DISCORSO DI PAOLO VI
ALL'ISTITUTO UNIVERSITARIO DI MAGISTERO
«MARIA SS.MA ASSUNTA»
Sabato, 15 maggio 1971
Signor Cardinale,
Signori,
Fratelli e figli carissimi,
Grande conforto reca al Nostro animo questa graditissima vostra visita. Essa facendoci incontrare col Consiglio di Amministrazione e col Corpo Accademico dell’Istituto di Magistero di «Maria SS.ma Assunta», ci offre la possibilità di intrattenerci col distinto gruppo di persone alle quali principalmente è affidata la responsabilità di una Istituzione a Noi particolarmente cara.
Salutiamo anzitutto con vivo e devoto affetto il Cardinale Luigi Traglia, che nella sua funzione di Presidente del Consiglio di Amministrazione tanto degnamente succede al compianto Cardinale Pizzardo, di venerata memoria. Ad esso in questo momento il Nostro commosso pensiero di riconoscenza, poiché tutti sappiamo quanto a lui sia debitore l’Istituto, che egli considerava come sua creatura prediletta e per il quale fino al termine dei suoi giorni ha profuso le risorse del suo grande cuore e del suo zelo sacerdotale.
Salutiamo volentieri, qui presente, anche la Signorina Luigia Tincani, alla quale va il merito incomparabile non soltanto di essere stata la fondatrice dell’Istituto, ma di esserne tuttora l’animatrice intelligente e instancabile.
E rivolgiamo infine il Nostro saluto a tutti i membri del Consiglio di Amministrazione, e in modo particolare a tutto il Corpo dei Professori. Alcuni di essi hanno visto nascere l’Istituto, altri sono di recente nomina: ma tutti indistintamente sappiamo degni di plauso per lo spirito di sacrificio, per la serietà professionale e per l’esempio di rettitudine e di fedeltà alla Chiesa di cui danno quotidianamente prova.
Non vogliate misurare, Signori e figli carissimi, dalla semplicità e dalla brevità di questo nostro incontro, la stima e la fiducia che Noi nutriamo per la vostra attività. Abbiamo seguito sempre con interesse le vicende e le difficoltà che hanno accompagnato nel suo faticoso cammino la vostra benemerita Scuola, la quale con la sua fiorente vita accademica e con la ricchezza dei suoi risultati costituisce una degna affermazione della scuola cattolica. Diremo anzi che per il suo livello universitario si inserisce fra le tante Istituzioni sorte qui in Roma con un suo volto e con una sua fisionomia particolare, che ne accresce il valore e il prestigio.
Lasciate perciò che Noi vi esprimiamo, insieme alla Nostra compiacenza anche la Nostra sincera riconoscenza per il servizio che voi egregiamente prestate alla causa della scuola cattolica in Italia, tanto più importante ora quanto maggiori sono le difficoltà che in questo campo si avvertono nel Paese. Destinato a dare una formazione qualificata a schiere numerose di religiose e di signorine insegnanti, il vostro Istituto contribuisce ad assicurare il valore e l’avvenire di tante scuole cattoliche ed anche statali.
Desideriamo fare questi rilievi, perché oggi a molti sorge il dubbio se la scuola cattolica abbia ancora una sua propria funzione nel nostro tempo, quando la scuola pubblica ha assunto tale sviluppo ed offre tali agevolazioni da soddisfare ampiamente i bisogni scolastici della società. Il vostro Istituto è la testimonianza eloquente della indispensabile funzione della scuola cattolica, anche se la sua efficienza statistica è proporzionalmente diminuita e se dobbiamo riconoscere i meriti, sotto certi aspetti veramente notevoli, della pubblica scuola.
Voi ricorderete ciò che il Concilio Ecumenico Vaticano II dice in proposito: «La presenza della Chiesa in campo scolastico si rivela in maniera particolare nella Scuola cattolica . . . Questa, certo al pari delle altre scuole, persegue le finalità proprie della Scuola e la formazione umana dei giovani. Ma sua caratteristica è quella di dar vita ad un ambiente comunitario scolastico permeato dello spirito evangelico di libertà e di carità, e di aiutare gli adolescenti, perché nello sviluppo della propria personalità crescano insieme, secondo quella «nuova creatura», ch’e in essi ha realizzato il Battesimo . . . Perciò la Scuola cattolica, essendo in grado di contribuire moltissimo allo svolgimento della missione del Popolo di Dio e di servire al dialogo tra la Chiesa e la comunità degli uomini con loro reciproco vantaggio, conserva la sua somma importanza anche nelle circostanze presenti» (Gravissimum munus).
Per questo motivo Noi vi incoraggiamo a perseverare nella vostra nobilissima missione per la causa dell’educazione cattolica, che tanto concorre alla causa dell’apostolato cristiano. Cercate di fare della vostra Scuola un istituto modello, non tanto per le attrezzature esterne, quanto per lo spirito che lo deve animare, coscienti come siete, che la scuola è una missione altissima per la quale ogni dedizione ed ogni studio è bene speso, trattandosi di promuovere in seno ad essa lo sviluppo armonico e completo di tanta gioventù.
Cercate altresì di assecondare ogni sforzo ordinato e responsabile per dare alla Scuola l’incremento che i tempi richiedono; tanto più in questo periodo, in cui tutta l’istituzione scolastica è in movimento per allargarsi e per rinnovarsi; si sappia e si senta che gli Istituti cattolici in Italia intendono sostenere questo comune impegno, per rendere l’insegnamento sotto ogni aspetto degno delle gloriose tradizioni del popolo italiano e della gioventù di oggi, insoddisfatta ed inquieta, ma desiderosa anche di trovare quelle ragioni di vita che diano senso alla libertà, nobiltà alla fatica, valore alle nuove conquiste, capacità di positiva inserzione nella società, gioia di servire, di amare e di vivere.
Sappiamo che voi tutti avete l’ansia di raggiungere questi altissimi obiettivi; la Nostra esortazione vi sostiene e la Nostra preghiera vi implora dal Divino Maestro la grazia e i carismi a ciò necessari, in auspicio dei quali impartiamo di cuore a voi tutti, al vostro Istituto e alle benemerite Missionarie della Scuola la propiziatrice Apostolica Benedizione.
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