DISCORSO DI PAOLO VI
AI PARTECIPANTI AL I CONGRESSO DIOCESANO
SULLA PASTORALE DEL TURISMO
Giovedì, 12 giugno 1969
La celebrazione del 1° Congresso diocesano di Roma sulla pastorale del Turismo Ci porge l’occasione quanto mai gradita di incontrarci con un gruppo altamente qualificato di esperti in un settore tanto importante, delicato e urgente.
Salutiamo il Nostro Vicario per la diocesi di Roma, il Signor Cardinale Angelo Dell’Acqua, e gli esprimiamo il Nostro vivo compiacimento per l’iniziativa, del tutto nuova per Roma, e perciò tanto indicativa del suo zelo e della sua vigile coscienza pastorale. Salutiamo con lui i Vescovi ausiliari, e i suoi collaboratori nel Vicariato Romano. Salutiamo altresì le Autorità presenti del competente Ministero, i degni rappresentanti dell’Ente Provinciale per il Turismo di Roma, e diciamo loro che grande è stato il Nostro compiacimento, scorrendo gli argomenti del Congresso, al vedere la cordiale, piena, volonterosa collaborazione che hanno dato col loro prestigio e con la loro esperienza per la degna riuscita del Congresso.
PRESENZA DELLA CHIESA
Particolarmente importante Ci è parso il tema, che è stato proposto alla vostra riflessione negli scorsi giorni, e approfondito con l’apporto delle lezioni dei vari Maestri del Convegno. Di fatto, cercare e rilevare la «Presenza della Chiesa nel Turismo», è tema vasto, impegnativo. Tema che involge tutta una sintesi storica del crescente interesse, che, specialmente in questi recenti decenni, ha attirato l’attenzione e le premure del Magistero Pontificio, ed ha lasciato una viva testimonianza anche nei documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II. Vorremmo avere maggior tempo a disposizione per considerare con voi tutte le implicazioni di questa costante presenza della Chiesa in un campo, che è divenuto in breve tempo fenomeno caratteristico e diffuso della odierna vita sociale, e offre ampio raggio di azione al ministero della vita ecclesiale, in tutti i suoi aspetti. Non possiamo purtroppo soffermarci sull’argomento. Ma Ci è assai gradito cogliere l’occasione per darvi come una primizia, che vorrete accogliere come espressione del Nostro particolare, vivissimo interesse per i problemi da voi trattati, e a cui vi rimandiamo come all’ideale prosecuzione di questo discorso, e alla enunciazione delle linee programmatiche, che avremmo voluto tracciarvi oggi, e troverete là condensate in una sintesi, che speriamo valida e duratura: vogliamo dire il «Direttorio Generale per la Pastorale del Turismo», curato dalla Sacra Congregazione per il Clero, e da Noi approvato fin dal 27 marzo di quest’anno, la cui pubblicazione è imminente. In quel documento avrete la suadente conferma dell’ansia della Chiesa verso le esigenze complesse, numerose, sempre insorgenti del Turismo; esso contiene le indicazioni per una provvida azione pastorale, l’orientamento per il ministero specializzato a livello nazionale, diocesano e parrocchiale, l’esortazione alla efficace collaborazione fra tutte le forze interessate al Turismo, il programma bene studiato di un’efficace pastorale d’insieme, che si rifà ai più recenti documenti della Santa Sede e alle istanze proclamate dal Concilio (cfr. Gaudium et Spes, n. 61; Ap. Actuos., n. 14; Chr. Dominus, n. 18) in questo settore della vita contemporanea. Vi rimandiamo dunque là, allo studio di quel Direttorio, che possiamo ben definire la più recente testimonianza della «Presenza della Chiesa nel Turismo», il più ampio e autorevole commento al tema del vostro Congresso.
Ma, pur ribadendo l’interesse generale del Magistero verso i problemi della pastorale del Turismo, non vogliamo dimenticare che il vostro incontro ha avuto un carattere diocesano; è il primo Congresso che si svolge a Roma sull’argomento; e quindi ha tenuto certamente presenti i particolari problemi, di vario carattere, organizzativo e logistico, culturale, spirituale e religioso, che distinguono e qualificano il turismo da e per Roma. E qui vorremmo, sia pur brevemente, richiamare la vostra attenzione, e aprirvi qualcuna delle Nostre più vive premure al riguardo.
