DISCORSO DI PAOLO VI
NEL QUARANTESIMO DI ATTIVITA’
DELLA STAZIONE RADIO VATICANA
Sabato, 27 febbraio 1971
Salutiamo con piacere la famiglia delle molte, autorevoli, laboriose e care persone addette al funzionamento della Nostra “Radio Vaticana”, al compiersi del quarantesimo anniversario della sua fondazione.
L'incontro, che questa udienza ci offre con quanti prestano la loro opera a questa provvidenziale istituzione, è per Noi felice occasione per esprimere a tutti voi la nostra riconoscenza.
La dobbiamo alla Direzione, e per primo a Lei, Padre Giacomo Martegani, Delegato con funzioni di Direttore Generale, a Padre Jorge Blajot, Direttore dei Programmi, a Padre Francesco Farusi, Direttore del Radiogiornale e dei Servizi giornalistici e informativi, al Padre, Antonio Stefanizzi, Direttore tecnico; ed il fatto stesso che la Direzione generale ed i vari settori direttivi sono affidati a Religiosi della Compagnia di Gesù ci obbliga ad accreditare a suo merito, fra le tante benemerenze, anche questa notevolissima di offrire i suoi servizi, con ben trentatré Padri della Compagnia stessa esclusivamente addetti alla Radio Vaticana, integrati in un complesso di circa duecentosettanta persone impegnate nella medesima attività, assistite da circa duecento collaboratori fissi o saltuari, d'ogni provenienza; a tutta questa schiera di valenti e fedeli operatori della medesima Radio Vaticana vada, in questa circostanza, il Nostro sentito ringraziamento e vada l'incoraggiamento a sempre meglio sostenere e promuovere questo importantissimo strumento, diffusore della voce della Chiesa cattolica.
Il Nostro ringraziamento si estende agli amici ed ai corrispondenti della Radio Vaticana residenti fuori Roma, come pure ai vari Enti di Radiotelediffusione internazionali, e specialmente alla RadioTelevisione Italiana, che sovente si collegano con la Radio Vaticana per determinate trasmissioni di comune interesse. E nel ringraziamento non possiamo dimenticare due speciali categorie: quella delle persone, passate all'altra vita, alle quali si deve ciò che è oggi la Radio Vaticana, e alle quali dobbiamo tributare la gratitudine e l'onore della memoria: come potremmo dimenticare il nostro Predecessore di venerata e felice rimembranza Papa Pio XI, al quale si deve il titolo ed il merito di fondatore della Radio Vaticana? Con lui viene il ricordo dei suoi Successori, tanto benemeriti verso questa istituzione; viene quello glorioso di Gugliemo Marconi, che diresse l'impianto delle prime strutture di questa Stazione; poi quelli dei due primi Direttori defunti, Padre Gianfranceschi e Padre Soccorsi.
L'altra categoria è quella degli Enti e delle persone, che hanno concorso con gesti e con contributi speciali all'efficienza tecnica della Radio Vaticana: vogliamo menzionare particolarmente i Cattolici olandesi, i quali, in occasione del giubileo sacerdotale del Papa e dell'Anno Santo del 1950, hanno offerto un trasmettitore « Philips »; il Cardinale Frings offre a Papa Giovanni XXIII, nel 1961, un trasmettitore « Telefunken »; un altro simile è offerto, nel 1962, dai Cattolici dell'Australia e della Nuova Zelanda; tre altri trasmettitori «RCA », nel 1966, sono offerti, uno dal compianto Card. Spellman, l'altro dai Cavalieri di Colombo, e un terzo da generosi benefattori Statunitensi. Ma ricordato questo dovere di riconoscenza, che si estende ben oltre i termini accennati e arriva a larghi cerchi di benefattori, di studiosi, di collaboratori, tra i quali volentieri inseriamo voi tutti, ben degni di gratitudine e di elogio, nulla rimane a Noi da aggiungere in questo momento sull'origine e sullo sviluppo delle strutture della Radio Vaticana, perché tutto è stato detto, brevemente ma egregiamente nell'opuscolo pubblicato per questa occasione; a Noi tocca, se mai, di compiacerci per averne fatto un documento utile per la storia e per la conoscenza di questa novità, ch'è la Nostra Radio, la quale ha preso cittadinanza nel quadro religioso, storico, artistico, umanistico del Vaticano, e vi si è collocata, prima quasi timidamente, temendo di figurare come una nota disarmonica in un concerto di linee collaudate da una secolare civiltà, poi più arditamente invadendo spazio, costruendo edifici ed innalzando antenne, non più come ospite forestiera, ma come elemento di casa, come organo di vita, come documento della sempre nuova vitalità della Chiesa.
Ed è sotto questo aspetto che potrebbe prolungarsi il Nostro discorso e sostare la comune meditazione; sì, la meditazione sulla Radio Vaticana. Accenniamo appena, quasi da essa stessa invitati a salire dalla sfera del regno fisico e strumentale a quello spirituale. Ed è questa un'ascensione molto facile ed ovvia: il primo gradino ci è dato dal fatto stesso della esistenza d'una stazione Radio, qualunque sia la sua dimensione, in questa oasi di religiosità, centro della organizzazione ecclesiale.
