PELLEGRINAGGIO APOSTOLICO
DI SUA SANTITÀ PAOLO VI
IN ASIA ORIENTALE, OCEANIA E AUSTRALIA
APPELLO DEL SANTO PADRE PAOLO VI
PER LA PACE IN VIETNAM
Manila, Filippine
Sabato, 28 novembre 1970
Venerabili Fratelli!
cari Figli ed Amici del Vietnam!
Molto spesso Noi abbiamo accolto, in Vaticano, gruppi di vostri compatrioti. Ed ecco che oggi abbiamo avuto la possibilità di venire personalmente in Estremo Oriente e di incontrarvi dei rappresentanti, numerosi e qualificati, del Vietnam. Vi riceviamo ben volentieri, e desideriamo anzitutto manifestare il Nostro affetto paterno a voi ed alla vostra cara Patria, che amiamo considerare come tutta presente dinanzi a Noi in questo momento.
Da tanti anni essa più non conosce i benefici della pace! Siate sicuri che Noi condividiamo le pene, così pure le speranze e le aspirazioni dei Vietnamiti. Come tutto il mondo, essi desiderano vivere in pace, nella concordia e nella tranquillità: questa è la condizione per uno sviluppo sociale ed economico normale, al quale hanno diritto tutti i popoli del mondo. Disgraziatamente bisogna costatare che, da troppo tempo, essi sono privati di questi benefici. Permetteteci di dirvi, per prima cosa, che ammiriamo la pazienza, la costanza, la forza d’animo delle popolazioni vietnamite. Senza lasciarsi né abbattere dalle operazioni belliche - che purtroppo continuano anche in questi giorni - né scoraggiarsi dagli atti di terrorismo che questa guerra interminabile trascina con sé, esse ricostruiscono, medicano le ferite, preparano il domani migliore per i loro figli e le loro figlie.
Debbono quindi continuare a tenere fisso lo sguardo sul felice avvenire, che è necessario assicurare al Vietnam, sul bene comune del proprio Paese, che oggi è nella prova, ma che domani, grazie all’unione di tutte le forze e di tutte le energie, potrà conoscere - ne siamo sicuri - giorni migliori.
Debbono avere al di sopra di tutto tale preoccupazione per il bene comune. Coloro che servono utilmente la loro Patria, sono coloro che le offrono il loro contributo di probità morale, di senso di responsabilità, di solida preparazione culturale e professionale. In questo momento soprattutto, il contributo forse più necessario è quello che si esercita sul piano sociale, in tutto ciò che può e deve esser fatto in favore dei più infelici. Quanti sanno coraggiosamente mettere da parte ogni individualismo che potrebbe nuocere, in questo campo, al bene della comunità, lavorano in maniera efficace per l’avvento della pace tanto desiderata.
Ma, voi direte, che fa il Papa per aiutarci a raggiungere questa pace, alla quale tutti aspirano? Noi facciamo, cari Figli e Amici, tutto quello che è in Nostro potere. In particolare, Noi non cessiamo di esortare a continuare il negoziato onesto e leale, che ci sembra non solamente il cammino più sicuro, ma anche l’unico degno dell’uomo per giungere ad una pace giusta e duratura.
Questo incontro odierno ci offre l’occasione per rinnovare il Nostro insistente appello a tutti i responsabili: abbiano essi cura di evitare ogni atto che possa nuocere al clima di intesa, ranto necessario perché abbiano successo i contatti in corso. Lo spettacolo di tanti dolori e lacrime di vittime innocenti sia per loro uno stimolo costante a superare le difficoltà, a vincere gli ostacoli e a lavorare per l’avvento della pace.
Adoperandosi per la pace del Vietnam, essi lavorano per ciò stesso alla pace del mondo ed al benessere di tutta l’umanità, per la quale non c’è salvezza se non nella pace e nella fraternità.
Che Dio benedica questi sforzi, cari Figli e Amici, benedica le vostre persone e le vostre famiglie: questo a Lui chiediamo con tutto il cuore, mentre anche Noi a tutti impartiamo la Nostra Benedizione Apostolica.
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