DISCORSO DI PAOLO VI AL CORO «PENA NERA»
DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI DI GALLARATE
Venerdì, 23 giugno 1972
Figli carissimi,
Vi ringraziamo di questo incontro, sollecitato vivamente da voi, in occasione della vostra partecipazione al Festival dei canti della montagna, che si è tenuto qui in Roma. Con quanta affettuosa commozione noi vi accogliamo, pur nelle forme ristrette che ci sono consentite dalle molte occupazioni, non ci è facile dire. Ma confidiamo che voi saprete scorgere la pienezza dei sentimenti che ci salgono in questo momento dal cuore, anche nella semplicità e nella brevità di questa udienza.
Siamo infatti felicissimi della vostra visita, e ciò per vari motivi. Innanzitutto perché siete di Gallarate. Con la vostra presenza voi procurate al cuore del vostro antico Arcivescovo la grata emozione di ritrovarsi ancora in mezzo ai figli della Chiesa Ambrosiana, alla quale non possiamo fare a meno di rivolgere continuamente i nostri pensieri e il nostro affetto.
Inoltre siete alpini, gente cioè generosa e coraggiosa, rude e semplice, ma dal cuore buono e dalla schietta e robusta fede religiosa. Il vostro coro è venuto in questi giorni a Roma per allietare la popolazione della nostra città con le sue esecuzioni piene di talento e di vera bellezza. Desideriamo esprimervi il nostro compiacimento per questa manifestazione canora.
Ma ci rallegriamo con voi anche perché sapete impiegare le vostre doti musicali non solo per la soddisfazione vostra e per alimentare il vostro spirito di solidarietà, ma altresì per portare un raggio di letizia e un po’ di serenità agli altri.
E allora, insieme alla nostra parola di vivissima simpatia e compiacimento, permetteteci di aggiungere anche il nostro augurio: che le vostre belle canzoni, ispirate alla poesia delle vostre maestose e misteriose montagne, continuino a portare il loro messaggio di bellezza e di serenità agli uomini, che ne hanno tanto bisogno in un mondo così pieno di grigiore, di indifferenza, di aridità. Non si spengano mai sulle vostre labbra, figli carissimi, questi canti; ma soprattutto non si allontanino mai dalla vostra vita la dirittura del senso morale, lo spirito di sacrificio, la pietà religiosa, la fedeltà al dovere: doti, queste, proprie degli alpini, di cui la società oggi ha più bisogno che mai, e che voi, eredi delle gloriose tradizioni religiose della Chiesa Ambrosiana, vorrete far rifulgere con sempre ‘maggiore impegno dopo questo vostro incontro col Vicario di Cristo.
Vi conforti in questi sentimenti e in questi propositi la nostra Apostolica Benedizione, che vi impartiamo di cuore, e che voi porterete alle vostre famiglie, ai vostri compagni di lavoro e a tutti i fedeli della città di Gallarate.
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