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DISCORSO DI PAOLO VI
A SACERDOTI E SEMINARISTI SLOVACCHI

Venerdì, 12 febbraio 1971

 

Ci conforta e commuove sostare un istante, in questa mattinata così densa di lavoro, in mezzo a voi, carissimi sacerdoti slovacchi, che dedicate le vostre cure sacerdotali all’assistenza spirituale dei vostri connazionali, emigrati in vari Paesi europei. Vi salutiamo di cuore, venuti a questa udienza insieme con i confratelli giunti dall’estero e con i Superiori e gli alunni dell’Istituto Slovacco dei Santi Cirillo e Metodio: e diamo il Nostro fraterno benvenuto a Monsignor Andrea Gregorio Grutka, Vescovo di Gary negli Stati Uniti d’America, protettore dell’Istituto. Ci compiacciamo con voi, per lo zelo che vi anima nel compiere il vostro ministero, e che ora vi ha condotti a Roma per studiarne l’aggiornamento: zelo che sa illuminare, orientare, consolare, che corrobora i propositi, e suscita le vocazioni, di cui sono testimonianza i numerosi giovani alunni dell’Istituto.

Siete venuti presso il Successore di Pietro, come già i vostri grandi apostoli Cirillo e Metodio, per esprimere e rafforzare la vostra fede: e Noi siamo ben lieti di incoraggiarvi a dare il meglio di voi stessi, nell’assoluta fedeltà al Vangelo, nell’imitazione generosa di Cristo Maestro e Sacerdote, nel disinteressato servizio della Chiesa, per custodire presso i cari slovacchi emigrati il patrimonio prezioso delle loro tradizioni etniche e civili, e, soprattutto, il tesoro della fede, consegnatovi da quei grandi Patroni.

Per loro intercessione, vi assista sempre il Signore con i doni della sua carità e della sua pace: e nel suo Nome Noi vi benediciamo.



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