Nessuno, Noi pensiamo, vorrà trovare sconveniente questa presenza tecnico-scientifica, destinata ad uno specialissimo servizio, nell'ambito sacro del Vaticano. Pensiamo anzi che anche coloro i quali si mostrano esigenti della prevalenza dello spirituale sul temporale ammetteranno che questo strumento per la diffusione della Parola, commessa alla Chiesa, qui è proprio al suo posto, come emblema di fedeltà alla missione propria della Chiesa stessa. Possiamo dire di più: questo strumento moderno, scientifico, tecnico, posto in questo luogo e a questo servizio costituisce di per sé l'apologia della modernità della Chiesa nei suoi contatti con il mondo circostante, della sua simpatia per il progresso delle scienze, della sua stima per il lavoro umano, della sua attualità storica.
Crediamo di sapere ch'era questo un ordine di pensieri caro alle grandi menti dei Nostri Predecessori, non solo per i vantaggi pratici risultanti dall'impiego degli strumenti caratteristici del progresso umano, ma per il duplice onore che da essi deriva, all'uomo conquistatore dei segreti e delle forze della natura, e a Dio creatore della natura medesima, da Lui caricata di leggi nascoste: « Tutto Tu disponesti in misura, numero e peso », dice il libro della Sapienza.
1. Eravamo abituati, noi uomini religiosi , ad ammirare, a cantare le magnificenze del creato
2 non sospettando (ecco lo scienziato che rimprovera il credente di cecità! ) che esso fosse gravido di tanta intima complessità, mentre sapevamo che toccava all'uomo esplorarlo, conquistarlo e dominarlo
3 ma il giorno che l'uomo scopre le profondità delle cose create il credente è il primo a goderne, anzi a farsi lui stesso studioso e collaboratore dello scienziato: la nostra Accademia delle Scienze lo attesta, e questa nostra Radio lo dimostra, aggiungendo all'ardua fatica della conquista scientifica il suo coronamento pratico e utilitario. Dice il Concilio: « la Madre Chiesa accoglie e segue con particolare sollecitudine quelle (meravigliose invenzioni tecniche) che più direttamente riguardano lo spirito dell'uomo e che hanno aperto nuove vie per comunicare con la massima facilità ogni genere di notizie, di idee, di insegnamenti Tra queste invenzioni ... la radio ... ».
4 Qui la meditazione sale dal gradino dello strumento a quello del suo servizio. L'orizzonte si allarga sempre più, e da scientifico si fa apostolico. Forse qui vengono a proposito le parole stesse di Gesù: “Quello che Io vi dico nelle tenebre, ditelo alla luce del sole; e ciò che vi è stato detto in un orecchio, predicatelo sopra i tetti »;
5 così infatti il Maestro insegnava per indicare che ciò ch'Egli diceva nell' intimità dei suoi discepoli era insegnamento universale, destinato ad essere diffuso nel mondo. La Radio ha la possibilità di trasmettere all'intera umanità la sua dottrina di verità e di salvezza. Nessuno strumento assurge oggi a tanta importanza e a tanta dignità quanto la Radio; diciamo la Radio a servizio dell'annuncio appunto della verità divina e della salvezza cristiana. Quale potenza acquista la voce! quale funzione è affidata alla Radio!
Vi è mai servizio più congeniale con la nostra missione apostolica, quanto quello che voi, resi ministri della Parola, rendete alla causa del Vangelo e della Chiesa? A voi riecheggiare il Verbo, a voi assumere la vocazione profetica dell'apostolato cattolico! Lo scopo essenziale della Radio Vaticana, Noi leggiamo nei vostri Statuti, è quello di unire direttamente il centro della cattolicità con i diversi Paesi del mondo, di dare al Papa la possibilità di rivolgersi direttamente a tutti i fedeli della terra, e diffondere la sua parola e il suo pensiero, di informare sull'attività della Santa Sede, di farsi eco della vita cattolica nel mondo, di mostrare il modo di vedere della Chiesa, e, in genere, di esporre il messaggio cristiano.
Quante cose sarebbero da dire a questo proposito! sulla fiducia che riposa sopra la Nostra Radio Vaticana, sulla coordinazione che a noi ed ai nostri diretti collaboratori la unisce, sulla responsabilità di cui essa è investita! e poi sull'indipendenza ch'essa dimostra e offre alla libera voce della Chiesa; e sulla fratellanza ch'essa intende promuovere e servire nella grande famiglia della Chiesa stessa; e sul servizio ch'essa rende all'apostolicità, alla santità, all'unità, alla cattolicità della medesima Chiesa!
La vostra non è una pura informazione, è una testimonianza! è un'offerta di verità e di carità a tutti i vostri ascoltatori! è una voce di consolazione per tanti sofferenti e per tanti fedeli materialmente separati dai contatti normali con la comunione ecclesiale! è un messaggio alle Chiese lontane, alle nostre missioni ed al cerchio ecumenico a cui il pensiero è sempre rivolto! E’ una voce di amicizia e di speranza, che si effonde nel mondo!
Oh! voi avvertite il nostro entusiasmo e la nostra commozione! Annunciate dunque questi Nostri sentimenti a quanti captano le onde delle vostre antenne, e trasmettete a loro il saluto e la benedizione, che ora diamo a voi tutti, Dirigenti, Locutori, Operatori, Addetti e Collaboratori della Nostra Radio Vaticana nel nome del Signore!
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