INSEGNE CARDINALIZIE DI PAOLO VI
AL VESCOVO DI LITOMERICE
Giovedì, 12 aprile 1973
Siamo assai lieti di ricevere cotesto cospicuo e distinto gruppo, venuto a far corona a Lei, Signor Cardinale, in una circostanza così importante e significativa della sua vita. Vediamo con piacere che è qui rappresentata anche l’Autorità civile del suo Paese, a cui rivolgiamo il nostro deferente saluto. A tutti diciamo il nostro grazie ed il nostro benvenuto.
Abbiamo ascoltato con animo commosso e attento il nobile indirizzo che Ella, Signor Cardinale, ha testé letto, nel quale ha effuso i sentimenti del suo cuore. E ne prendiamo volentieri lo spunto per esprimere a nostra volta quanto, in questo particolare momento di letizia, sentiamo sgorgarci nell’animo; come pegno di fiducia verso la sua persona; di benevolenza e di amore verso la comunità ecclesiale e civile della Cecoslovacchia; e di speranza per un sereno domani.
I. La sua elevazione alla dignità cardinalizia, da noi decisa - come annunciammo nel Concistoro Segreto del 5 marzo scorso - già fin dal 1969, è stata anzitutto un segno di fiducia per Lei, venerato e caro Signor Cardinale, per la sua persona. La Provvidenza Divina l’ha tratta da un’umile famiglia, dotata di integerrime virtù, per fare di Lei un Pastore del Popolo di Dio. Come guidate da un filo d’oro, le tappe della sua vita si sono succedute, dimostrando chiaramente il disegno di Dio su di Lei: rispondendo alla vocazione, Ella ha ubbidito alla voce del Signore con generosità assoluta, ponendo le sue forze al servizio della Chiesa; nella famiglia Salesiana, seguendo da vicino le orme di Don Bosco e di Don Rua, Ella ha trovato il significato della sua consacrazione a Dio, il quale La poneva, come i suoi Confratelli, al servizio dei più poveri, dei giovani, dei lavoratori. La Provvidenza L’ha inoltre formata alla severa e purificatrice scuola della sofferenza, dandole anche segni visibili di un’assistenza che ha del meraviglioso, e L’ha sempre accompagnata, fino all’Episcopato, che Ella ha accettato con spirito di servizio in una situazione non priva di difficoltà. E in tutti questi anni, quella mano L’ha sostenuta e confortata, maturando la sua personalità attraverso vicissitudini, che non hanno scalfito la sua disponibilità al dono di sé per i fratelli, e la sua fiducia nella Provvidenza Divina, alla cui azione Ella si è sempre abbandonata.
2. Questo riconoscimento dovuto alla sua persona, si estende peraltro al di là di essa per abbracciare la sua diletta Patria: e vuol essere perciò un segno di benevolenza e di amore verso la Cecoslovacchia, che è sempre tanto vicina al nostro cuore. Essa ha dato grandi figure di Santi, come Venceslao e Adalberto; ha avuto esemplari Vescovi e Cardinali, dei quali, ne siamo certi, Ella saprà essere degno continuatore.
Con la dignità a Lei conferita abbiamo perciò voluto dimostrare il nostro affetto verso la comunità dei sacerdoti e dei fedeli della Cecoslovacchia: è tutta la Chiesa, nella sua Patria, che abbiamo inteso onorare, e che sentiamo presente in questo momento; ad essa vogliamo assicurare che partecipiamo alle sue gioie come alle sue pene, alle sue speranze come alle sue ansie, per confortarla e per incoraggiarla nel suo cammino di fedeltà a Cristo Signore.
Ma il nostro sguardo si allarga in cerchio più vasto: e pertanto vorremmo che, tornando a casa, Ella dicesse a tutti quanti, nella sua cara Patria, che il Papa è ad essi vicino, li ama e li apprezza, li stringe in un unico abbraccio spirituale come un padre verso i figli amatissimi: e tutti davvero, non soltanto i credenti, vorremmo che avessero quest’assicurazione.
3. Aggiungiamo, infine, una parola di speranza, sentimento che nasce strettamente congiunto alla benevolenza, e di cui la nomina del Vescovo di Litomerice al supremo Senato della Chiesa ha voluto essere un lietissimo auspicio. Noi confidiamo, cioè che questo atto di distinzione della Santa Sede verso uno dei più eletti figli della sua nobile terra possa portare un serio contributo alla soluzione di quei problemi che la Chiesa ha il dovere di affrontare.
Come bene sapete, si tratta soltanto di assicurare alla Chiesa la possibilità di svolgere convenientemente la sua missione, essenzialmente spirituale, che pur ridonda al bene totale della comunità. Come sottolineammo nel Concistoro del 5 marzo scorso, la nomina di quattro nuovi Vescovi ci è apparsa come un primo passo nel processo in corso «per avviare a normalità la situazione della Chiesa nella Repubblica cecoslovacca e il governo canonico di quelle diocesi»; e così la pubblicazione della sua elevazione al Collegio dei Cardinali è stata come il coronamento degli iniziali e promettenti risultati di tanti pazienti e prudenti sforzi. Sono segni di speranza che per noi, come certo anche per voi, è bello raccogliere, in pegno di un sereno e costruttivo avvenire.
Con questi sentimenti, noi invochiamo le copiose grazie del Signore per il costante, ordinato progresso civile e sociale della sua Patria, mentre di gran cuore impartiamo a Lei, caro e venerato Signor Cardinale, a voi qui presenti ed a tutti i figli della Chiesa in Cecoslovacchia la nostra confortatrice Benedizione Apostolica.
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