, con affetto, impartiamo la nostra speciale Benedizione Apostolica.
Nel luogo dove si guariscono gli ammalati, e in questa occasione, Noi desideriamo dare l’annuncio di un progetto, ispirato dal nostro speciale amore per i sofferenti e in particolare per i fanciulli che soffrono.
Con nostro grande dispiacere, non ci è stato possibile, durante la Nostra permanenza in Africa, visitare quella regione che è afflitta da uno spaventoso conflitto, la terra della Nigeria. Ma, per dimostrare il nostro affetto per questo Paese, che avemmo la gioia di visitare da Arcivescovo di Milano, Noi intendiamo, appena la situazione lo consentirà, fondarvi due istituzioni, nella giurisdizione ecclesiastica che allora visitammo, e che è stata da allora così terribilmente devastata dalle conseguenze della guerra. Queste due istituzioni accoglieranno e soccorreranno i fanciulli innocenti, che sono stati feriti o storpiati o altrimenti colpiti a causa del conflitto, e cercheremo di riparare al danno, sia fisico che morale, arrecato a questi piccoli esseri umani, e li aiuteremo inoltre il più possibile a prendere il loro posto nella società come cittadini validi e perciò ad essere in grado di lavorare per il loro avvenire e per lo sviluppo nella pace. Noi porremo così entrambe queste istituzioni sotto la materna, amorevole protezione di Nostra Signora della Pace, che Noi ora imploriamo affinché ottenga dal Suo Divin Figlio Gesù, Principe della Pace, la rapida cessazione delle ostilità e il ritorno della concordia e dell’amore fraterno in questa cara terra. Ma Noi desideriamo anche mostrare concretamente il nostro amore per gli ammalati e i sofferenti dell’Uganda. Perciò Noi offriamo per il completamento e lo sviluppo di questo Ospedale un nostro dono personale dell’ammontare di diecimila dollari, accompagnato dalle nostre preghiere per tutti coloro che qui lavorano e qui sono assistiti. Che Dio vi benedica.
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