Roma è città unica al mondo: alle vestigia della sua passata grandezza storica si sono sovrapposte le testimonianze della civiltà cristiana, che le ha valso il titolo di città per antonomasia, l’Urbe, semplicemente. Roma è stata ed è ancor più in senso «profetico», che enfatico e «trionfale», caput mundi: la lux orbis terrarum, arx omnium gentium, come la chiama Cicerone (cfr. 4 Cat. 611; cfr. Fam. 11, 12, 2) e, con altri nomi, la grande poesia latina; la Roma felix, la Roma nobilis dell’innografia cristiana, perché ha accolto in modo speciale la luce del Verbo, ed è come lo scrigno prezioso delle reliquie degli apostoli e dei Martiri. Queste parole antiche condensano la sua storia, dal fatidico svolgersi della sua missione unificatrice delle genti, nel nome del diritto, fino alla consacrazione misteriosa e solenne, venutale dall’accogliere Pietro, latore di un’universale missione, che Roma ha irradiata facendosi portatrice del messaggio evangelico nel mondo. Il pellegrinaggio a Roma si è inserito ben presto nelle grandi direttrici di marcia dell’antichità cristiana e del Medioevo: e una testimonianza stupenda ce ne ha lasciato l’Alighieri (Par. XXX, 103-108) (cfr. PIO XII, Discorsi, XI, p. 327 ss.; CECCHETTI, Roma nobilis, p. 1005 ss.).
CITTÀ UNICA AL MONDO
Nonostante i cambiamenti avvenuti, la trasformazione che il pellegrinaggio ha subito nei secoli, le facilitazioni che il moderno Turismo ha moltiplicato in tutti i settori, la visita a Roma non ha perduto nulla del suo carattere religioso: Noi ne siamo testimoni, e ne ringraziamo il Signore, per il fervore che anima le affollate e vivaci udienze generali del mercoledì, e il saluto domenicale dell’Angelus. Roma è, sotto questo aspetto religioso speciale, città sacra, e tale deve rimanere; il turismo di Roma non può dimenticare questo carattere, che è cercato anche da coloro che non appartengono alla Chiesa, come confermano anche le testimonianze di grandi artisti e letterati di tutti i secoli; né esso sfugge al visitatore anche più affrettato o distratto.
Ci compiacciamo con l’Ente Provinciale del Turismo, che sa mettere opportunamente in luce questo valore della visita e del soggiorno a Roma, con le sue indovinate pubblicazioni: e facciamo voti che una intesa sempre più stretta si operi tra gli organi responsabili della Nostra diocesi e i competenti uffici civili, affinché tale carattere sia sempre più salvaguardato, con opportune iniziative, concertate di comune impegno: ad esempio, l’agevolazione dei pellegrini nelle visite alle Basiliche e alle chiese, favorendone in tutto i desideri riguardo agli orari o all’illustrazione dei monumenti sacri; la formazione di guide qualificate adatte, preparate, sensibili ai problemi e agli aspetti della storia e della vita religiosa di Roma; il culto alle memorie archeologiche e agiografiche dell’Urbe, quali le Catacombe; l’incremento di manifestazioni artistiche e musicali di carattere sacro; e tutte quelle provvidenze, che mirino a preservare il visitatore di Roma da ogni incontro lesivo della sua legittima sensibilità morale e spirituale, e disdicevole alla dignità storica e alla riconosciuta sacertà della Città eterna.
SERVIZIO RELIGIOSO AI FORESTIERI
Sono punti che affidiamo alla vostra riflessione. Né meno sollecita sarà la nostra riflessione circa i doveri pastorali derivanti dal moderno turismo nel campo del servizio religioso dovuto alla popolazione urbana, che sciama dalla Città nei giorni festivi, e dovuto al visitatore forestiero, che ambisce trovare a Roma l’opportunità facile ed accurata sia per l’osservanza dei suoi obblighi religiosi, sia per cogliervi impressioni di genuina ed eletta spiritualità cattolica. Confidiamo molto nell’attività dell’Ufficio pastorale di Roma per lo studio di tutti quei particolari, che possano agevolare il Turismo religioso della città, mentre Ci congratuliamo per l’attività benemerita dell’Opera Romana Pellegrinaggi, che assicura ai Romani, a loro volta pellegrini in città e santuari d’Italia e d’Europa, e ora anche nei vari continenti, un’assistenza che li aiuta a rendere spiritualmente feconde le loro giornate di pellegrinaggio e di svago.
Rinnovando compiacimenti e voti, di cuore impartiamo a tutti voi, qui presenti, ai vostri cari, alle vostre attività, la propiziatrice Apostolica Benedizione, pegno del continuo aiuto divino e del particolare affidamento che facciamo su ciascuno di voi, affinché anche il Turismo contribuisca a glorificare Dio, e ad avvalorare sempre di più la dignità umana, la conoscenza reciproca, l’affratellamento spirituale, il ristoro del corpo e dello spirito.
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