PELLEGRINAGGIO IN UGANDA
DISCORSO DI PAOLO VI
AI MEMBRI DELLA CHIESA ANGLICANA
Sabato, 2 agosto 1969
Fin dal primo momento è stato Nostro vivo desiderio di recarCi qui, nel corso di questa Nostra breve visita in Uganda, a Namugongo. Abbiam desiderato d’incontrare la Chiesa Anglicana che prospera in questo Paese. Abbiam desiderato di rendere omaggio a quei figli dei quali essa è così orgogliosa; quelli che - insieme con i nostri Martiri Cattolici - diedero la generosa testimonianza della loro vita al Vangelo del Signore che abbiamo in comune, a Gesù Cristo. Per tutti loro vale la stessa ispirata parola di elogio: «Nella fede morirono tutti questi, senza ricevere i beni promessi, ma vedendoli e salutandoli da lontano e professando di essere forestieri e pellegrini sopra la terra» (Hebr. 11, 13).
Nello spirito di ecumenismo dei Martiri, noi non possiamo risolvere le nostre differenze attraverso una semplice riconsiderazione del passato, o un giudizio su di esso. Invece, noi dobbiamo andare avanti nella fiducia che ci verrà data nuova luce per guidarci alla nostra meta; dobbiamo confidare che ci verrà accordata nuova forza, in modo che, in obbedienza al nostro comune Signore, si possa essere tutti in grado di ricevere la grazia dell’unità.
I martiri dell’Uganda si trovarono uniti attraverso la sofferenza, e morirono da fedeli testimoni e nella speranza. Essi ora vedono, come dobbiamo pur noi, molto di cui c’è da muover grazie al Signore, «avendo Iddio preveduto di meglio per noi, affinché non scompagnati da noi giungessero a perfetto stato» (Hebr. 11, 40).
Fra le iniziative ecumeniche, il Consiglio Cristiano in Uganda è particolarmente fiorente. Poiché non vi può essere progresso verso l’unità ove manchino salde e profonde radici locali, Noi preghiamo, e, ne siam sicuri, tale sarà pure la vostra preghiera, che la spiritualità di questa associazione cresca sempre più a mano a mano che la collaborazione si allarga a nuovi campi.
In tal modo, non solo in Uganda, ma in tutto il grande continente africano, la fame spirituale intensificherà i suoi sforzi per sanare quella divisione di cui il Concilio Vaticano II disse che «essa contraddice apertamente alla volontà di Cristo, è di scandalo al mondo, e danneggia la santissima causa della predicazione del Vangelo ad ogni creatura» (Unitatis Redintegratio, n. 1). Il Signore benedica il lavoro della «All-Africa Christian Conference», nei suoi sforzi verso l’unione di tutti i cristiani!
Un notevole passo avanti nella cooperazione cristiana è il comune sforzo fra le varie confessioni di provvedere versioni facilmente accessibili della Sacra Scrittura, quella ricca sorgente dalla quale le menti e i cuori degli uomini traggono il vitale nutrimento della divina Rivelazione. Come il Concilio ha dichiarato, «nello stesso dialogo ecumenico, la Sacra Scrittura costituisce uno strumento eccellente nella potente mano di Dio per il raggiungimento di quella unità, che il Salvatore offre a tutti gli uomini» (ib. n. 21).
Questa e molte altre forme di comune lavoro in Cristo sono raccolte in un’unica determinazione, giacché unica è la ricerca che noi perseguiamo insieme, verso quella vera, visibile e organica unità, che Cristo ha così chiaramente voluto perché il mondo possa credere - quella consumazione dell’unità per la quale, alla vigilia della sua salvifica morte, Egli così solennemente pregò il Padre.
In Gesù Noi vi esprimiamo, cari fratelli cristiani, sinceri saluti ed auguri, in ferma e duratura speranza, in ardente e sincera carità, invocando la ricchezza delle grazie e dei favori divini.
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